lunedì 25 aprile 2011

L'Europa è unita?

Il concetto di Europa Unita lo possiamo far risalire agli antichi Romani, ovviamente riportato al contesto di allora; quella volta, parlando di circa duemila anni fa, era addirittura un'idea più grandiosa: quella di "mondo unito", perchè nell'antichità l'uomo, con i mezzi assolutamente limitati di allora, aveva delle conoscenze geografiche ben più ridotte di quelle attuali. Addirittura possiamo parlare di un'idea di mondo globale, la globalizzazione dell'antichità, una cosa sorprendente che l'uomo moderno e civilizzato crede  che sia, forse, una sua prerogativa esclusiva.
In quell'epoca, ovviamente, i Romani non volevano unire per spirito di fratellanza e solidarietà tra i popoli, le motivazioni erano ben altre: ragioni economiche legate al prestigio di Roma, la prevalenza di un popolo su altri per dimostrarne la potenza e la grandezza. L'unione europea di quel tempo non era stata attuata mediante accordi e convenzioni, bensì invadendo, sottomettendo, imponendo. Nel Diritto Romano, padre nel nostro diritto in tanti principi, c'è quello della "soggezione", un elemento del rapporto giuridico: un soggetto è sottoposto ad imperio di un altro per  i propri diritti, o scopi, questi concetti sono oggi ovviamente inseriti in un contesto diverso, dove il diritto è basato su principi democratici, mi riferisco logicamente alle realtà nazionali attuali basate su sistemi democratici.
Nel mondo romano l'Impero aveva sottomesso, posto quindi altri popoli sotto una soggezione assoluta, imponendo lingua, moneta e ordinamento giuridico; aveva soprattutto imposto i propri obblighi tributari le cui entrate, non certo erano basate sul nostro concetto costituzionale di contribuzione a fini dell'esclusivo pubblico interesse ma erano destinate alle casse dell'Impero; era, insomma, un qualcosa di assoluto, ma, per quell'epoca, sicuramente una cosa straordinaria nel senso più lato del termine.
Modus operandi simili, ovviamente correlati ai propri contesti storici, sono poi stati messi in atto: il Sacro Romano Impero, l'Impero Ottomano, l'Impero Austro-Ungarico, l'Impero Napoleonico, il Colonialismo, eccetera; anche prima dei Romani, ma loro erano forse i primi ad organizzare una struttura amministrativa globale e organizzata, basti pensare al termine "provincia" e "prefetto", erano enti  ad istituzioni periferiche inserite in una struttura gerarchica piramidale che faceva capo all'Imperatore, oggi, nell'ordinamento italiano, esistono ancora le province, enti locali e territoriali e i prefetti, che rappresentano il governo nazionale in ambito provinciale.
Tornando all'Europa, oggi il concetto di unione europea è ben diverso: basato sui principi di eguaglianza, cooperazione e solidarietà fra i popoli, regolamentato da accordi e convenzioni tra gli stati membri, sulla condivisione delle scelte comunitarie e su obblighi che non sono basati su principi di prevalenza di un popolo sull'altro, ma che derivano dalla necessità di attuare politiche comunitarie benefiche a tutti gli stati aderenti.
Chi scrive si è sempre proclamato fervente europeista, è giusta l'idea di europa concepita dopo la seconda guerra mondiale e già formalizzata con il trattato di Roma del 1957, un'avanguardia veramente eccezionale per l'epoca, considerato il contesto politico mondiale allora ricorrente come la contrapposizione dei due blocchi est-ovest.
Il Trattato di Roma  sanciva la cooperazione economica tra gli stati membri di allora, il principio di unione avrebbe rafforzato le economie nazionali per creare un'economia europea capace di far fronte alle sfide dei mercati mondiali.
Dopo ulteriori evoluzioni avutesi nei 50 anni successivi, si è poi arrivati ad un concetto di unione europea che va oltre quello di natura economica: il concetto di cittadino europeo libero di circolare, vivere, lavorare in tutto il territorio dell'Unione.
Ma si vorrebbe andare ancora oltre: il concetto di casa comune europea inteso nella sua essenza intenderebbe la definitiva unione politica dell'europa, qualcuno vorrebbe degli stati uniti d'europa, un'unità giuridica basata sui principi di eguaglianza ed equità, i fondamenti una "cultura europea" basata sull'annullamento degli egoismi e delle velleità nazionali, la definitiva fine del protezionismo egocentrico di ogni nazione che tende in ogni modo a tutelare i propri interessi. Un esempio di unione giuridica sarebbe la stesura di un unico codice penale europeo che sancisca la stessa pena per il medesimo reato in ogni paese membro: utopia? Probabilmente si.
Allo stato attuale nessun ordinamento giuridico nazionale di ciascun stato membro potrebbe modificarsi ed adattarsi ad un ordinamento giuridico "europeo", perchè ogni stato, seppur vincolato da direttive comunitarie, esprime uno stato di diritto figlio della propria cultura nazionale con precise origini storico-sociali, con leggi adeguate alle realtà e alle esigenze di ogni singolo paese in relazione alla propria realtà socio-economico-politica, il tutto condito dagli orgogli nazionali che ci vede tutti cugini e non fratelli; senza sottovalutare anche le realtà interne insite in ogni paese che a sua volta è composto da distinte realtà regionali tutelate talvolta dagli ordinamenti giuridici interni come nel caso delle minoranze linguistiche dei catalani in Spagna o degli Alto-Atesini in Italia, per esempio. Insomma è una faccenda assai complessa, intrigata e, anche se fosse teoricamente possibile, richiederebbe uno sforzo da parte non solo delle nostre generazioni attuali bensì anche da parte di quelle future: un processo lunghissimo che sarebbe, comunque, influenzato da una miriade di fattori e la storia ci insegna come sia improbabile che l'assetto dei popoli possa ritenersi definitivo, a causa della sua fragilità, basta una causa sociale  per stravolgere anche un ordinamento democratico, la storia conta una miriade di colpi di Stato e questo è solo un esempio.
Il concetto di una vera Europa Unita è quindi lontano, tuttavia una cosa è certa: l'opera dei padri fondatori e di tutti coloro hanno contribuito all'attuale assetto europeo continua a dare un effetto sorprendente e permanente: la pace, tutta l'Europa, travagliata nei secoli da guerre terribili come l'ultimo conflitto mondiale, è libera delle tensioni tra gli stati nazionali, una pace duratura che sta rendendo la vecchia Europa un nuovo continente basato su democrazie reali dove è centrale un principio universale: la libertà dell'uomo.


sabato 23 aprile 2011

Introduzione

Questo blog  non è concepito per dare sfoggio alle conoscenze di chi scrive nè, tantomeno, vuol essere  un qualcosa di nicchia: è rivolto a tutti, perchè ognuno di noi ha dentro di sè idee, opinioni, capacità critica, un livello culturale che, si badi bene, non  deve essere necessariamente certificato da un diploma o da una laurea; si confonde spesso il concetto di "cultura" con quello di "conoscenza" quest'ultimo indissolubilmente legato al concetto di "nozione"; sapere tante cose non vuol dire avere poi sempre la capacità di gestirle, solo con il ragionamento e la capacità critica, la comprensione, si riesce a trasformare quello che noi sappiamo in idee, in messaggi da trasmettere ad altri attraverso la varie forme di comunicazione.
I destinatari del messaggio bisogna porli nelle condizioni di comprenderlo, in modo che  abbiamo la possibilità di elaborare l'informazione, valutarla con il proprio senso critico, dare quindi  al contenuto del messaggio un valore che può essere negativo perchè contrario ai principi etici, morali, culturali che ognuno di noi ha insiti, oppure positivo, in questo caso l'idea, il ragionamento, l'opinione, la notizia, la nozione, entra a far parte del patrimonio delle conoscenze e delle esperienze personali, arricchendolo e, talvolta, modificando il senso critico e la capacità di giudizio di una persona; un risultato notevole, forse il più importante, è quando un concetto consente di rimuovere un pregiudizio, facendo comprendere che quella convinzione era errata, contraria a determinati principi etici, morali, culturali.
Il concetto di cultura, nella sua più ampia accezione, è invece slegato a quello di conoscenza e nozione appresi, per esempio, in un percorso scolastico o formativo, la parola  derivante dal latino "colere" che significa coltivare, è un concetto legato alla tradizione, ossia al trasferire a chi succede quel patrimonio di conoscenze, usi, consuetudini, riti, modi di vivere; si parla quindi di più culture, di diverse culture: la cultura occidentale, la cultura araba, le culture religiose, le culture tribali, la cultura contadina...
Il livello culturale è quindi indissolubilmente legato all'ambiente in cui si è formato un individuo, un contesto sociale con una sua religione, una sua etica, una sua morale, i suoi usi; per questo dico che nessuna persona umana è senza cultura, ognuno di noi ha una capacità critica, anche rudimentale, ma ce l'ha, esiste, basta solo sollecitarla innescando così un dibattito interculturale, un confronto di diverse idee e diverse culture dove prevalga la ragione. Solo con la ragione si riescono a risolvere i problemi, con il dialogo, mettendo da parte odio, orgoglio e pregiudizi.
Le idee, opinioni, commenti che scriverò sono quindi rivolti a tutti senza distinzioni e, come ho cercato di spiegare, spero che suscitino riflessioni, anche critiche; solo dialogando e riflettendo si risolvono i problemi, il confronto costruttivo e  il raziocinio sono ingredienti per consegnare ai nostri figli un mondo migliore.
Grazie.