domenica 30 dicembre 2012

Addio Professoressa..

E' difficile scrivere qualcosa su Rita Levi Montalcini che qualcun altro non abbia già pensato, ma mi sembrava doveroso e quantomai significativo lasciare una traccia in questo blog a ricordo di una persona straordinaria.
Personalmente la Professoressa è una di quelle persone che io ho sempre sentito "eterne", forse perchè la sua vita ha abbracciato diverse generazioni, la mia compresa, perchè ciò che lascia è immortale in quanto la scienza è immortale.
In questo blog scrissi un articolo riferito a persone che hanno cambiato il mondo, bene: Rita Levi Montalcini è una di queste e come tutti i grandi se n'è andata in punta di piedi, in silenzio, nella sua modestia.
Una lunga vita dedicata alla scienza nel corso di due secoli nei quali altre persone straordinarie hanno lasciato il loro segno indelebile diventando immortali.
In questo tempo cosi segnato dall'oscuro, spesso non pensiamo ai sacrifici e alla genialità di certe persone che per contribuire nel loro campo al progresso dell'umanità hanno dedicato la loro stessa vita alla scienza.
Grazie a persone come la Montalcini oggi siamo in grado di combattere nemici dell'uomo che prima neanche conoscevamo.
La genialità di queste persone cosi grandi spesso non la percepiamo, perchè il loro lavoro è silenzioso e spesso, nella storia, sono stati persino perseguitati come successe con Galileo.
Oggi rendiamo omaggio a questa grande donna che ha creduto in quello che faceva fino alla fine e che ha lasciato un'eredità scientifica enorme di immenso valore e l'umanità intera deve esserle grata anche per ciò che la scienza sarà in futuro.

mercoledì 19 dicembre 2012

L'homme de Noel

Un jour en hiver
l'homme passe pour une rue de verglas
Il fait froid, très froid
le temps c'est passè
le pensèe de l'homme tombent sur la neige
qu'est-ce-que vous faites? Dit une madame qui passait just à coute
je suis pouvre madame, dit l'homme
la vie ne m'a pas donnè rien!
maintenant c'est Noel
les enfant e tout le monde attend les cadeaux
... et pour moi? Que-est-ce qu'il ya?
Noel n'est pas  pour moi
je n'ai pas un sou
pour le pauvres Noel est toujours le meme jour!
si le monde à Noel ne pense pas aux pauvres, qu'est-ce-que ce Noel?
La neige tombe sur l'homme, il fait froid, pour lui-meme  n'est pas Noel.


21.12.2012

Siamo ormai al count-down, i Maya dopodomani hanno fatto finire il calendario, sul web in questi giorni stanno impazzando le tesi più assurde, le fantasie più variopinte.
Il termine "fine del mondo" lo si associa al meccanico terminare di tutto ciò che esiste, umanità compresa, uno scenario apocalittico associato al giudizio universale quando Dio, nel senso più assoluto del termine, chiede all'uomo di redimersi dai peccati e viene giudicato definitivamente su cosa è stato.
La storia dell'uomo è costellata di eventi, di segni incisi nel tempo.
L'uomo ha voluto cadenzare il suo tempo  per memorizzare la storia e dare un senso al suo io.
La data del 21.12.2012 non è del tutto priva di senso, tralasciando i catastrofismi ingiustificati, a mio avviso, è comunque ormai tanto tempo che l'umanità si chiede dove stia andando e forse è giunto il momento, magari  coincidente con questa data, ma comunque coincidente con questa epoca, di interrogarsi profondamente e meditare su ciò che siamo e come saremo.
E' un momento di  forte crisi esistenziale e di smarrimento questa epoca, l'umanità vive nella paura, manca la sicurezza, si stanno incrinando ciò che dovevano essere assiomi assoluti, principi incrollabili.
L'instabilità sta minando l'uomo dalle fondamenta, per questo, se volete, scegliamo pure una data, il 21 dicembre prossimo, da dedicare alla riflessione e trovare la soluzione per dare una svolta in senso positivo a questo nostro mondo.
Nel secolo scorso ci sono stati cambiamenti radicali, milioni di persone sono morte per consegnare a noi posteri un mondo migliore, si è affermata la libertà, è stata sottoscritta la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, di ogni uomo e donna; è stato tutto straordinario dopo secoli in cui l'uomo era suddito, spoglio della sua dignità.
Questa dignità, oggi, la stiamo perdendo, altre forze, altri poteri, stanno prevaricando l'uomo facendogli perdere quella centralità fondamentale per la sua stessa esistenza, ma  l'uomo non può perdere!
Per questo, ora più che mai, in quest'epoca traviata da crisi e oscurata dall'insicurezza, l'uomo deve interrogarsi affinchè non arrivi una nuova "restaurazione" ossia la recessione, la regressione.
Preservare la pace, portarla dove ancora non c'è, preservare la democrazia, il lavoro, mettere al bando scellerate ideologie imperialiste, gli egoismi, le violenze, contrastare i predomini economici, tornare alla solidarietà sociale partendo dagli ultimi, dare voce a tutti; tutto ciò contribuirà a far risorgere la nostra civiltà e a dare quella spallata per riaffermare la dignità umana.

lunedì 3 dicembre 2012

Costi o risorse?

E' da tanto tempo, in Italia e non solo, che si sente parlare nelle più fantasiose sfumature di tagli ai costi.
Io vorrei innanzitutto chiarire cos'è un costo.
Chi ha studiato economia sa bene che un costo può essere un verosimile danno per chi fa impresa come può essere un impegno di investimento, un costo dannoso è quello che incide negativamente nell'andamento dell'impresa che la impoverisce che ne crea nocumento.
Il costo buono, invece, genera profitto e quindi è un investimento che produce nel breve, medio o lungo termine ricchezza: è un bene.
Da queste argomentazioni, che di per sè possono sembrare un po' difficili da comprendere specialmente per chi non ha rudimenti di ragioneria o logica aziendale, si può partire agevolmente, effettuando i dovuti rapporti, per arrivare a quello che succede nell'amministrazione di uno stato.
Se ne sente parlare tutti i giorni, in questo ultimo anno il dibattito si è accresciuto, spesso non si capisce il perchè di certi discorsi, ma, comunque il cittadino medio ha afferrato bene certi concetti fornendo approcci critici che non possono essere ignorati da chi ha incarichi di governo ai vari livelli.
Tagliare, ossia, diminuire i costi è di per sè semplice, la logica dei tagli o dell'eliminazione delle spese rientra in un'ottica di risparmio di per sè giusta: il buon padre di famiglia eliminando le spese futili in tempi di ristrettezze tutela il bilancio familiare evitando l'indebitamento e il fallimento.
Ma la diligenza del buon padre di famiglia, un principio cardine nell'ordinamento giuridico, dev'essere saggiamente dosata in ogni questione economica.
Tornando all'azienda, alla quale sempre più si ispira l'amministratore pubblico per salvaguardare le finanze, si rileva che l'impresa tutela i suoi interessi evitando gli sprechi e migliorando i propri investimenti, un investimento sbagliato danneggia l'impresa mettendo in serio pericolo il risultato economico voluto.
In campo pubblico le cose sono ben diverse: nella logica di bilancio, non essendovi lo scopo del lucro, ovviamente, ed essendovi fattori influenzanti di svariata natura a partire dalla tipologia di politiche perseguite, ecco che viene messo da parte troppo spesso il concetto della buona amministrazione, entrando in gioco logiche svianti derivate da politiche fallimentari attuate contro l'interesse dei cittadini.
In uno stato in difficoltà economiche come l'Italia si continua a perseverare una politica dei tagli dei costi pubblici: giusto, ma verso quali?
Qui mi rifaccio ai concetti iniziali: costi o risorse?
Sanità, istruzione e sicurezza sono tre comparti che hanno subito tagli vertiginosi, sono costi dannosi quelli da sostenere per dare un servizio sanitario ai cittadini, istruirli e renderli sicuri? Non penso proprio che lo sia, eppure nell'ottica dell'economia di bilancio lo sono diventati; è stata tolta la dignità a chi opera in quei settori, gli sono stati ridotti gli strumenti, tutto accrescendo lo stato di disagio sociale a scapito delle fasce più deboli; è triste per un poliziotto, un medico e un insegnante sentirsi qualificato come un costo da ridurre il più possibile: loro sono un investimento per il paese! I costi per la ricerca sono investimento, i costi per la giustizia sono un investimento! E' stata persa l'individualità umana, i cittadini sono diventati una posta di bilancio!
Risultati di queste operazioni devastanti?  Il disastro: non si possono chiudere caserme dei carabinieri, uffici, tribunali, scuole, ospedali per una logica di riduzione di costi, tutto da la percezione dell'assenza dello Stato che serve i propri cittadini in funzione del pubblico interesse, il tutto quando altri costi non vengono nemmeno presi in considerazione: superpensioni, superstipendi, spese militari, sanzioni dell'UE per mancati adempimenti legislativi, penali per grandi opere bloccate, eccetera, eccetera, eccetera.
E' un costo anche il pensionato che ha lavorato una vita con sacrificio, pazzesco; concludo che tutti i cittadini sono un costo ormai, ma lo stato non era formato da un popolo che con sovranità doveva amministrarsi per esistere?
Chiudiamo allora lo Stato perchè è un costo.
Spero che questa logica economica deleteria per tutti finisca, fino a quando le risorse non verranno valorizzate come fa il buon imprenditore e gli sprechi, quelli veri, saranno eliminati, l'Italia, quella di chi lavora e produce, quella di con sacrificio serve lo Stato, non crescerà mai più e sempre più verrà a mancare quello stato sociale indispensabile per tutelare le categorie più deboli.