tag:blogger.com,1999:blog-52037846297943366922024-03-14T02:45:52.300-07:00IDEE... di Giovanni MargaroneGiovanni Margaronehttp://www.blogger.com/profile/07224042398486223201noreply@blogger.comBlogger84125tag:blogger.com,1999:blog-5203784629794336692.post-467861850851564972017-02-20T12:46:00.001-08:002017-02-20T12:50:40.571-08:00Marco Pantani<div class="text_exposed_root text_exposed" style="text-align: justify;">
Il 14 febbraio 2004, moriva Marco Pantani. </div>
<div class="text_exposed_root text_exposed" style="text-align: justify;">
Una morte che sconvolse tutti e che continua ad angosciare chiunque l'abbia amato.</div>
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Oggi, a tredici anni dalla sua improvvisa scomparsa, il suo vuoto rimane e la verità sulla sua morte non è ancora stata del tutto chiarita. </div>
<div class="text_exposed_root text_exposed" style="text-align: justify;">
Se non c'è verità non c'è giustizia. </div>
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Lui era un vero campione, un atleta che avrebbe potuto dare ancora tanto e che invece un crudele destino ha voluto fermare.</div>
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Ma il fango che gli fu gettato addosso non riuscì <span class="text_exposed_show">a scalfire l'affetto e la stima di quanti credevano in lui.<br /> Onorare la memoria di Marco significa invitare tutti coloro che lo diffamarono a farsi un esame di coscienza e a riconoscere le proprie responsabilità. <br /> Onorare la sua memoria significa adoperarsi affinché chiunque non venga già giudicato ferocemente dall'opinione pubblica prima di essere sottoposto a giusto processo.<br /> Con questi pensieri ricordiamo con infinito affetto colui che riconosciamo un vero campione del ciclismo italiano, una grande stella che ci ha fatto sognare. </span></div>
<div class="text_exposed_show" style="text-align: justify;">
Ciao Marco, proteggici tutti!<b></b><i></i><u></u><sub></sub><sup></sup><strike></strike></div>
Giovanni Margaronehttp://www.blogger.com/profile/07224042398486223201noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5203784629794336692.post-61962838219108009202017-02-20T12:40:00.001-08:002017-02-20T12:40:51.290-08:00OmbraUn' ombra nelle terse acque vidi<br /> Sol tu ombra mia non m'abbandoni<br /> Quand'il sol del meriggio lì sul lido<br /> Riscalda l'anima mia<br /> E l'acque ch'io odo<span class="text_exposed_hide">...</span><span class="text_exposed_show"><br /> Il mio cuor pongono in quiete.</span><b></b><i></i><u></u><sub></sub><sup></sup><strike></strike>Giovanni Margaronehttp://www.blogger.com/profile/07224042398486223201noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5203784629794336692.post-3765158009293822362017-01-25T11:43:00.001-08:002017-02-20T12:49:06.449-08:00La neve che uccide<div style="text-align: justify;">
Morire tra neve e macerie, morire in momenti in cui si vorrebbe essere felici, un albergo che si trasforma in una tomba. Al buio, al freddo, mentre ci si rende conto dell'aria che viene a mancare e il dolore delle ferite distrugge, la disperazione avanza.</div>
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In superficie, mani nude, pale e cani. Le generose braccia di chi vorrebbe salvarli tutti, ma un destino infingardo quanto crudele questo non lo vuole. Ha spinto una montagna di neve, ha infranto speranze e sparso disperazione. </div>
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Ma tutto ciò non é uno spettacolo, non dev'essere uno scoop come i media, purtroppo, hanno inteso.</div>
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In questo immenso dolore, viene chiesto solo rispetto e silenzio.</div>
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Silenzio per commemorare chi ha perso la vita in circostanze cosí assurde, rispetto per coloro che hanno perso chi amavano e che hanno sperato fino all'ultimo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ci stringiamo tutti attorno a voi, il popolo della rete non accende riflettori e non intervista, prega solo in silenzio.</div>
<b></b><i></i><u></u><sub></sub><sup></sup><strike></strike><br />Giovanni Margaronehttp://www.blogger.com/profile/07224042398486223201noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5203784629794336692.post-26320978937430172682016-12-31T03:54:00.000-08:002017-02-20T12:48:34.857-08:002016<div style="text-align: justify;">
E' tantissimo che non scrivo nel mio blog, con questo non è che lo abbia abbandonato; forse perché mi sono dedicato ad altro come la stesura di tre libri. Se qualcuno si fosse eventualmente risentito, gli chiedo umilmente scusa. Ma che dire dopo tanto tempo di silenzio? Scrivendo questo articolo l'ultimo giorno dell'anno, non mi viene altro in mente che fare un punto della situazione della nostra società, quella occidentale che non pochi contraccolpi continua a subire da varie parti. La trasversalità del terrorismo internazionale - sul quale mi sembra inutile parlarne atteso che mi sembra se ne parli a profusione ovunque - è sicuramente una causa di quei contraccolpi che, a quanto sembra, non si può o non si vuole affrontare seriamente. La verità non la conosce nessuno, come nessuno conosce la propria. I paradossi calzano alla perfezione in un tempo dove tutto sembra essere discutibile, dove la certezza è stata messa al bando in nome di una società sempre più confusa. Tanti commentatori continuano a parlare di periodo di transizione, ma a mio modestissimo avviso mi appare logico pensare che avocare le colpe a transizioni, crisi o altro sia un modo semplicistico di non voler affrontare le problematiche, affondando tutto nella demagogia e nella retorica. La mancanza di chiarezza su tutto è la vera causa di tutta la nostra incertezza, quella verità negata che continua ad essere nascosta chissà dove per convenienza di poteri mondiali a noi sconosciuti. I poteri classici: quello economico o politico, per esempio, sono manovrati da altro e questa è una convinzione che parte dai più insigni intellettuali della terra, i quali non fanno altro che analizzare le dinamiche sociologiche attuali.</div>
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Dopo questo prologo, che ognuno ha diritto di accettarlo o no, vorrei tornare alla rassegna di quest'anno che tra poco si concluderà, ponendo questa domanda: come siamo noi? Una domanda mi rendo conto molto difficile; tanti risponderebbero "delusi", ne sono certo. Ogni anno che passa si spera nel meglio, ma è una speranza che credo sia stata sempre la stessa nel corso dei secoli. Stiamo meglio o stiamo peggio di, per esempio, rispetto a trent'anni fa? E' doveroso ragionare in merito. Credo che non si possano fare analisi affrettate. E' una comparazione che non si risolvere in poche righe, non si può essere semplicistici. Nel caso italiano, per esempio, trent'anni fa la nostra lira subiva contraccolpi terribili, l'inflazione era altissima, se fosse oggi potremmo dire di essere vicini al <i>default, </i>oggi abbiamo un euro gradito da pochi e odiato da molti che tuttavia ci salva; ora si parla di deflazione che fa male anche lei. Trent'anni fa di parlava ancora poco di energie alternative e di ambiente; oggi se ne parla tanto e, spesso, troppo. La paura di un petrolio che dovesse finire ha mosso qualcosa, poi il petrolio non è finito e chi non ha risorse proprie o le ha in minima parte - come l'Italia - è sempre costretta a subire i ricatti di chi ci vende energia a vario titolo. Il risultato è stato che le energie alternative non possono renderci indipendenti da nessuno e, nonostante siano passati trent'anni, la strada è ancora lunga e perigliosa. E la politica? E' cambiata? Sono cambiati gli attori, ma il modo di condurla continua ad essere sempre la stessa; basta leggere i giornali di quei tempi per rendersi conto, rinfrescandoci la memoria, che non sia cambiato poi molto. E i nostri problemi? Mafia, corruzione, disoccupazione. Anche qui non è cambiato poi tantissimo. Continuano ad essere (purtroppo) delle costanti anche nel nostro tempo. Io credo che ogni epoca, ogni anno, abbia in suoi lati positivi e negativi; non penso che un anno sia peggiore dell'altro. Ognuno di noi lo vede solo dal suo punto di vista; l'importante è credere in ciò che si pensa. L'importante penso che sia non mollare mai, andare sempre avanti e affrontare i problemi. Se lo facciamo noi che siamo piccoli è già un passo avanti. Un altro auspicio è non perdere mai la speranza che alle volte sembra abbandonarci. La speranza ci fa vivere e tutti noi dobbiamo vivere e crescere per portare avanti questo nostro mondo. Buon Anno.</div>
Giovanni Margaronehttp://www.blogger.com/profile/07224042398486223201noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5203784629794336692.post-45549133270263356752014-04-21T00:04:00.000-07:002014-04-26T23:05:36.731-07:00Cautela e prudenza<div style="text-align: justify;">
Possiamo fidarci dei nuovi paladini della verità? Con il nuovo Governo, in Italia siamo quotidianamente bersagliati da proclami nei quali viene garantito che l'assetto politico-economico di questa nostra Italia cambierà. Ma, al di là degli impatti mediatici e degli spot, possiamo davvero sperare in una svolta che garantisca ai nostri figli un futuro più stabile e giusto? E' sufficiente proclamare le buone intenzioni per migliorare la qualità della nostra vita?</div>
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Si è sempre diffidenti verso chi ha pretese di voler cambiare tutto, specie se quel "tutto" è un sistema criptico, consolidato e inquinato da mafie e malaffare.</div>
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Purtroppo le promesse di realizzare fatti concreti si scontrano sempre con i tentacolari iter legislativi che traducono in complessi atti di legge quelle buone intenzioni. Non esiste l'istantaneità in questo campo. I complessi iter di formazione delle leggi hanno percorsi sempre tortuosi, dove le forze politiche in campo spesso fanno teatro del loro antagonismo e delle loro ideologie.</div>
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La gente, in fondo, ha imparato a non credere ai proclami e ora vuole, anzi, pretende, solo fatti concreti, ma questi arriveranno?</div>
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Se si deve partire da riforme strutturali da fare in ogni ambito, tutto appare estremamente ambizioso e, come già scritto più volte da autorevoli voci della stampa estera e non solo, estremamente complesso visto che la problematica ha attraversato per trent'anni i palazzi del potere senza arrivare a conclusioni sostanziali.</div>
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Certo, la nuova facciata di questo Governo può provocare emozioni, ma non bisogna affrettare conclusioni: è necessario attendere che taluni effetti promessi si verifichino, il rischio di populismo e demagogia è fortissimo, dove la retorica la fa da padrone; mentre il cittadino medio si fa i conti in tasca e, con sconforto, continua a vedere che le sue sostanze sono erose da una costante diminuzione del potere d'acquisto a causa del carovita e dell'imposizione indiretta.</div>
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Vedremo se veramente la ricchezza verrà redistribuita alla <i>Robin Hood</i>, come più volte annunciato nei programmi di bilancio, vedremo se i manager statali accetteranno paghe più dimagrite e si abbasseranno a viaggiare in metropolitana per andare in ufficio, vedremo se la Pubblica Amministrazione sarà veramente sburocratizzata, snellita, epurata di uffici inutili. Vedremo se finalmente il lavoro sarà accessibile ai giovani e se le imprese potranno reinventarsi grazie ai debiti finalmente onorati dal parte dello Stato ed agli annunciati sgravi fiscali.</div>
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E' una partita è aperta e difficile, si vorrebbe che veramente tutto questo accadesse, ma le perplessità regnano. La cautela e la prudenza sono d'obbligo.</div>
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Bisogna attendere gli eventi e non farsi prendere dalle emozioni, guardare tutto con razionalità e ascoltare sempre tutte le opinioni. Diffidare dagli annunci spot dei mass media smentiti poi il giorno dopo. Purtroppo siamo sempre in bilico, ma l'Italia quando mai non lo è stata? Bisognerà sempre e comunque tralasciare idee utopiche e restare nella concretezza, quello che i cittadini non vogliono è qualcuno che venda loro illusioni, questo no, non lo vuole più nessuno.</div>
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Giovanni Margaronehttp://www.blogger.com/profile/07224042398486223201noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5203784629794336692.post-59171485805260723712014-01-04T10:04:00.000-08:002014-01-04T10:04:03.775-08:00La nostra epoca<div style="text-align: justify;">
L'anno che si è appena concluso fa parte, a mio modesto avviso, di una fase di trasformazione che nel lungo periodo sta vivendo la società moderna.</div>
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Nel 900 fasi importanti sono state attraversate dalle due guerre mondiali e tutte le vicende sociali ad esse connesse; l'ultimo conflitto, distante ormai da noi quasi 70 anni, ha inciso profondamente sullo sviluppo della futura società moderna, nonchè sulle vicende che seguirono.</div>
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Si parla oggi, forse troppo, con luoghi comuni che fanno perdere il vero senso storico degli avvenimenti di qualsiasi tipo e portata, in una storia umana non indenne, nel passato, anche più remoto, da problemi sociali, politici e umani.</div>
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Per esempio il discorso guerre, in una fase storica dove gran parte del mondo vive in pace da quasi settant'anni, una parte di mondo, come quella del continente africano è insanguinato da perenni guerre civili poco considerate dalla comunità internazionale; tuttavia, paradossalmente, il mondo è più in pace che in passato.</div>
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Basta pensare al travagliato XXIX secolo, dove l'Europa, ora pacificamente riunita, è stata attraversata e insanguinata da guerre di ogni tipo.<br />
Il discorso sociale: proveniamo da un passato neanche tanto lontano dove la povertà, anche nel mondo Occidentale, aveva una diffusione altissima, dove esisteva una casta nobiliare che sfruttava il popolo suddito, dove l'analfabetismo dilagava, dove i diritti umani venivano regolarmente violati.<br />
Pensiamo alla schiavitù americana, per esempio, milioni di individui privati di ogni dignità.<br />
Oggi, in questo mondo che noi vediamo corrotto e deteriorato, tuttavia esiste una battaglia costante per la tutela dei diritti umani al fine di arrivare laddove questi sono violati.<br />
Quello del passato è stato un mondo sicuramente più crudele, anche se necessario e propedeutico alla formazione dell'attuale società umana.<br />
Come dicevo stiamo vivendo un periodo storico sicuramente caratterizzato da rapide trasformazioni che spesso non comprendiamo a fondo.<br />
In campo economico, dopo la globalizzazione che irruppe negli anni 2000, il tessuto produttivo si è radicalmente modificato, è cambiato il mondo del lavoro, sono cambiati i sistemi di lavorazione e commercializzazione.<br />
La crisi attuale ha sicuramente accelerato i processi, richiedendo interventi strutturali necessari a tamponare effetti devastanti, ma tutto è collegato alla fase di trasformazione che la società mondiale sta vivendo.<br />
Le vicende attuali sicuramente portano tutti a guardare più al futuro rispetto a prima, l'uomo attuale sente molto più pesante il senso di responsabilità verso le future generazioni, per questo, anche se spesso sembra che la speranza e l'ottimismo vengano meno, è necessario non avere paura del futuro e cercare di affrontare, con razionalità e spirito costruttivo i problemi dell'attuale società.<br />
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Giovanni Margaronehttp://www.blogger.com/profile/07224042398486223201noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5203784629794336692.post-73638846552666906512013-11-21T14:45:00.002-08:002014-04-20T22:46:36.124-07:00Occhi ancora senza speranza<div style="text-align: justify;">
In precedenti articoli ho parlato di crisi, guerre e alluvioni, sono passati due anni, il tempo è volato come in un lampo ma, paradossalmente tutto è rimasto indissolubilmente immobile e stagnante.</div>
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L'uomo si è fermato? O forse è incapace di affrontare i propri problemi? Siamo di fronte ad una recrudescenza della nullità? </div>
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Percorsi tortuosi che non si riescono a superare, tunnel interminabili che come vortici avvolgono tutto e tutti, un buco nero?</div>
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Corsi, ricorsi e straricorsi storici che puntualmente si presentano nella vicenda umana, in una società priva di memoria che continua, imperterrita a commettere gli errori del passato.</div>
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E' un brutto periodo questo, ma anche le precedenti epoche non lo sono state da meno.</div>
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Tutta questa premessa, forse troppo pessimistica, o forse no, per manifestare e affermare l'assoluto immobilismo della nostra epoca, frutto di uno sviluppo troppo rapido che ha travolto come uno tsunami la società. Una gradualità mancata, causata da un processo evolutivo troppo rapido.</div>
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In poco più di un secolo, l'uomo ha inquinato cosi tanto da mettere in serio pericolo l'equilibrio dell'intero pianeta, il progresso economico e tecnologico ha creato mostri prevaricatori che hanno fatto mettere in dubbio lo stesso nostro modo di vivere.</div>
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Una società dove il denaro la fa da assoluto padrone, a scapito degli strati più deboli della popolazione e in qualunque nazione del mondo, una situazione responsabile dell'attuale crisi planetaria, dove un ridondante sistema dinamico al suo interno ma stagnante verso l'esterno, non riesce più a creare sviluppo, che ha prevaricato l'economia finanziaria sull'economia reale.</div>
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L'esempio più grave l'abbiamo in Europa, dove gli Stati sono ormai incapaci di gestire autonomamente le proprie economie a causa di un sistema finanziario non regolamentato e sottoposto al libero arbitrio dei mercati e delle banche, a loro volta veicolati da inafferabili strapoteri economici.</div>
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La globalizzazione continua a mietere vittime e diverse nazioni d'Europa, Italia compresa, stanno pagando a caro prezzo tutto questo.</div>
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Forse sono cose che ho già detto, ma voglio ripeterle.</div>
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Se tutto fosse stato ben gestito <i>non l'avrebbe fatto l'uomo</i>, perchè in tutta questa gigantesca vicenda sono stati protagonisti in assoluto l'egoismo e il relativismo umano, tutto in nome del dio denaro.</div>
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Un sistema che ha aumentato miseria e povertà, distrutto ecomomie, devastato popoli, in un processo irreversibile.</div>
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E' triste dover pensare che l'uomo moderno sia stato un fallimento di sè stesso e che non sapremo cosa lasciare a nostra testimonianza ai posteri.</div>
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In questa guerra economica globale, ogni iniziativa per consolidare il tessuto sociale e tutto ciò che è necessario per il buon vivere civile è stata evitata o rimandata.</div>
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La recente alluvione della Sardegna stupisce e emoziona, ma era prevedibile e forse almeno parzialmente evitabile se la situazione infrastrutturale di sicurezza abitativa e delle acque fosse stata buona, ma nonostante le innumerevoli alluvioni italiane, la politica e la burocrazia hanno osteggiato da sempre investimenti strutturali per fronteggiare il dissesto idrogeologico, anzi, taluni scellerati nostri rappresentati hanno da sempre, in quanto collusi con mafie e malaffare, favorito addirittura l'abusivismo edilizio che ha degradato e messo in pericolo il territorio.<br />
Nonostante le entrate dello stato fossero esigue, si è continuato a spendere smisuratamente denari pubblici senza investire nelle infrastrutture necessarie allo stato sociale, strozzando di tasse il popolo.<br />
Si continua a parlare di <i>spending review, </i>una generalizzazione troppo ampia per argomentare la pluralità delle spese statali e il sistema di gestione delle stesse, il bilancio dello Stato è una materia complessa e, come al solito, i media focalizzano ciò che può colpire la suggestione dell'opinione pubblica, il problema non sono solo le auto blu o gli stipendi dei parlamentari, in termini di sprechi c'è molto di più che si insidia in ogni ramo della Pubblica Amministrazione.<br />
A causa di tutto ciò, oggi negli occhi della gente non si vede la <i>speranza</i>, quella speranza che c'era invece nel dopoguerra quando si voleva ricostruire l'Italia, è tutto estremamente triste.<br />
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Giovanni Margaronehttp://www.blogger.com/profile/07224042398486223201noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5203784629794336692.post-47622127286441903872013-09-29T09:09:00.000-07:002013-09-29T10:51:18.556-07:00Crisi di Governo<div style="text-align: justify;">
In un articolo precedente avevo giudicato la politica italiana più matura; avevo interpretato, con le dovute riserve, che il fatto di aver avuto governi che riuscissero a tenere una legislatura fosse indice, appunto, di maturità politica, non avevo considerato, comunque, il clima acido che si anteponeva fra le varie parti politiche e i risultati che i governi avevano ottenuto.</div>
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Mi ero completamente sbagliato anche se, tuttavia, non avevo dato per definitivo il convincimento che la politica italiana fosse diventata un vero dispositivo democratico che potesse dialogare con i cittadini e gli interlocutori stranieri.</div>
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Tutto quello che è accaduto finora, fino al grave episodio politico di ieri 28 settembre 2013, dove i ministri del PDL hanno rassegnato le dimissioni, è un indice, grave, di immaturità politica se non, addirittura, la dimostrazione dell'incapacità di autodeterminazione di uno Stato democratico, dove la politica non guarda al Paese ma solo a sè stessa e a proteggere i suoi interessi.</div>
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Una crisi di governo di fatto, che non viene aperta mediante i passaggi istituzionali, provocata con pretesti di insufficiente consistenza politica che, a monte, nascondono, nella sostanza, motivazioni ormai datate che hanno caratterizzato tutto il periodo della seconda repubblica.</div>
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I passaggi che rendono incoerente, per non dire assurde, le motivazioni atte a voler incrinare un governo già, peraltro, connotato dall'anomalia di voler voluto unire due forze politiche contrapposte sono le seguenti:</div>
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nel novembre 2011, causa la grave crisi economica italiana venne dato mandato a un governo tecnico che aveva il compito, a scadenza, di emanare provvedimenti correttivi al fine di salvare l'Italia da un incombente rischio default o, per lo meno, questa era le motivazione presentata ai cittadini italiani.</div>
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Il governo di Mario Monti venne appoggiato dalle due forze politiche contrapposte, che attualmente governano assieme, per senso di unità nazionale voluta, con tenacia, dal Presidente della Repubblica.</div>
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La tecnocrazia, appoggiata dalla Commissione Europea se non altro per indurre l'Italia a rientrare sotto il fatidico 3% nel rapporto tra DEFICIT/PIL, si mise in moto velocemente emanando, in poco tempo, provvedimenti di notevole durezza, mirati esclusivamente a rimpinguare le aride casse statali e correggere i disastrosi conti pubblici.</div>
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Un' agenda, quella del governo tecnico, che pur correggendo, comunque relativamente, i conti dello Stato, ha depresso lo stato sociale e le condizioni economiche di imprese e cittadini condizioni, peraltro, che erano già gravi e difficili.</div>
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Provvedimenti come quello delle pensioni hanno generato a loro volta gravi problemi sociali quali la maggiore difficoltà di ingresso nel mondo del lavoro dei giovani, causa inevitabile allungamento del turn-over fra vecchie e nuove generazioni e il gravissimo problema degli esodati.</div>
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La reintroduzione dalla vecchia ICI, diventata IMU, per la prima casa e gli aumenti di accise e tariffe dei consumi energetici ed altro ancora hanno vessato, in modo insidioso, i cittadini trasversalmente, senza tenere conto della distribuzione del reddito.</div>
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La lotta all'evasione fiscale si è connotata solo di spot quali l'operazione di Cortina o provvedimenti quali la limitazione dell'uso del contante; in generale provvedimenti fini a sé stessi e facilmente eludibili come, appunto la limitazione dell'uso del contante; di fatto quindi azioni di dubbia efficacia, l'evasione fiscale non è stata affatto aggredita e i dati dell'Istat per l'anno 2012 e di questa parte di 2013 parlano chiaro.<br />
Tra i provvedimenti di carattere non economico, sicuramente il più noto, se non altro per l'alto impatto mediatico che ha avuto, è stata la legge Severino, che avrebbe dovuto dare un segnale forte nei riguardi dei politici definitivamente condannati, una risposta a quella richiesta di moralità della politica fortemente voluta dai cittadini.<br />
A fattor comune, sottolineo e risottolineo che il governo precedente era appoggiato dalle maggiori forze politiche di centro destra e centro sinistra, le stesse che in pratica compongono l'attuale governo di unità nazionale; in virtù di questo, provvedimenti di importanza strategica e sociale quali il decreto "salva italia", "cresci italia", la legge Severino, l'istituzione dell'IMU, dell'innalzamento dell'aliquota i.v.a., la riforma delle pensioni vennero votati dalle maggiori forze politiche con spirito bipartisan nel comune senso di responsabilità nei confronti del Paese.<br />
Tutta l'attività del governo tecnico fu così improntata sul rigore dettato peraltro dai burocrati di Bruxelles, con provvedimenti che, nonostante avessero l'effetto desiderato riguardo ai vincoli del patto di stabilità, furono deleteri per la crescita e il rilancio dell'economia nazionale, già gravemente colpita dalla crisi economica.<br />
Ma il governo tecnico ebbe anche lo scopo di non rendere protagoniste in prima persone le forze politiche, fu così che queste ne trassero l'occasione per fare una concitata propaganda elettorale i cui contenuti, di fumoso significato politico, prendevano spunto dalle decisioni impopolari, o ritenute tali, dei tecnocrati.<br />
La successiva crisi del governo tecnico non fece che accelerare l'intenzione politica di portare velocemente ed indiscriminatamente il paese verso le elezioni anticipate che sarebbero state regolate, peraltro, con le discutibili norme del <i>Porcellum, </i>le cui modifiche sono state sempre promesse ma mai apportare, fino ad oggi.<br />
All'indomani del voto, l'Italia più che mai si è trovata in una situazione di incertezza: con una sostanziale parità del centro-destra e centro-sinistra e l'emergere di una forza politica nuova che non era ancora entrata in parlamento.<br />
La vittoria <i>non vinta </i>del centro sinistra, non ha fatto altro che far rimontare il centro destra; la mancanza di una maggioranza al Senato per effetto del <i>Porcellum</i> ha messo in serie difficoltà il contesto istituzionale a partire dell'elezione del nuovo Presidente della Repubblica: un vero pasticcio, destabilizzante e pericoloso.<br />
Dopo svariate e anomale vicende, a partire della rielezione per "senso di responsabilità verso il Paese" del Presidente della Repubblica in carica, è stato nominato l'attuale Governo che con difficoltà ha cercato di gestire e affrontare le serie problematiche del Paese quali il problema degli esodati, della disoccupazione, del rifinanziamento della CIG e, da ultimo, l'abolizione dell'IMU per la prima casa e lo slittamento dell'aumento dell'i.v.a..<br />
Nel frattempo è piombata la sentenza definitiva di condanna del Leader del Centro Destra...<br />
Ho voluto fare la crono-storia della situazione che evolutasi dal 2011 ad oggi, sicuramente nota, sicuramente non approfondita, ma certamente così è stata presentata all'opinione pubblica.<br />
I passaggi, se andiamo ad analizzare questo tragitto politico porta inevitabilmente al <i>paradosso, </i>infatti tutti i provvedimenti del governo Monti sono stati votati da entrambe le forze politiche di centro destra e centro sinistra e questi, in particolar modo alcuni, sono stati messi in discussione dal centro destra.<br />
Una contrapposizione talmente aggressiva che ha portato alla situazione di crisi di governo alla quale ora stiamo assistendo.<br />
Cosa possiamo pensare noi cittadini di tutta questa vicenda? Solo indignarci come, del resto, altre volte.<br />
Il popolo italiano è sconcertato per la paura che un tale evento destabilizzante genera.<br />
Il rischio di ingovernabilità è altissimo e l'Italia non vede luce nel suo stato sociale, la crisi rimane, stagnante.<br />
E se addivenissimo a elezioni anticipate con quale spirito andremmo a votare e per quale risultato?<br />
Infine una domanda che non ha risposta: <i>ma le regole sul conflitto di interessi che fine hanno fatto? la legge non è uguale per tutti?</i><br />
La nave sta lentamente affondando e chi doveva dirigerla la sta lasciando: analogia con il naufragio della Costa Concordia...in questo momento calza a pennello: una grave mancanza di responsabilità verso il popolo italiano che sta perdendo la propria autostima e la speranza nel futuro.<br />
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Giovanni Margaronehttp://www.blogger.com/profile/07224042398486223201noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5203784629794336692.post-66895976816193331662013-09-21T08:39:00.000-07:002013-09-21T08:39:25.896-07:00Decadentismo culturale<div style="text-align: justify;">
Sono rimasto sbalordito quando, per caso, ho scoperto che la neo senatrice a vita Elena Cattaneo, ricercatrice e scienziata di fama internazionale al servizio di una università italiana, viene retribuita con uno stipendio di 3.300 Euro al mese: questa è la dimostrazione, inequivocabile, di quanto investa lo Stato Italiano per la ricerca scientifica e, in generale, per la cultura e tutto ciò che è attinente ad essa.</div>
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E' stato calcolato che in Italia, per l'istruzione a tutti i livelli, la cultura e la ricerca, viene investito appena l'1% del PIL, tale stima ci porta a fanalino di coda rispetto ai partners europei: un triste primato per un paese che è stato, sin dalla notte dei tempi, culla della cultura, con le città e i paesi ricchi di beni culturali, una letteratura senza pari al mondo e che dire della poi musica!</div>
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Tristezza, soltanto tristezza è il sentimento che percepiamo, considerate invece le consistenze in termini di investimenti in altri settori di minore portata e valenza.</div>
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Un paese che non investe nella cultura è destinato inesorabilmente a diventare povero, non solo economicamente.</div>
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Se visitiamo una scuola pubblica ci imbattiamo in docenti esasperati che devono sfruttare i pochi strumenti messi loro a disposizione per insegnare, percependo uno stipendio mensile che non può ritenersi degno di una nazione europea occidentale.</div>
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Il 70% degli edifici scolastici non sono a norma in termini di sicurezza e i tagli nel settore sono stati lineari e profondi, mancanza di fondi: questa è stata la parola d'ordine.</div>
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La scuola forma gli italiani del futuro, dovrebbe essere l'eccellenza del settore pubblico, il fiore all'occhiello.</div>
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E che dire dell'istruzione superiore e universitaria?</div>
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Anche qui carenze di fondi e professori mal pagati, ricercatori insufficientemente retribuiti, risultato? Fuga incessante di cervelli, le migliori menti nate e cresciute nella nostra bella Italia emigrano laddove possono trovare un impiego degno, gratificante e ben remunerato.</div>
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Certo: alcuni come la Prof.ssa Cattaneo è rimasta nel suo paese, ma a quali condizioni e con quali sacrifici?</div>
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Per non parlare dei ricercatori associati ai dipartimenti: contratti di collaborazione a termine con retribuzioni inique, senza diritti sindacali e senza la possibilità di formare una carriera contributiva: dei veri schiavi moderni con menti brillanti che grazie al loro impegno (spesso nell'ombra) contribuiscono allo sviluppo della ricerca nei più svariati settori che portano a risultati scientifici di livello mondiale a vantaggio dell'umanità intera.</div>
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Questo è un periodo di vero decandentismo, in un mondo che gira grazie alla scienza, il nostro paese arretra, inesorabilmente.</div>
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Bisogna investire nella cultura e nella ricerca almeno al pari di altri partners europei, fronteggiare la fuga dei cervelli, riattrarli nel nostro paese per creare sviluppo, riformare scuole e università, gratificare docenti e ricercatori, insomma, portarsi a una "normalità" al passo con questi tempi, dove il lavoro intellettuale ha ormai preso il sopravvento su quello manuale.</div>
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Investire nella cultura e nella ricerca porterà lavoro e potrà essere un vero volano se associato a politiche economiche adeguate.</div>
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E' inutile vantarsi di avere treni ad alta velocità e nel contempo assistere ad un inesorabile decadentismo culturale: è un paradosso. La cultura è un bene prezioso, è il vero bene italiano e non dobbiamo, non possiamo farcelo sfuggire.</div>
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Giovanni Margaronehttp://www.blogger.com/profile/07224042398486223201noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5203784629794336692.post-49752433096102893472013-09-20T23:38:00.002-07:002013-09-21T03:36:06.898-07:00Manca un futuro di speranza<div style="text-align: justify;">
Mentre assistiamo attoniti al carosello mediatico del teatrino della politica italiana, ormai stanchi del susseguirsi di eventi e situazioni guardati all'estero con senso di distacco, noi cittadini italiani continuiamo a guardare dalla finestra semmai possiamo scorgere, in lontananza, un futuro di speranza.</div>
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Non lo vediamo. Forse non l'abbiamo mai visto. Forse l'avevamo visto, tanto tempo fa.</div>
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Siamo i nipoti della guerra, dopo di essa l'Italia si rimboccò le maniche e si ricostruì, tempi ormai remoti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Oggi la situazione è cambiata, dopo quella ricostruzione e tutti gli avvenimenti che contribuirono a fare dell'Italia una delle prime potenze economiche del mondo, siamo ormai da anni in una situazione di stallo sia politica, sia economica.</div>
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Padrona di questa situazione dalla quale non si riesce a uscire è la perenne instabilità politica e l'incapacità di gestire quell'economia finanziaria che, pesantemente, soffoca l'economia reale, il vero volano di una società.</div>
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Legati a logiche europee tecnocratiche, l'Italia si trova ingabbiata con le stesse sue mani: impegni presi e da onorare con, di contro, una disastrosa situazione finanziaria legata la debito pubblico.</div>
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La necessaria rigidità e autorevolezza di un governo attualmente manca e ora, come non mai, sarebbe più che indispensabile.</div>
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L'Italia non riesce a guardare al futuro, incancrenita dai suoi mali più insidiosi e, agli occhi dei partners occidentali, continua a mostrarsi quale nazione sempre più povera e ingovernabile.</div>
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Si ricomincia a parlare di emigrazione e non solo al Sud, tristissimo, aumenta la disoccupazione.</div>
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Non si riescono ad attrarre investimenti dall'estero e la recessione dell'industria continua in modo inarrestabile.</div>
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In un quadro cosi drammatico, che connota una tipica situazione di stallo, i cittadini continuano a pagarne le conseguenze e non solo in termini economici.</div>
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Basta fare dei giri per le fabbriche, quelle piccole e medie, dove esiste ancora una figura fisica di imprenditore spesso legata alla famiglia, guardando negli occhi queste persone si coglie subito un grande stato di disagio.</div>
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Clienti che non pagano, specie gli enti pubblici! commesse diminuite, banche che non fanno credito, operai spesso lasciati a casa in cassa integrazione per mancanza di ordini, l'incidenza fiscale sempre più pesante: un quadro a dir poco desolante. Le fabbriche che falliscono fanno morire il lavoro e tutto l'indotto che gira attorno a esse, in un effetto domino devastante, manca la liquidità, manca il denaro, ma questo dov'è? </div>
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Nelle banche, i veri protagonisti dell'economia attuale legate all'economia finanziaria speculativa, lontane ormai da quella missione di credito che originariamente avevano.</div>
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Un sistema bancario gestito ad <i>hoc</i> per realizzare facili profitti basati sulla speculazione finanziaria e non al servizio dei cittadini e delle imprese quindi dell'economia reale basata sulle persone e sul loro lavoro; banche che per accedere al credito, semmai venga concesso, pretendono garanzie onerose sui beni delle imprese, in pratica se il debito non viene onorato la banca si prende l'impresa.</div>
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Con questo sistema fallace difficilmente l'economia italiana potrà ripartire, specialmente se continueremo ad attuare politiche troppo agganciate alle commissioni europee e alle logiche di bilancio, lontane dai cittadini che non intravedono nessun futuro di speranza.</div>
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Giovanni Margaronehttp://www.blogger.com/profile/07224042398486223201noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5203784629794336692.post-91995623536451302562013-06-30T15:15:00.001-07:002013-06-30T15:19:34.035-07:00La Croazia nell' U.E..<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: #333333; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; line-height: 17px;">Come al solito, i media italiani non hanno dato il giusto risalto a questo avvenimento storico, che non solo sancisce l'appartenenza di questo Stato all'Unione Europea, ma pone fine, definitivamente, alla terribile vicenda iniziata con lo sgretolamento della ex-Jugoslavia costata migliaia di vite umane; una terribile guerra civile alla porte di casa nostra alla quale, anche quella volta, l'informazione italiana non diede il giusto peso. La disinformazione non rende giustizia ai 300.000 istriani, che furono costretti ad abbandonare le proprie terre che furono da Tito razziate e annesse alla Jugoslavia, e ai caduti delle foibe.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: #333333; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; line-height: 17px;">L'annessione delle Croazia all'UE abbatte un confine che fu eretto mentre l'Europa si univa, un paradosso storico che solo chi l'ha vissuto può realmente comprendere.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: #333333; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; line-height: 17px;">Si, perché le popolazioni dell'ex-Jugoslavia oppresse dalla dittatura di Tito fino al 1980 e sottoposte comunque all'egida comunista fino al 1991, hanno conquistato col sangue la libertà. Dopo la Slovenia, che si proclamò indipendente dopo una guerra civile durata dieci giorni, fu proprio la Croazia teatro di un sanguinoso conflitto che si sarebbe rapidamente esteso in Bosnia-Erzegovina; un conflitto terribile che finì quasi per essere dimenticato dalla comunità internazionale.</span><br />
<span style="background-color: white; color: #333333; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; line-height: 17px;">Atroci eccidi, profughi, disperazione: tutto questo successe nella ex-Yugoslavia e oggi i mass-media con sintetici articoli e frettolosi interventi televisivi a malapena ci notiziano di un fatto di portata storica, come se tutto quello che è accaduto nella Regione balcanica fosse da dimenticare.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: #333333; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; line-height: 17px;">Tutto ciò riempie di grande tristezza.</span></div>
Giovanni Margaronehttp://www.blogger.com/profile/07224042398486223201noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5203784629794336692.post-76713951110913474542013-06-22T23:37:00.000-07:002013-06-23T11:55:20.307-07:00Dignità<div style="text-align: justify;">
L'anniversario della strage di Capaci e la morte di Don Gallo, una concomitanza significativa, densa di contenuti e di stimolanti riflessioni.</div>
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Da una parte il ricordo, triste, di un attentato orribile contro chi aveva, in prima persona, combattuto la mafia, che aveva dedicato la propria vita, fino a perderla, al nobile fine di liberare la Sicilia e l'Italia da un cancro insidioso che prendeva tutti, a partire dagli ultimi.</div>
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Dall'altra la scomparsa di una persona che aveva dedicato la propria vita agli ultimi, col fine di liberarli dalla propria condizione di inferiorità sociale e inserirli, riconsegnando loro la dignità.<br />
In questa società violenta e incapace di trovare una condizione di equilibrio, ci sono persone che hanno coraggio di affrontare il male, che hanno voglia di contribuire personalmente a migliorare le condizioni sociali; spesso sono anche contestate in quanto controcorrente, contro dogmi nati nel passato che nessuno ha voluto aggiornare o adattare alle nuove necessità del mondo attuale.<br />
La dignità dell'uomo è sempre in pericolo, il mondo continua ad essere manovrato per gli interessi di pochi in nome del dio denaro, una situazione che non è cambiata, nella sostanza, rispetto al passato, anche lontano, si è solo trasformata ad adattata ai tempi.<br />
Il mondo era e continua a essere popolato da una massa di poveri enorme, i quali non riescono a conquistare la propria dignità, in moniti lanciati da chi si vuole occupare di loro sono inascoltati causa un senso di indifferenza generale, la stessa che c'era in passato, in questo la società non si è affatto evoluta.<br />
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Giovanni Margaronehttp://www.blogger.com/profile/07224042398486223201noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5203784629794336692.post-40749171219104999662013-05-10T22:44:00.000-07:002013-05-13T12:17:51.038-07:00La continuità della vita.<div style="text-align: justify;">
L'uomo, per sua natura, possiede l'istinto della sopravvivenza che ha quale scopo la continuazione della sua esistenza al mondo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Si nasce, si vive, si procrea e si muore, il senso di tutto questo è più grande dell'uomo che ha cercato di dare spiegazioni in tutti i campi del suo scibile e l'uomo, con la la sua intelligenza, chiedendosi il perché della sua esistenza ha avviato, sin dalla sua comparsa, un sorprendente processo evolutivo diventando quello che ora è, dando un senso alla vita e all'esistenza.</div>
<div style="text-align: justify;">
Tutto questo giustifica e motiva la condizione umana di voler andare sempre avanti, anche di fronte alle difficoltà della vita e poi alla morte, la fine del percorso biologico. </div>
<div style="text-align: justify;">
E' difficile accettare la morte, come difficile è accettare l'idea di un'esistenza ultraterrena e credere nella resurrezione, in campo spirituale ci sono diversi postulati riguardo al concetto della resurrezione e dell'aldilà.</div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Io sono convinto che la fine biologica sia l'inizio di una nuova fase della vita, ciò sembra in antitesi con il concetto di vita e morte, ma non lo è</i>.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ognuno di noi, nel corso della propria vita, lascia indelebili tracce di se stesso: procreando, il suo dna viene donato agli eredi che e ciò viene demoltiplicato nelle generazioni successive, il suo modo di essere viene recepito da chi ha ha vissuto con lui e da chi ha saputo di lui, il suo pensiero e il suo estro, presente in ogni individuo, viene testimoniato da ciò che ha fatto e da ciò che ci ha lasciato.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ogni individuo ha la sua storia e il ricordo di essa è la sua riattualizzazione.</div>
<div style="text-align: justify;">
Chi ci ha lasciato continua a vivere con ciò che lui è stato, e tutto ciò che rimane di lui, anche il ricordo del suo sorriso, lo renderà vivo dentro di noi per sempre.</div>
<div style="text-align: justify;">
Tutto questo rafforza quel bisogno di continuare ad andare avanti nella vita, perché chi resta fa rivivere chi ci ha lasciato, i suoi ideali, i suoi insegnamenti, le testimonianze di sè stesso che vengono cosi riattualizzati e lui continua a vivere in noi.</div>
Giovanni Margaronehttp://www.blogger.com/profile/07224042398486223201noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5203784629794336692.post-89291213307816792072013-03-24T00:26:00.000-07:002013-03-24T04:24:21.555-07:00SITUAZIONE DI STALLO<div style="text-align: justify;">
Le analogie con periodi oscuri del passato in relazione all'attuale situazione politica e sociale italiana sono evidenti, siamo in un periodo dove non si riesce a vedere al futuro, scavando in un presente sempre più impantanato dove vince la rassegnazione e lo sconforto.</div>
<div style="text-align: justify;">
Non riusciamo più ad essere custodi di noi stessi, in un'intricata vicenda umana che sa più di involuzione che di progresso.</div>
<div style="text-align: justify;">
L'Italia continua a dimostrarsi incapace di autodeterminarsi sull'onda di una crisi economica dura, una situazione che rischia di aprire scenari infelici frutto di una gestione nefasta del popolo italiano.</div>
<div style="text-align: justify;">
Viviamo sotto l'ombra di un'Europa che pretende da noi di stare alle regole, quelle stesse regole la cui ottemperanza era stata solennemente promessa mediante la sottoscrizione di trattati e accordi, nel contempo il dover ottemperare ai dettami europei in termini di economia ci è costato molto e, purtroppo, non è bastato.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il risultato delle operazioni di risanamento effettuate in quest'ultimo anno si è manifestato nell'aumento della disoccupazione, dal calo dei consumi, dovuto all'aumento delle imposte indirette e del generale sistema impositivo, la chiusura di migliaia di imprese.</div>
<div style="text-align: justify;">
Continua ad esserci una sostanziale incapacità nel fronteggiare le economie asiatiche e nell'attrarre le economie estere nel mercato interno.</div>
<div style="text-align: justify;">
Non c'è stata volontà a frenare la delocalizzazione all'estero delle imprese italiane.</div>
<div style="text-align: justify;">
Sul piano culturale abbiamo assistito ad una condizione sempre più precaria della scuola e dell'università, tagli netti alle spese per l'istruzione hanno provocato questo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Pur sbandierando sempre e comunque i tristi dati dell'evasione fiscale (130 miliardi annui n.d.r.) tecnici e politici hanno fatto ben poco, non sono stati emanati provvedimenti efficaci per gli organi di controllo, l'evasione fiscale continua ad essere un cancro italiano che deprime la società civile e rende l'Italia agli occhi del mondo una nazione inaffidabile.</div>
<div style="text-align: justify;">
Anche su temi quali la corruzione poco continua ad essere fatto nel quadro di un ordinamento giuridico troppo garantista e ferruginoso che non riesce a rendere giustizia nel contrasto a questo grave fenomeno.</div>
<div style="text-align: justify;">
Troppe parole continuano a rimbombare nello scenario politico italiano, le promesse elettorali continuano a rimanere tali, mentre l'economia reale continua a recedere, la disoccupazione aumenta e il potere d'acquisto delle famiglie continua a diminuire.</div>
<div style="text-align: justify;">
Le ultime elezioni hanno consegnato un quadro di incertezza delle scelte politiche degli italiani, che hanno votato con una legge elettorale che nessuno ha voluto cambiare nonostante ne avesse la possibilità.</div>
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Dalle elezioni è cresciuto il voto di protesta verso forze nuove che però, finora, hanno solo creato muri con la forze politiche tradizionali senza dare risposte concrete su quello che vorrebbero fare per il paese e la difficoltà oggettiva di dare un governo stabile e credibile al paese è uno stato di fatto.</div>
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Temi quali i costi della politica sono stati sfruttati per far leva sul popolo, ma non si è pensato che per risolvere i problemi urgenti di questi paese, sono necessarie persone capaci che, con la necessaria professionalità, siano in grado di legiferare provvedimenti che diano risposte alla risposta di concretezza che provengono dalla società civile.</div>
<div style="text-align: justify;">
Non è solo dimezzando la paga dei parlamentari che si risolvono i problemi, è necessario che i parlamentari siano di una tale di eccellenza che con trasparenza e senso del dovere verso al nazione, eseguano con onestà di intenti il loro delicato e gravoso compito.</div>
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Certo, è apprezzabile l'intento di voler cambiare e ringiovanire il Parlamento con forze nuove ma, purtroppo, non è sufficiente, la ventata di nuovo deve concretizzarsi in effetti concreti e nella composizione di forze che possano avere, altresì, una potente voce in capitolo in ambito europeo e riescano a contribuire trasversalmente per fare quelle riforme istituzionali quanto mai necessarie che vengono decantate da tempo immemorabile e che non mai state fatte.</div>
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Comunque il cambiamento dev'essere <i>bipartisan</i>, tutte le forze politiche devono avere volti nuovi, perché i vecchi e soliti argomenti di questi ultimi vent'anni la maggior parte degli italiani non li vogliono più sentire.</div>
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Giovanni Margaronehttp://www.blogger.com/profile/07224042398486223201noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5203784629794336692.post-55001908205369983672013-03-16T11:31:00.000-07:002013-03-17T04:39:36.481-07:00Papa Francesco.<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8SU9S4QupYViRYM-0K7wEK_JxALR45W_cl5DifkUlWoEaGJrEl0A2jHNA4k2xBLuxOds8fse8BoOFcxV43WWuY26J-neLHdwk5RzIht7a2Gi3_iMfHegOBBtnRyl_W0bWD-lxFulVLGAc/s1600/59116_123903947797064_786799546_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8SU9S4QupYViRYM-0K7wEK_JxALR45W_cl5DifkUlWoEaGJrEl0A2jHNA4k2xBLuxOds8fse8BoOFcxV43WWuY26J-neLHdwk5RzIht7a2Gi3_iMfHegOBBtnRyl_W0bWD-lxFulVLGAc/s320/59116_123903947797064_786799546_n.jpg" width="320" /></a>Si, ho aspettato, volevo che mi passasse l'emotività per scrivere un articolo su Papa Francesco, perchè solo stemprando l'eccitazione del momento si riafferma la razionalità e veramente si riesce a scrivere qualcosa di originale.</div>
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Certo, questo mese di marzo del 2013 ce lo ricorderemo, almeno noi italiani, per le novità che stiamo vivendo di giorno in giorno.</div>
<div style="text-align: justify;">
Tanti articoli fa scrissi di Papa Wojtyla, della sua ombra che soggiace su di noi attraverso il suo ricordo indelebile, della sua personalità che ha colpito tutti: credenti e non credenti, promuovendo il dialogo con le altre religioni in quanto tutti figli di unico Dio.</div>
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La figura di Giovanni Paolo II è stata caratterizzata dalla sua essenzialità, dal suo riavvicinamento a noi tutti, alla sua umiltà.</div>
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Dopo le dimissioni di Ratzinger, col suo voler nascondersi al mondo in nome di Dio, il mondo è rimasto attonito e si è chiesto cosa stesse succedendo alla Chiesa; ma abdicare è stato un gesto straordinario e di grande umiltà che ha consentito poi l'elezione di un Papa che potesse ridare slancio alla Chiesa, una missione difficile e delicata.</div>
<div style="text-align: justify;">
Finito il conclave, ancora una volta i sondaggi hanno fallito clamorosamente da quando il Protodiacono ha pronunciato il nome del Card. Bergoglio, li si è scritta la storia.</div>
<div style="text-align: justify;">
Lo stupore e la commozione è però aumentata quando il mondo veniva portato a conoscenza del nome che il nuovo Papa si era dato: Francesco.</div>
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Il conclave è stato veramente frutto di uno straordinario lavoro dei suoi cardinali, cercando un Papa che potesse essere segno di rinnovamento e di pace.</div>
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Francesco il Santo dell'umiltà e della povertà, perseguitato dalla potente chiesa terrena come un eretico, che voleva essere l'ultimo degli ultimi, servo dell'umanità come era stato Gesù Cristo morto sulla croce.</div>
<div style="text-align: justify;">
Le prime immagini di questo Papa difficilmente potranno dimenticarsi, perché il primo, grande messaggio che ha voluto darci chiedendo la benedizione ai fedeli su di sè è stato quello di dirci "voglio stare con voi, unirmi a voi in questo cammino" nel nome di una chiesa povera per i poveri, nel segno dell'umiltà in mondo gravemente predominato dagli egoismi e dalla prepotenza, dove la materialità ha sopraffatto anche i più essenziali valori umani e dove i giovani vagano disorientati verso un futuro sempre più incerto e cupo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Osservando anche i piccoli gesti di questo Papa in questi pochi giorni del suo pontificato, mi sono reso conto che ci troviamo di fronte all'assoluta novità che serberà tante sorprese positive, in tanti aspetti sovviene il ricordo di Papa Luciani, tra quelli di Papa Giovanni e Giovanni Paolo II.</div>
<div style="text-align: justify;">
Papa Francesco ama parlare a braccia, i promemoria scritti sono sempre intermezzati da interventi improvvisati e rivolti alla platea, come fa un buon parroco ai suoi fedeli nella sua semplicità.</div>
<div style="text-align: justify;">
A simili manifestazioni d'affetto chi ascolta non può che sentirsi a suo agio.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma questa personalità è frutto di una vita dura, perchè Bergoglio arriva dalla trincea, chi sta in prima linea, seppur in posizione più privilegiata, soffre come gli altri.</div>
<div style="text-align: justify;">
L'Argentina è stata terra dura, governata da dittature con crisi economiche e povertà diffusa, laggiù Bergoglio visse con i più poveri, disdegnando e combattendo le ostentazioni di una Chiesa ricca. </div>
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Con Bergoglio cambia un asse secolare della Chiesa Cattolica, il mondo sudamericano, cattolico è ora più vicino all'Europa sempre più laica.</div>
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Papa Francesco sono sicuro che ci sorprenderà, anzi, continuerà a sorprenderci, probabilmente con lui assisteremo ad un vero riavvicinamento della Chiesa ai suoi fedeli, in un'epoca dove scarseggiano le vocazioni e le chiese sono mezze vuote.</div>
<div style="text-align: justify;">
Nella sua prima Messa celebrata con i cardinali, Papa Francesco ha detto che la Chiesa deve camminare, edificare e confessare; camminare assieme ai suoi fedeli senza tralasciare nessuno come il buon pastore, edificare perchè l'uomo deve essere costruttivo per dare un senso alla sua vita e quindi la Chiesa deve costruire sempre quel percorso spirituale di pace per tutta l'umanità, confessare perchè solo rendendosi conti dei propri peccati l'uomo può vivere in un mondo migliore.</div>
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La missione di Papa Francesco è dura e su questo non vi è dubbio, il mondo ha bisogno di persone come lui, che in questo periodo storico particolare illuminino il cammino di un'umanità che vaga nel buio.</div>
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Giovanni Margaronehttp://www.blogger.com/profile/07224042398486223201noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5203784629794336692.post-37727310146155229572013-03-09T23:04:00.000-08:002013-09-29T09:10:55.275-07:00Dopo il voto...<div style="text-align: justify;">
Riassumendo, dopo le elezioni è cambiata la geografia politica dell'Italia, il popolo ha scelto e la sua scelta va rispettata.</div>
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C'è stato l'avvento di una forza nuova, mentre all'estero purtroppo i nostri partner continuano a guardarci con diffidenza nonostante le rassicurazioni del Presidente della Repubblica.</div>
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Forse sta cambiando qualcosa e questo gli Italiani lo sperano, ma non sperano soltanto che finisca l'austerità, che ci sia lavoro, che l'economia si rimetta in moto, vogliono che la politica sia pulita e che svolga una <i>mission </i>esclusivamente a favore del popolo.</div>
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Siamo tutti angustiati dai continui scandali dove persone elette hanno approfittato della propria posizione per arricchirsi e fare i propri comodi.</div>
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Hanno munto tutto quello che potevano, hanno ingannato i propri elettori, hanno infangato l'Italia, la sua reputazione: siamo stati danneggiati tutti.</div>
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Adesso si chiede la svolta e le elezioni ne sono state la prova.</div>
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Questa situazione ha scosso la classe politica mettendola alla gogna, adesso bisognerà trovare la soluzione, la più coerente per dare un governo al paese e anche in fretta.</div>
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Di certo, la soluzione meno appropriata è quella di tornare alle urne perchè:</div>
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il voto è stata espressione libera e democratica del popolo sovrano;</div>
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non è accettabile che venga chiesto ai cittadini di tornare a votare, chi ha la responsabilità di sciogliere i nodi deve prendere atto delle scelte dei cittadini e fare!</div>
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tornare al voto con l'attuale legge elettorale probabilmente non cambierebbe di molto i risultati ottenuti.</div>
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Una cosa è certa: che adesso il popolo vuole risposte e non solo parole, la situazione dell'Italia è degradata ma non irrecuperabile, in parlamento si insedieranno persone nuove, magari inesperte, ma piene di entusiasmo e volontà, tutti gli schieramenti sono ringiovaniti e l'ora della buona e sana politica.<br />
La gente non ne vuole più sapere di scandali, corruzione, orge, di gente indegna, è stufa.<br />
Lo so, sono cose dette e ridette, ma penso che ripeterle non faccia mai male.<br />
Bisogna sfatare l'idea che l'Italia sarà sempre cosi: non è vero.<br />
L'Italia è un paese pieno di risorse, la creatività italiana è invidiata nel mondo, la nostra forza sono le giovani generazioni, coloro i quali stanno vivendo in prima persona il contatto con la società civile.<br />
Al sud i giovani hanno avuto il coraggio di protestare contro la mafia e con lo stesso coraggio contrasteranno il malaffare e la politica sporca, tutto è destinato inevitabilmente a cambiare, tutto.<br />
Il segnale che ha dato il popolo in queste elezioni va considerato attentamente, il popolo ha fatto il suo dovere, ora spetta agli attori della politica democraticamente eletti a fare il resto.<br />
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<br />Giovanni Margaronehttp://www.blogger.com/profile/07224042398486223201noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5203784629794336692.post-18806607267795535252013-02-27T09:01:00.000-08:002013-02-27T09:01:23.242-08:00Non abbandono la croce<div style="text-align: justify;">
Non c'è dubbio: stiamo vivendo un momento storico che non coinvolge solo i cristiani e i cattolici, alle 20 del del 28 febbraio 2013, su sua libera scelta, Papa Benedetto XVI, dopo un pontificato durato quasi otto anni, sarà Papa dimissionario.</div>
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Oggi, nella sua ultima udienza pubblica seguita del mondo intero davanti ad una piazza gremita di fedeli, il Papa ha voluto parlare di sè stesso, delle ragioni delle sue dimissioni, rassicurando tutti sul fatto che "non si ritirerà a vita privata, ma continuerà a vivere per Gesù Cristo e per la Chiesa".</div>
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Il fatto storico nasce dalla novità di questa scelta sofferta da parte di un uomo che aveva accettato l'investitura petrina dimostrandosi sin da subito perseverante nella tradizione.</div>
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Con la sue dimissioni ha voluto dare un segnale forte, ha voluto dire al mondo che la figura papale deve essere in grado di colloquiare col mondo e che anche il Papa deve essere consapevole se le sue forze siano sufficienti o meno per continuare il suo uffizio.</div>
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Da quando è giunta la notizia delle dimissioni del Papa, molte sono state le opinioni al riguardo e la ricerca delle vere motivazioni hanno pervaso.</div>
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Essenzialmente i contrari hanno asserito che un Papa non può eticamente dimettersi perchè Gesù non scese dalla croce; le dimissioni sono tuttavia previste dal Diritto Canonico, semplicemente la norma non era stata ovviamente applicata da secoli.</div>
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I favorevoli hanno invece affermato sostanzialmente che sia giusto che un uomo di età avanzata, l'unica motivazione peraltro menzionata dal Pontefice, si metta a riposo anche se Papa.</div>
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Ratzinger ha parlato di forze sempre più deboli e il Papa invece queste forze le deve avere per affrontare e farsi carico dei problemi dell'umanità e del rapporto ecumenico con le altre religioni in nome di quell'apertura cosi introdotta dal Concilio Vaticano II.</div>
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Senz'altro stupisce il fatto di un conclave in atto con il precedente Papa vivo, di avere nel prossimo futuro un Papa emerito e un Papa in carica, stupisce tutto perchè è stata infranta una convinzione, quella di ritenere che un Papa debba regnare fino alla fine dei suoi giorni.</div>
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Come dicevo anche la santità dell'incarico petrino è stato soggetto ad un balzo nel futuro della Chiesa e l'attuale Papa, con il suo gesto, ha esattamente fatto questo.</div>
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Il significato di questo fatto nuovo della Chiesa Romana può essere un preludio ad un riavvicinamento al mondo iniziato con Papa Giovanni XXIII, una chiesa vicina alla società che continui a diffondere il verbo evangelico, che continui il dialogo con tutte le altre religioni, che perseveri nella lotta alle diseguaglianze sociali a favore dei più deboli.</div>
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Il successore di Papa Ratzinger avrà il compito di rilanciare la chiesa nella società e di tenere uniti i suoi ministri affinchè possano compiere con serenità il proprio ministero.</div>
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Giovanni Margaronehttp://www.blogger.com/profile/07224042398486223201noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5203784629794336692.post-24793138936242735152013-02-22T11:00:00.001-08:002013-02-23T00:02:15.290-08:00Verso il voto<div style="text-align: justify;">
Mai come questa volta il popolo italiano si troverà in imbarazzo nella scelta di chi dovrà rappresentarlo nel corso della prossima legislatura.</div>
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La campagna elettorale che sta per concludersi è stata affannosa e confusionaria, è stata una corsa alle promesse che difficilmente verranno mantenute sin dal giorno dopo le elezioni, nel corso del periodo elettorale sono apparsi diciamo i "soliti scandali" volutamente messi in risalto dai media al fine di influenzare l'opinione pubblica.</div>
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Certo, il caso grave di MPS fa riflettere e sconcerta, la vicenda giudiziaria della banca più antica del mondo, se letta nel giusto verso è un po' il riassunto del malaffare finanziario italiano che, purtroppo, non fa che rendere sempre più inaffidabile la nostra immagine nazionale.<br />
Anche qui a pagarne le conseguenze non saranno, paradossalmente, gli autori dell'oscura faccenda ma i cittadini, i risparmiatori, coloro che avevo affidato i loro patrimoni costruiti a fatica, frutto del loro onesto lavoro.</div>
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I responsabili saranno sottoposti ad una giustizia lenta e ferruginosa non al passo con i tempi, procedimenti annosi che si concluderanno solo al terzo grado di giudizio quando la gente se ne sarà quasi dimenticata e cosi gli artefici l'avranno fatta franca grazie alle prescrizioni, alle attenuanti ed ai mille rivoli delle arringhe giudiziarie.</div>
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Ma, tornando alle elezioni, la sensazione percepita riguardo agli scandali che toccano questa o quella fazione politica è che tutto sia finalizzato come sempre alla strumentalizzazione potenziata dai giornali e dalle tv sempre condizionati dalle correnti politiche.</div>
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Nel corso della campagna elettorale, tutto è stato detto contro tutto da parte di molteplici correnti politiche personali che hanno frammentato il quadro dei partiti portando solo una grande confusione. </div>
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Annunci clamorosi tali creare suggestione, povertà di contenuti, programmi approssimativi per la maggior parte irrealizzabili a causa della grave situazione finanziaria del paese e delle sue contraddizioni ma, soprattutto, la presenza di una politica non più credibile, ingessata nei suoi preconcetti e nelle sue ideologie, che continua a lanciare quel messaggio di immobilismo di un'Italia che non riesce a cambiare.</div>
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E' intanto il popolo, vessato dall'ultimo governo tecnico, osserva sconsolato senza alcun ottimismo e vede un futuro sempre più incerto e difficile.</div>
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Da qui la tendenza a disertare le urne certo: il voto è un diritto non un dovere ma non andare significa, purtroppo, non concorrere a fare del voto larga espressione nel sillogismo di elezioni che non porteranno a rappresentare il vero consenso popolare.</div>
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Mai come adesso, rispetto al passato, c'è certezza sui risultati, i sondaggi hanno dato indicazioni ma non possono fornire le reali intenzioni di voto, una cosa è certa: o continuerà il discorso politico che c'è stato finora che ha portato inevitabilmente l'Italia al declino, oppure ci sarà un svolta epocale, comunque nulla è dato per scontato.</div>
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Purtroppo, attualmente, in Italia manca una figura, e non c'è nelle attuali offerte politiche, che possa fermamente dare risposte concrete alle richieste dei cittadini e cominciare veramente una nuova era politica, almeno cosi credo.</div>
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La politica della protesta, tuttavia, otterrà sicuramente risultati apprezzabili a quanto pare.</div>
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Staremo a vedere. </div>
Giovanni Margaronehttp://www.blogger.com/profile/07224042398486223201noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5203784629794336692.post-15387699613936237752012-12-30T10:42:00.000-08:002012-12-30T10:42:21.022-08:00Addio Professoressa..<div style="text-align: justify;">
E' difficile scrivere qualcosa su Rita Levi Montalcini che qualcun altro non abbia già pensato, ma mi sembrava doveroso e quantomai significativo lasciare una traccia in questo blog a ricordo di una persona straordinaria.</div>
<div style="text-align: justify;">
Personalmente la Professoressa è una di quelle persone che io ho sempre sentito "eterne", forse perchè la sua vita ha abbracciato diverse generazioni, la mia compresa, perchè ciò che lascia è immortale in quanto la scienza è immortale.</div>
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In questo blog scrissi un articolo riferito a persone che hanno cambiato il mondo, bene: Rita Levi Montalcini è una di queste e come tutti i grandi se n'è andata in punta di piedi, in silenzio, nella sua modestia.</div>
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Una lunga vita dedicata alla scienza nel corso di due secoli nei quali altre persone straordinarie hanno lasciato il loro segno indelebile diventando immortali.</div>
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In questo tempo cosi segnato dall'oscuro, spesso non pensiamo ai sacrifici e alla genialità di certe persone che per contribuire nel loro campo al progresso dell'umanità hanno dedicato la loro stessa vita alla scienza.</div>
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Grazie a persone come la Montalcini oggi siamo in grado di combattere nemici dell'uomo che prima neanche conoscevamo.</div>
<div style="text-align: justify;">
La genialità di queste persone cosi grandi spesso non la percepiamo, perchè il loro lavoro è silenzioso e spesso, nella storia, sono stati persino perseguitati come successe con Galileo.</div>
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Oggi rendiamo omaggio a questa grande donna che ha creduto in quello che faceva fino alla fine e che ha lasciato un'eredità scientifica enorme di immenso valore e l'umanità intera deve esserle grata anche per ciò che la scienza sarà in futuro.</div>
Giovanni Margaronehttp://www.blogger.com/profile/07224042398486223201noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5203784629794336692.post-53545903576936980952012-12-19T09:33:00.001-08:002012-12-19T09:33:29.042-08:00L'homme de Noel<i>Un jour en hiver</i><br />
<i>l'homme passe pour une rue de verglas</i><br />
<i>Il fait froid, très froid</i><br />
<i>le temps c'est passè</i><br />
<i>le pensèe de l'homme tombent sur la neige</i><br />
<i>qu'est-ce-que vous faites? Dit une madame qui passait just à coute</i><br />
<i>je suis pouvre madame, dit l'homme</i><br />
<i>la vie ne m'a pas donnè rien!</i><br />
<i>maintenant c'est Noel</i><br />
<i>les enfant e tout le monde attend les cadeaux</i><br />
<i>... et pour moi? Que-est-ce qu'il ya?</i><br />
<i>Noel n'est pas pour moi</i><br />
<i>je n'ai pas un sou</i><br />
<i>pour le pauvres Noel est toujours le meme jour!</i><br />
<i>si le monde à Noel ne pense pas aux pauvres, qu'est-ce-que ce Noel?</i><br />
<i>La neige tombe sur l'homme, il fait froid, pour lui-meme n'est pas Noel.</i><br />
<br />
<br />Giovanni Margaronehttp://www.blogger.com/profile/07224042398486223201noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5203784629794336692.post-51311451502701498612012-12-19T09:25:00.002-08:002012-12-19T09:29:12.637-08:0021.12.2012<div style="text-align: justify;">
Siamo ormai al count-down, i Maya dopodomani hanno fatto finire il calendario, sul web in questi giorni stanno impazzando le tesi più assurde, le fantasie più variopinte.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il termine "fine del mondo" lo si associa al meccanico terminare di tutto ciò che esiste, umanità compresa, uno scenario apocalittico associato al giudizio universale quando Dio, nel senso più assoluto del termine, chiede all'uomo di redimersi dai peccati e viene giudicato definitivamente su cosa è stato.</div>
<div style="text-align: justify;">
La storia dell'uomo è costellata di eventi, di segni incisi nel tempo.</div>
<div style="text-align: justify;">
L'uomo ha voluto cadenzare il suo tempo per memorizzare la storia e dare un senso al suo io.</div>
<div style="text-align: justify;">
La data del 21.12.2012 non è del tutto priva di senso, tralasciando i catastrofismi ingiustificati, a mio avviso, è comunque ormai tanto tempo che l'umanità si chiede dove stia andando e forse è giunto il momento, magari coincidente con questa data, ma comunque coincidente con questa epoca, di interrogarsi profondamente e meditare su ciò che siamo e come saremo.</div>
<div style="text-align: justify;">
E' un momento di forte crisi esistenziale e di smarrimento questa epoca, l'umanità vive nella paura, manca la sicurezza, si stanno incrinando ciò che dovevano essere assiomi assoluti, principi incrollabili.<br />
L'instabilità sta minando l'uomo dalle fondamenta, per questo, se volete, scegliamo pure una data, il 21 dicembre prossimo, da dedicare alla riflessione e trovare la soluzione per dare una svolta in senso positivo a questo nostro mondo.<br />
Nel secolo scorso ci sono stati cambiamenti radicali, milioni di persone sono morte per consegnare a noi posteri un mondo migliore, si è affermata la libertà, è stata sottoscritta la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, di ogni uomo e donna; è stato tutto straordinario dopo secoli in cui l'uomo era suddito, spoglio della sua dignità.<br />
Questa dignità, oggi, la stiamo perdendo, altre forze, altri poteri, stanno prevaricando l'uomo facendogli perdere quella centralità fondamentale per la sua stessa esistenza, ma l'uomo non può perdere!<br />
Per questo, ora più che mai, in quest'epoca traviata da crisi e oscurata dall'insicurezza, l'uomo deve interrogarsi affinchè non arrivi una nuova "restaurazione" ossia la recessione, la regressione.<br />
Preservare la pace, portarla dove ancora non c'è, preservare la democrazia, il lavoro, mettere al bando scellerate ideologie imperialiste, gli egoismi, le violenze, contrastare i predomini economici, tornare alla solidarietà sociale partendo dagli ultimi, dare voce a tutti; tutto ciò contribuirà a far risorgere la nostra civiltà e a dare quella spallata per riaffermare la dignità umana.</div>
Giovanni Margaronehttp://www.blogger.com/profile/07224042398486223201noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5203784629794336692.post-17286121298126883782012-12-03T10:40:00.000-08:002012-12-03T12:00:57.136-08:00Costi o risorse?<div style="text-align: justify;">
E' da tanto tempo, in Italia e non solo, che si sente parlare nelle più fantasiose sfumature di tagli ai costi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Io vorrei innanzitutto chiarire cos'è un costo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Chi ha studiato economia sa bene che un costo può essere un verosimile danno per chi fa impresa come può essere un impegno di investimento, un costo dannoso è quello che incide negativamente nell'andamento dell'impresa che la impoverisce che ne crea nocumento.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il costo buono, invece, genera profitto e quindi è un investimento che produce nel breve, medio o lungo termine ricchezza: è un bene.</div>
<div style="text-align: justify;">
Da queste argomentazioni, che di per sè possono sembrare un po' difficili da comprendere specialmente per chi non ha rudimenti di ragioneria o logica aziendale, si può partire agevolmente, effettuando i dovuti rapporti, per arrivare a quello che succede nell'amministrazione di uno stato.</div>
<div style="text-align: justify;">
Se ne sente parlare tutti i giorni, in questo ultimo anno il dibattito si è accresciuto, spesso non si capisce il perchè di certi discorsi, ma, comunque il cittadino medio ha afferrato bene certi concetti fornendo approcci critici che non possono essere ignorati da chi ha incarichi di governo ai vari livelli.</div>
<div style="text-align: justify;">
Tagliare, ossia, diminuire i costi è di per sè semplice, la logica dei tagli o dell'eliminazione delle spese rientra in un'ottica di risparmio di per sè giusta: il buon padre di famiglia eliminando le spese futili in tempi di ristrettezze tutela il bilancio familiare evitando l'indebitamento e il fallimento.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma la diligenza del buon padre di famiglia, un principio cardine nell'ordinamento giuridico, dev'essere saggiamente dosata in ogni questione economica.</div>
<div style="text-align: justify;">
Tornando all'azienda, alla quale sempre più si ispira l'amministratore pubblico per salvaguardare le finanze, si rileva che l'impresa tutela i suoi interessi evitando gli sprechi e migliorando i propri investimenti, un investimento sbagliato danneggia l'impresa mettendo in serio pericolo il risultato economico voluto.</div>
<div style="text-align: justify;">
In campo pubblico le cose sono ben diverse: nella logica di bilancio, non essendovi lo scopo del lucro, ovviamente, ed essendovi fattori influenzanti di svariata natura a partire dalla tipologia di politiche perseguite, ecco che viene messo da parte troppo spesso il concetto della buona amministrazione, entrando in gioco logiche svianti derivate da politiche fallimentari attuate contro l'interesse dei cittadini.</div>
<div style="text-align: justify;">
In uno stato in difficoltà economiche come l'Italia si continua a perseverare una politica dei tagli dei costi pubblici: giusto, ma verso quali?</div>
<div style="text-align: justify;">
Qui mi rifaccio ai concetti iniziali: costi o risorse?</div>
<div style="text-align: justify;">
Sanità, istruzione e sicurezza sono tre comparti che hanno subito tagli vertiginosi, sono costi dannosi quelli da sostenere per dare un servizio sanitario ai cittadini, istruirli e renderli sicuri? Non penso proprio che lo sia, eppure nell'ottica dell'economia di bilancio lo sono diventati; è stata tolta la dignità a chi opera in quei settori, gli sono stati ridotti gli strumenti, tutto accrescendo lo stato di disagio sociale a scapito delle fasce più deboli; è triste per un poliziotto, un medico e un insegnante sentirsi qualificato come un costo da ridurre il più possibile: loro sono un investimento per il paese! I costi per la ricerca sono investimento, i costi per la giustizia sono un investimento! E' stata persa l'individualità umana, i cittadini sono diventati una posta di bilancio!</div>
<div style="text-align: justify;">
Risultati di queste operazioni devastanti? Il disastro: non si possono chiudere caserme dei carabinieri, uffici, tribunali, scuole, ospedali per una logica di riduzione di costi, tutto da la percezione dell'assenza dello Stato che serve i propri cittadini in funzione del pubblico interesse, il tutto quando altri costi non vengono nemmeno presi in considerazione: superpensioni, superstipendi, spese militari, sanzioni dell'UE per mancati adempimenti legislativi, penali per grandi opere bloccate, eccetera, eccetera, eccetera.</div>
<div style="text-align: justify;">
E' un costo anche il pensionato che ha lavorato una vita con sacrificio, pazzesco; concludo che tutti i cittadini sono un costo ormai, ma lo stato non era formato da un popolo che con sovranità doveva amministrarsi per esistere?</div>
<div style="text-align: justify;">
Chiudiamo allora lo Stato perchè è un costo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Spero che questa logica economica deleteria per tutti finisca, fino a quando le risorse non verranno valorizzate come fa il buon imprenditore e gli sprechi, quelli veri, saranno eliminati, l'Italia, quella di chi lavora e produce, quella di con sacrificio serve lo Stato, non crescerà mai più e sempre più verrà a mancare quello stato sociale indispensabile per tutelare le categorie più deboli.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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Giovanni Margaronehttp://www.blogger.com/profile/07224042398486223201noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5203784629794336692.post-85093915191961309282012-11-19T10:49:00.003-08:002012-11-20T04:43:33.338-08:00Le temps perdu.<br />
<div style="text-align: justify;">
<i>Marcher sur les cendres du passé pour regarder vers l'avenir ou démolir le passé pour construire l'avenir?</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>C'est un dilemme qui détruit, en particulier dans les jeunes générations, qu'ils ne sont pas disposés à considérer le passé.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Souvent, un certaine passé ne peut pas être répétée ou mise à jour, analyser le passé pour en tirer une essence bon pour la société est quelque chose qui est très difficile: tout porte à croire que le temps derrière nous est seulement perdu et l'expérience du passé vain.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Qu'est-ce que c'est le passé désormais?</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Beaucoup monde l'identifie avec le temps perdu, l'oubli, la fin: l'archaïque ne correspond pas à le monde actuel, tout doit être moderne, et quelques-uns pense plutôt le contraire: le passé est vivant en nous, faire notre l'action provenant de nos ancêtres, notre pensée est l'évolution de la pensée de nos ancêtres, il ya du bon dans tout, il suffit de trouver, de l'isoler et de le promouvoir.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Le passage du temps est énorme, il est facile d'oublier à quel point de ne pas penser à lendemain mais l'homme oublie ce que lui n'aime pas et ce que lui ne veux plus, et comme dans notre monde personnel, la société moderne doit également prendre le bon du passé sans que ça soit le seule façon de donner un sens au monde d'aujourd'hui, ce serait terrible, cela signifierait l'absence totale d'idées, la sécheresse de l'initiative: un monde voué à la mort.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Il faut faire vivre le présent le nourrir tout le temps, que maintenant fournir un terrain fertile pour agir comme une force motrice pour obtenir une société entreprenante, étonnant, libre.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Le passé n'est pas du temps perdu, tout ce qui a été à créé l'homme d'aujourd'hui, sa sagesse doit faire-lui comprendre que ne doit pas se- répéter l'histoire mauvaise qui à toujours condamné l'humanité.</i></div>
Giovanni Margaronehttp://www.blogger.com/profile/07224042398486223201noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5203784629794336692.post-6359727092804705332012-11-19T09:37:00.000-08:002012-11-19T09:38:24.488-08:00Il tempo perduto <div style="text-align: justify;">
Rievocare le ceneri del passato per guardare al futuro oppure demolire il passato per costruire il futuro?</div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
E' un dilemma che strugge, soprattutto è presente nelle giovani generazioni che poco propense sono a considerare il passato.</div>
</div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
Spesso un certo passato<i> </i>è solo da dimenticare perchè non può essere riproposto o riattualizzato, analizzare il passato per trarre da esso un'essenza positiva per la società attuale è impresa assai ardua: tutto fa pensare che il tempo dietro di noi sia solo perduto e che sia vana l'esperienza pregressa.</div>
</div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
Ma cosa significa il passato?</div>
<div style="text-align: justify;">
Tanti lo identificano con il tempo perduto, l'oblìo, il finito: l'arcaico non si adatta all'attuale, tutto dev'essere moderno; alcuni invece la pensano all'opposto: il passato è vivo in noi, l'agire nostro deriva dall'agire dei nostri avi, il pensiero nostro è l'evoluzione del pensiero dei nostri avi, in tutto c'è del buono, basta trovarlo, isolarlo e valorizzarlo.</div>
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Lo scorrere del tempo è irrefrenabile, dimenticare è facile tanto quanto sia non pensare al domani, ma si dimentica ciò che non piace e ciò che non si vuole più, e come nella nostra sfera personale, anche la società dovrebbe sforzarzi a tranne il buono dal passato senza che questo sia, però, l'unico modo per dare un senso al mondo attuale, ciò sarebbe grave, vorrebbe dire assenza assoluta di idee, aridità di iniziativa: un mondo destinato a morire.</div>
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Bisogna rendere vivo il presente, alimentarlo continuamente, fornirlo di quel terreno fertile che funga da volano al fine di avere una società intraprendente, sorprendente, libera.</div>
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Il passato non è tempo perduto, tutto ciò che è stato ha formato l'uomo di oggi, dovrà essere la sua saggezza a fargli comprendere cosa non deve ripetersi dalla storia per evitare quei famosi corsi e ricorsi storici che hanno dannato sempre l'umanità.</div>
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Giovanni Margaronehttp://www.blogger.com/profile/07224042398486223201noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5203784629794336692.post-82361799547613266612012-11-07T10:17:00.000-08:002012-11-07T14:30:48.163-08:00Obama Presidente<div style="text-align: justify;">
Obama ha vinto, Obama è Presidente degli Stati Uniti per la seconda volta, una notte, quella americana, che ha conferito all'America l'immagine di una rinnovata democrazia, dove il popolo ha deciso di dare un volto al suo lieder, nella tenace volontà di rendere merito ad un uomo che ha creduto negli americani e verso i quali ha riposto stima assoluta.</div>
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Il forte senso di nazione che è in ogni americano, si rinnova più intensamente in occasione della elezione del proprio presidente che sta perdendo quell'immagine retorica di uomo potente sul mondo in favore di quella di uomo potente nel mondo.</div>
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Ma parliamo ora di una potenza più intensa, che guarda di più gli interessi di quei milioni di americani che non appartengono ai ceti influenti delle multinazionali e della finanza, secondo Obama la forza di uno stato non deve misurarsi con la sua potenza militare e di predominio, ma con la capacità di elevare le condizioni di vita dei suoi cittadini con l'obiettivo di sconfiggere la povertà e la disuguaglianza, lo sviluppo e il benessere di una nazione trae forza dalla capacità di proteggere e sostenere i ceti più deboli e di attuare politiche sociali basate sui principi di equità e giustizia, uno stato che promuova il senso civico e punisca chi è pervaso da istinti trasgressivi che danneggiano il civile consesso.</div>
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In una realtà multietnica come gli Stati Uniti dove esistono svariate minoranze, Obama vorrebbe arrivare a sedare definitivamente gli squilibri sociali dovuti alla razza, al sesso e alla religione, un piano ambizioso che ne ha fatto una peculiarità della sua amministrazione.</div>
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L'America deve cambiare - ha detto - nei bassi fondi di New York esistono risorse inimmaginabili, uomini e donne che potrebbero dare, se posti in grado, un grande contributo allo sviluppo della società, l'America deve dimostrare al mondo di essere una vera democrazia occidentale dove i sentimenti di libertà ed eguaglianza trionfino sulle diseguaglianze a partire dalla discriminazione razziale che prepotentemente si impose nella società americana del passato.</div>
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In questa epoca di crisi economica e di squilibri sociali, più che mai in America e nel mondo intero vi è la necessità che i grandi della terra cooperino e investano nella pace e nello sviluppo.</div>
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E' ormai storia del passato l'equilibrio mondiale basato sugli armamenti che rischiò di portare il mondo in un conflitto totale nucleare, le potenze mondiali devono improntare il loro operato sui principi di libertà e solidarietà tra i popoli e di questo Obama ne è fermamente convinto.</div>
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Tutto il mondo sta vivendo nella speranza di un futuro migliore in questi primi anni del nuovo millennio che sono stati lacerati da fenomeni deleteri quali le crisi economiche e il terrorismo internazionale.</div>
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Se l'Occidente sarà perseverante nell'apertura al dialogo tra popoli, culture i e religioni diverse, forse si aprirà una nuova epoca per il mondo, gli asti e le differenze dovranno essere elementi del passato e non connotare la società che ci sarà dopo di noi.</div>
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Auguri di buon lavoro al Presidente Obama.</div>
Giovanni Margaronehttp://www.blogger.com/profile/07224042398486223201noreply@blogger.com0