martedì 24 maggio 2011

L'uomo è veramente libero?

L'uomo è un essere libero ma schiavo della sua ragione; libertà e schiavitù: stanno tra loro come il bianco e il nero, la vita e la morte, l'uno e lo zero, possono coesistere due condizioni opposte, oppure sono opposte solo da certi punti vista?
L'uomo ha lottato, lotta per libertà: la libertà fa progredire, sviluppa, è un qualcosa che fa bene, il mondo di ieri, senza andare troppo indietro, quello dei nostri nonni, aveva poca libertà, nella miseria il popolo, oltre a  soffrire la fame, non aveva diritto di esprimersi liberamente, non  aveva diritto ad un'istruzione, non aveva diritto ad un posizione sociale, milioni di persone erano nelle mani di pochi regnanti e oligarchie ristrette, dittature,  dove erano ben definite invece le classi sociali che gestivano incontrastate il potere, ma la  limitazione dei diritti elementari di ogni persona causata dalla completa soggezione ad un sistema non è la sola forma di privazione della libertà, paradossalmente l'uomo può essere schiavo di se stesso anche inconsciamente in quanto vincolato dal suo stesso sistema di vita, perchè influenzato dalla miriade di condizionamenti del mondo esterno.
L'etologia ci insegna che anche l'animale, essere che non ha il grado evolutivo dell'uomo, modifica il suo comportamento sulla base di stimoli esterni; nell'uomo il comportamento appreso acquisito attraverso l'educazione e la conoscenza assume una connotazione diversa grazie alla ragione che lo contraddistingue  quale essere intelligente.
L'uomo moderno evolutosi grazie alla sua intelligenza, si è autocreato i condizionamenti diventando, pur essendo formalmente libero, schiavo del suo stesso progresso; esempi? ce ne sono svariati: il consumismo, la comunicazione portata all'esasperazione, il bisogno ossessivo di essere circondato da cose sempre più sofisticate e, talvolta, inutili, lo stressante stile di vita gravitante attorno alle città, il denaro; tutte cause di una schiavitù moderna che hanno privato l'individuo della sua indipendenza più intima. Bisogna riflettere molto, specialmente per le nuove generazioni che vivono già ora come normali determinati stimoli esterni quasi fossero già scritti nel loro DNA, è un serio pericolo in quanto essere succubi anche involontariamente e passivamente di determinati condizionamenti esterni, può nuocere sulla comprensione dei veri valori della vita.

lunedì 16 maggio 2011

Gli italiani e la politica

Dopo una turbolenta campagna elettorale fatti di comizi, baruffe, insulti e coloriti talk show, eccoci al dunque: stanno ormai consolidandosi i risultati delle scelte degli italiani chiamati ad eleggere sindaci e presidenti  di provincia, un significativo numero di elettori che, chiamato ad esprimere il proprio voto, ha ribaltato in taluni casi le previsioni, facendo capire che dentro l'urna tutto può cambiare e nulla è scontato.
Certo le amministrative sono le elezioni più vicine al popolo, infatti è più vicina la percezione di un sindaco che di un ministro, sono tuttavia un segnale che in una democrazia va tenuto in seria considerazione da parte delle forze politiche sia di maggioranza sia di opposizione, è un momento di riflessione che serve a far capire che orientamendo deve prendere la politica nel prossimo futuro. Bisogna sicuramente prendere in seria condiderazione l'affluenza al voto,  un termometro che misura il grado di affezione degli elettori, in questa tornata non è stata esaltante.
Per il resto  l'analisi del voto da parte delle forze politiche non sarà obiettivo, dati i diversi fattori che intervengono specialmente nelle elezioni amministrative.
Sicuramente, si continua a vivere in  un clima di grande incertezza, dove però solo una piccola porzione d'Italia si interessa veramente ai problemi sociali, una grande fetta, invece, è solerte solo alle critiche ed a un modo di vivere isolato basato sul "tanto ci pensa qualcun altro", facendosi condizionare molto facilmente dalle suggestioni collettive; sarebbe molto importante che si diffondesse una cultura dell'informazione e dell'analisi razionale, si dovrebbe leggere molto di più e ascoltare di meno la propaganda, capire anche bene come funziona la macchina politica, le istituzioni, capire che, tuttavia, amministrare uno stato con tutti i suoi problemi non è poi così semplice e che qualsiasi provvedimento in qualsiasi materia non produce mai effetti immediati, inoltre sarebbe interessante avere anche uno spirito comparativo rispetto al passato: fino a vent'anni fa i governi duravano al massimo un anno, adesso tirano verso l'intera legislatura, sembrerà strano ma questo è un fatto sorprendente in uno stato dove l'instabilità politica è sempre stata sovrana, ci lamentiamo che la buracrazia è soffocante, ma ci siamo dimenticati di quando negli uffici c'erano solo rumorose macchine da scrivere e on line c'era solo la cornetta del telefono, diciamo di essere poveri, e in parte è anche vero, ma trent'anni fa eravamo veramente meno poveri? La crisi  imperversa, ma non ci ricordiamo della grande crisi dell'industria degli anni 80 e della terribile svalutazione della lira nel luglio del 1985. Pensandoci bene, tuttavia, tante cose sono migliorate e sotto tanti aspetti siamo maturati anche nella politica, certo non ancora del tutto, una cosa è sicura: che alle volte il pessimismo sfrenato non è proprio salutare e che in Italia, tutto sommato, non si vive poi cosi male come ci vogliono far credere.

domenica 8 maggio 2011

E' stato eliminato

C'è gente che si chiede se sia stato giusto freddare e far scomparire lo sceicco del terrore, ci sono invece altri che si chiedono perchè ci si pone ancora questo problema.
L'11 settembre 2001, ormai dieci anni fa, il mondo viveva uno dei momenti più tristi e drammatici del dopoguerra, una forza oscura colpiva al cuore gli Stati Uniti d'America, lasciandoci sbigottitti, increduli; le Torri Gemelle del World Trade Center di New York implodevano su se stesse e con esse implodeva il senso di sicurezza che era dentro ognuno di noi, la strategia del terrore aveva prevalso,  rendendoci consapevoli che era stato imposto, con crudeltà,  un nuovo terribile equilibrio che avrebbe segnato la nostra epoca.
Un nemico invisibile, ma organizzato, capillare, armato e tecnologico, gli elementi inseriti nei tessuti sociali disposti a tutto per un unico scopo: la guerra contro l'Occidente, contro i sistemi democratici, contro quella parte di mondo che, tutto sommato, lo ha fatto evolvere e che ha ricosciuto all'umanità i suoi fondamentali diritti.
Un nemico da combattere con nuovo tipo di guerra al di fuori dalle strategie tradizionali, al di fuori degli schemi, un nemico che non colpisce obiettivi militari ma gente inerme, noi che abbiamo come solo colpa di essere "occidentali".
La strategia del terrore entra dentro le coscienze, il nemico può colpire ovunque e in qualsiasi momento, minaccia e lancia messaggi attraverso i moderni mezzi di comunicazione di massa, mettendo gli Stati nelle condizioni di non poter garantire ai cittadini il diritto alla sicurezza.
Non si può giustificare chi semina terrore e morte, chi rappresenta un lato oscuro, il male.
Per capire questo, per chi avesse ancora dubbi in proposito, basterebbe calarsi nei panni dei familiari delle vittime del terrorismo, di qualsiasi forma di terrorismo, come quello vissuto in Italia negli anni 70: come si può vivere dopo la morte di un figlio, consapevoli che nessun risarcimento potrà mai restituirlo? Come può una sposa accettare l'idea che il proprio marito sia stato rapito, con violenza, dalla sua esistenza, senza una ragione coerente con la sua vita? Domande senza risposta, domande che devono però far riflettere chi ancora ha dubbi, chi sostiene che tutto sia causato dell'imperialismo del mondo occidentale sugli altri sistemi mondiali, ma i grandi problemi non possono e non devono essere risolti con la violenza, le contrapposizioni non vanno affrontate aggredendo la società civile composta da uomini e donne che combattono con i problemi della vita di tutti i giorni e che sono lontani dai coinvolgimenti socio-politici-culturali.
Gandhi diceva: "Ci sono cose per cui sono disposto a morire, ma non ce ne è nessuna per cui sarei disposto ad uccidere", questo è un monito per chi ritiene che il terrorismo sia il sostentamento di un ideale.
Per questi motivi è lecito sostenere che l'operazione di eliminazione dello sceicco del terrore, capo carismatico della più organizzata e capillare compagine terroristica mondiale, sia stata obbligatoria e giusta, la risposta alla domanda di giustizia invocata dai familiari delle vittime degli attentati,  perchè certi mostri della storia mettono in pericolo non l'esistenza ma anche il futuro dell'umanità stessa.
La speranza è che questo determinante passo avvenuto dopo dieci anni dall'11 settembre contribuisca ad un definitivo annientamento di queste forze oscure.

venerdì 6 maggio 2011

Fame di energia

Nella moderna società c'è una sfrenata fame di energia, è un appetito costante, senza orari, in questo mondo in eterno movimento,  viziato, assillato.
L'energia, e non solo quella elettrica, è una costante di ogni momento di ogni giornata dell'uomo moderno, milioni e milioni di gigawatt vengono consumati per far vivere la nostra società.
Per produrre questa energia l'uomo sta erodendo delle riserve naturali che la nostra madre terra, pazientemente, nelle passate ere geologiche aveva accumulato, selezionato, preservato; ricchezze che l'uomo ha scoperto si può dire all'ultima ora della sua storia millenaria e che nel  giro però di qualche minuto ha razziato con non comune ingordigia. L'olio di pietra, cosi si chiama, l'oro nero dell'era moderna, una sostanza se vogliamo sgradevole sia nell'odore sia nell'aspetto, che se pur creata dalla natura milioni di anni or sono ha portato l'uomo nel futuro; il petrolio non solo fonte di energia ma elemento base per produrre materiali nuovi, inesistenti in natura. Tutto ciò ha viziato l'uomo, lo ha accecato e non lo ha protetto, preso dall'entusiasmo e dal benessere del consumismo, bisogni secondari sono diventati primari prevaricando ogni logica, senza pensare al futuro, quello reale.
Non si è pensato che quelle riserve naturali potessero forse esaurirsi, che bruciare e trasformare il petrolio avrebbe intossicato l'aria che avvolge il pianeta, avrebbe prodotto rifiuti non biodegradabili e velenosi.
Una petrolio-dipendenza necessaria ma altamente pericolosa per l'intera umanità: il caro prezzo del progresso.
Ma l'uomo si è accorto tardi di quello che stava accadendo, chiuso nel suo piccolo mondo non guardava alla finestra  dalla quale scorgere milioni di bottiglie di plastica galleggiare senza meta nell'Oceano Pacifico o tristi tramonti dove il sole era oscurato da un minaccioso velo di ossido di carbonio.
Quando l'umanità ha preso coscienza dei costi del progresso, si è resa finalmente conto che bisogna rivisitare le fonti energetiche comprendendo che la dipendenza assoluta dal petrolio stava provocando un pericoloso effetto boomerang.
Fonti di energia alternative, riscoperta dei materiali naturali, riduzione dell'uso indiscrimato di prodotti inutili, risparmio energetico, riciclaggio dei rifiuti, rieducazione dell'uomo al raziocinio: è una ricetta che se seguita forse contribuirà a rigenerare il nostro pianeta, la nostra casa in questo immenso universo.
Ma, per esempio, come risparmiare veramente energia?
L'uomo medio, nella sua casa, sappiamo che sta già contribuendo con lampade a basso consumo ed altri espedienti ma....gli altri? Industrie, banche, centri commerciali, edifici pubblici,  tutto ciò, insomma, che è fuori dell'ambito domestico? Nulla! Ogni notte milioni di lampade sono accese per illuminare a giorno edifici vuoti, anche i "grandi" potrebbero cominciare a risparmiare.....sarebbe un ottimo esempio per tutti!


domenica 1 maggio 2011

Il bene non fa notizia

Ogni giorno, aprendo un giornale o ascoltando la radio, veniamo investiti da notizie di cronaca nera, dove  il lato oscuro della nostra umanità sembra sempre trionfare su un bene che  appare sempre più raro; la turpe ombra del male sembra coprire ovunque, raffreddando i nostri animi, devastando i nostri sentimenti.
Le somministrazioni di notizie negative che ci narrano dei fatti di cronaca intrisi di sangue e violenza ci riempiono la mente tanto da non farci più vedere il bene; i mass media raramente ci raccontano del bene di ogni giorno, una realtà che solo noi , da soli, possiamo raccontare. E 'assai triste venire a sapere e da soli che al mondo ci sono milioni di persone che ogni giorno, per tutto l'anno, si dedicano agli altri, gratuitamente; che ci sono altettanti milioni di persone che vivono intrisi di onestà e bontà, no: su queste persone non troveremo mai un articolo, anche in ultima pagina, su un giornale, il bene non fa notizia.
Ma è giusto non parlare del bene? Penso che non sia giusto.
Non è giusto che la società non si accorga che tra le sue fila  esistono persone di una bontà infinita, che agiscono in un silenzio altrettanto infinito nella più assoluta modestia, persone che dedicano parte del loro tempo al volontariato, un pilastro che sostiene la nostra società, una mano tesa a chi ne ha bisogno, sempre e ovunque; persone alle quali bisogna dire: grazie di esistere!
No, di loro non se ne parla, fa certamente più notizia un'intervista a chi si è macchiato di sangue e che adesso è diventato scrittore e poi un eroe, mentre il tempo ha fatto dimenticare a noi tutti che quella persona ha distrutto famiglie, vite, sporcato le nostre strade di sangue.
In questo mondo confuso, dove spesso prevale la superficialità e l'indifferenza, forse dovremmo essere più grati verso quelle persone che in umiltà e assoluto silenzio aiutano chi è più sfortunato e contribuiscono alla costruzione di un mondo migliore fondato sul bene gratuito.
Parlare un po' di più di loro forse farebbe vendere meno giornali, ma, sicuramente, diffonderebbe una cultura del bene in questa nostra contraddittoria società.

Dedicato a Beato Giovanni Paolo II

Questo pensiero è rivolto a tutti: credenti e non credenti.
L'uomo ha sempre avuto bisogno di professare ed essere sostenuto da un ideale, nella sua caratteristica di essere sociale ha sempre cercato altri simili a lui per condividere il suo ideale e diffonderlo, gli ideali hanno mosso e sostenuto gli assetti sociali, hanno modificato il modo di vivere, hanno portato la libertà, hanno sconfitto le demagogie, l'ideale è il frutto della ragione dell'uomo.
Gli ideali sono stati affermati da grandi uomini che hanno diffuso il loro credo ad hanno sconfitto il male.
Per chi crede  le religioni, nelle loro svariate forme, sono ciò che più universalmente accomuna gli individui, i princìpi religiosi e il loro fondamento hanno sempre nutrito quel bisogno di spirito e necessità di dare risposte a ciò che l'uomo non si riesce a spiegare; l'essere superiore che caratterizza le religioni monoteiste è colui al quale l'uomo si rivolge confortato dalla fede in lui.
I non credenti hanno anch'essi ideali, si nutrono di altro che non è fondato su un credo religioso, ma non per questo, come avveniva in un passato non proprio lontano, vanno discriminati ed emarginati; ne verrebbe meno il principio fondamentale di libertà dell'uomo!
L'inizio di tutto è, quindi, la libertà di pensiero, fondamentale, universale.
Oggi, primo maggio, la Chiesa cattolica ha proclamato beato Papa Wojtyla.
Chi è stato Wojtyla? Una figura universale che ha accomunato credenti e non credenti, una forza immensa che ha sconfitto il male, colui che disse a tutti noi: Non abbiate paura, aprite, spalancate  le porte a Cristo!
Non abbiate paura: è un dogma che la nostra generazione ha recepito come tale, proveniente da un uomo cosi grande perchè era uno di noi in mezzo a noi, sofferente, ambasciatore di amore e pace, colui che ha accolto nelle  proprie braccia tutti, che si è scusato con noi per gli errori della Chiesa con umiltà, un uomo che  ha cercato di avvicinare le altre religioni cristiane e non cristiane in quanto tutti fratelli di un unico padre, un uomo che  ha  innescato la caduta dei regimi totalitari dell'Est, dove milioni di persone hanno ritrovato la libertà, un uomo  che ha indirizzato l'umanità intera nella sua universalità, a prescindere dal credo, nel nuovo millennio, chiedendo a noi nuove generazioni di non ripetere gli errori del passato e di credere nella pace e nella fratellanza tra i popoli.
L'ombra di Wojtyla continua a proteggere anche la nostra epoca, continua ad infondere in noi quella forza per sconfiggere tutto ciò che fa male all'uomo, continua a infondere speranza, perchè non dobbiamo avere paura e l'uomo ha un enorme bisogno di pace e amore.
Ancora una volta, oggi primo maggio 2011, Wojtyla è stato capace di riuinire milioni di persone in pace e questo è il miracolo, in un mondo ancora una volta macchiato dagli odi e dalle guerre.