mercoledì 27 febbraio 2013

Non abbandono la croce

Non c'è dubbio: stiamo vivendo un momento storico che non coinvolge solo i cristiani e i cattolici, alle 20 del del 28 febbraio 2013, su sua libera scelta, Papa Benedetto XVI, dopo un pontificato durato quasi otto anni, sarà Papa dimissionario.
Oggi, nella sua ultima udienza pubblica seguita del mondo intero davanti ad una piazza gremita di fedeli, il Papa ha voluto parlare di sè stesso, delle ragioni delle sue dimissioni, rassicurando tutti sul fatto che "non si ritirerà a vita privata, ma continuerà a vivere per Gesù Cristo e per la Chiesa".
Il fatto storico nasce dalla novità di questa scelta sofferta da parte di un uomo che aveva accettato l'investitura petrina dimostrandosi sin da subito perseverante nella tradizione.
Con la sue dimissioni ha voluto dare un segnale forte, ha voluto dire al mondo che la figura papale deve essere in grado di colloquiare col mondo e che anche il Papa deve essere consapevole se le sue forze siano sufficienti o meno per continuare il suo uffizio.
Da quando è giunta la notizia delle dimissioni del Papa, molte sono state le opinioni al riguardo e la ricerca delle vere motivazioni hanno pervaso.
Essenzialmente i contrari hanno asserito che un Papa non può eticamente dimettersi perchè Gesù non scese dalla croce; le dimissioni sono tuttavia previste dal Diritto Canonico, semplicemente  la norma non era stata ovviamente applicata da secoli.
I favorevoli hanno invece affermato sostanzialmente che sia giusto che un uomo di età avanzata, l'unica motivazione peraltro menzionata dal Pontefice, si metta a riposo anche se Papa.
Ratzinger ha parlato di forze sempre più deboli e il Papa invece queste forze le deve avere per affrontare e farsi carico dei problemi dell'umanità e del rapporto ecumenico con le altre religioni in nome di quell'apertura cosi introdotta dal Concilio Vaticano II.
Senz'altro stupisce il fatto di un conclave in atto con il precedente Papa vivo, di avere nel prossimo futuro un Papa emerito e un Papa in carica, stupisce tutto perchè è stata infranta una convinzione, quella di ritenere che un Papa debba regnare fino alla fine dei suoi giorni.
Come dicevo anche la santità dell'incarico petrino è stato soggetto ad un balzo nel futuro della Chiesa e l'attuale Papa, con il suo gesto, ha esattamente fatto questo.
Il significato di questo fatto nuovo della Chiesa Romana può essere un preludio ad un riavvicinamento al mondo iniziato con Papa Giovanni XXIII, una chiesa vicina alla società che continui a diffondere il verbo evangelico, che continui il dialogo con tutte le altre religioni, che perseveri nella lotta alle diseguaglianze sociali   a favore dei più deboli.
Il successore di Papa Ratzinger avrà il compito di rilanciare la chiesa nella società e di tenere uniti i suoi ministri affinchè possano compiere con serenità il proprio ministero.




venerdì 22 febbraio 2013

Verso il voto

Mai come questa volta il popolo italiano si  troverà in imbarazzo nella scelta di chi dovrà rappresentarlo nel corso della prossima legislatura.
La campagna elettorale che sta per concludersi è stata affannosa e confusionaria, è stata una corsa alle promesse che difficilmente verranno mantenute sin dal giorno dopo le elezioni, nel corso del periodo elettorale sono apparsi diciamo i "soliti scandali" volutamente messi in risalto dai media al fine di influenzare l'opinione pubblica.
Certo, il caso grave di MPS fa riflettere e sconcerta, la vicenda giudiziaria della banca più antica del mondo, se letta nel giusto verso è un po' il riassunto del malaffare finanziario italiano che, purtroppo, non fa che rendere sempre più inaffidabile la nostra immagine nazionale.
Anche qui a  pagarne le conseguenze non saranno, paradossalmente, gli autori dell'oscura  faccenda ma i cittadini, i risparmiatori, coloro che avevo affidato i loro patrimoni costruiti a fatica, frutto del loro onesto lavoro.
I responsabili saranno sottoposti ad una giustizia lenta e ferruginosa non al passo con i tempi, procedimenti annosi che si concluderanno solo al terzo grado di giudizio quando la gente se ne sarà quasi dimenticata e cosi gli artefici l'avranno fatta franca grazie alle prescrizioni, alle attenuanti ed ai mille rivoli delle arringhe giudiziarie.
Ma, tornando alle elezioni, la sensazione percepita riguardo agli scandali che toccano questa o quella fazione politica è che tutto sia finalizzato come sempre alla strumentalizzazione potenziata dai giornali e dalle tv sempre condizionati dalle correnti politiche.
Nel corso della campagna elettorale, tutto è stato detto contro tutto da parte di molteplici correnti politiche personali che hanno frammentato il quadro dei partiti portando solo una grande confusione. 
Annunci clamorosi tali creare suggestione, povertà di contenuti, programmi approssimativi per la maggior parte irrealizzabili a causa della grave situazione finanziaria del paese e delle sue contraddizioni ma, soprattutto, la presenza di una politica non più credibile, ingessata nei suoi preconcetti e nelle sue ideologie, che continua a lanciare quel messaggio di immobilismo di un'Italia che non  riesce a cambiare.
E' intanto il popolo, vessato dall'ultimo governo tecnico, osserva sconsolato senza alcun ottimismo e vede un futuro sempre più incerto e difficile.
Da qui la tendenza a disertare le urne certo: il voto è un diritto non un dovere ma non andare significa, purtroppo, non concorrere a fare del voto larga espressione nel sillogismo di elezioni che non porteranno a rappresentare il vero consenso popolare.
Mai come adesso, rispetto al passato, c'è certezza sui risultati, i sondaggi hanno dato indicazioni ma non  possono fornire le reali intenzioni di voto, una cosa è certa: o continuerà il discorso politico che c'è stato finora che ha portato inevitabilmente l'Italia al declino,  oppure ci sarà un svolta epocale, comunque nulla è dato per scontato.
Purtroppo, attualmente,  in Italia manca una figura, e non c'è nelle attuali offerte politiche, che possa fermamente dare risposte concrete alle richieste dei cittadini e cominciare veramente una nuova era politica, almeno cosi credo.
La politica della protesta, tuttavia, otterrà sicuramente risultati apprezzabili a quanto pare.
Staremo a vedere.