venerdì 19 agosto 2011

Mare

Un mare per quanto piccolo è un qualcosa di immenso, questo lo percepisco ogni volta che mi immergo in quell'acqua salata e fresca che rigenera il corpo e la mente; ho fatto il bagno in parecchi mari che sulle cartine sembrano piccoli laghi come il Mar di Marmara, per esempio, ma anche lì non potevo vedere che fino all'orizzonte, in quel preciso momento mi sentivo piccolo, inghiottito da quella massa d'acqua azzurra,  fragile di fronte alla forza del mare ma, tuttavia, attratto dal fascino di quella distesa liquida che ha, da sempre, attirato l'uomo.
La forza del mare è insita nel mistero che custodisce, un enorme e fantastico scrigno che ancora oggi è in gran parte ignoto, forse ancora più ignoto dello spazio che ci circonda.
Ogni volta che volgo lo sguardo al mare, accompagnato dal suono delle onde che si infrangono sulla riva, la mente vola, sublimata dai riflessi dell'acqua, mentre gli occhi percepiscono il grande spazio che hanno di fronte che si confonde all'orizzonte con il cielo blu.
Il mare e l'uomo, compagni di viaggio e avventura, amici nemici, hanno vissuto in simbiosi sin dalla notte dei tempi, il mare ha regalato i suoi tesori, ha aiutato l'uomo ad evolversi, di contro l'uomo non è stato sempre grato con lui, anzi lo ha spesse volte maltrattato e depredato, dimostrazioni ne sono l'inquinamento e lo sfruttamento indiscriminato della pesca, le stragi delle balene, la cementificazione delle coste.
Con i suoi interventi devastanti l'uomo ha sovente avvelenato il suo più grande alleato, non c'è niente da fare: anche in questo caso l'essere più intelligente della terra ha dimostrato ben poco rispetto verso l'ambiente e soprattutto verso il mare; non voglio entrare nei discorsi demagogici relativi al rispetto per l'ambiente, li conosciamo bene, l'unica cosa da fare era, per restare amici del mare, averne cura sin dall'inizio non dopo; l'irrefrenabile voglia dell'uomo di progresso gli ha fatto sin dall'inizio dimenticare di essere lui stesso parte integrante della natura violata,  di essere dentro il sistema e non sopra il sistema, facendogli dimenticare della sua soggettiva impossibilità di dominare i fenomeni naturali, di contrapporsi alle forze della natura; per questo dico che quando vedo il mare mi sento piccolo perchè prima o poi la natura riesce sempre ad avere la sua rinvincita sui soprusi dell'uomo.

domenica 14 agosto 2011

Il nostro mondo è veramente evoluto?

Il nostro mondo lo riteniamo evoluto, ma ne siamo veramente sicuri?
Forse ci ha accecato il numero "2000", una porta che sembrava ci sbalzasse direttamente nel futuro, che sembrava ci lasciasse alle spalle e per sempre un millennio iniziato in pieno medioevo.
Tante cose sono state dette ma poche cose sono state fatte dopo il 1° gennaio 2000: doveva essere una data storica, le generazioni che la vivevano erano tra coloro che potevano dire di essere vissuti a cavallo di due millenni, una cosa fantastica a quanto pare.
Si pensava che tutto il mondo, dopo il 2000, si sarebbe vestito di quell'aria futurista, forse anche un po' sterile, ma innovativa, moderna dove l'uomo avrebbe vissuto vestito della sua tecnologia un pò come nei cartoni de "I Pronipoti", con gente scintillante, ricca, città piene di torri e macchine volanti, la definitiva conclusione del passato, vissuto nella fatica, nella povertà e con le guerre.
Si, ho divagato, con lo stesso stato emotivo che vivevo da bambino, quando pensavo al futuro, a quel mondo in cui sarei vissuto da grande, da vecchio, erano sogni sorretti dalla speranza di un mondo diverso che aveva risolto, finalmente, i suoi problemi di povertà, fame, disuguaglianza, ingiustizia, malattie, guerre: un'utopia; si, perchè l'umanità non si è avvalsa affatto delle esperienze della storia dalla quale trarre insegnamento, ha continuato a seguire i suoi istinti senza voltarsi indietro e senza andarsi a guardare dentro, cieca e sorda.
Il risultato è stato che ora, all'undicesimo anno dell'era 2000, il mondo continua a patire sofferenze come in passato, dilaniato da conflitti, miseria e ingiustizie, et etiam, continua a viaggiare a velocità diverse: un mondo composto da mondi diversi nei quali, con modalità altrettanto diverse, c'è una continua violazione dei fondamentali diritti dell'uomo e la negazione dei suoi  bisogni primari.
Che ci sia una parte, quella dominante, di mondo, tecnologicamente progredita in grado di gestire grandi interessi come quelli economici e di mercato non significa affatto che il mondo, nel suo complesso abbia raggiunto un grado apicale, in relazione al tempo, della sua evoluzione.
A prescindere dai singoli contesti culturali,  ritengo che fino a quando l'umanità intera non garantirà fino all'ultimo dei suoi componenti i più elementari diritti, questo nostro mondo non potrà mai ritenersi progredito, ma questo si sa, è utopia.
Nel mondo continua ad insistere un sottobosco di sofferenza enorme con un un occidente opulento e sprecone in contrapposizione al Sud del mondo misero e affamato, indignarsi non basta.
Ma tutto passa segnato dall'indifferenza e, in parte, dalla rassegnazione, forse è l'assenza di speranza dettata dall'impotenza soggettiva di poter cambiare le cose, correlata ad una crescente generale mancanza di rispetto della dignità umana, questa una costante che nel nuovo millennio doveva definitivamente decadere.