domenica 24 marzo 2013

SITUAZIONE DI STALLO

Le analogie con periodi oscuri del passato in relazione all'attuale situazione politica e sociale italiana sono evidenti, siamo in un periodo dove non si riesce a vedere al futuro, scavando in un presente sempre più impantanato dove vince la rassegnazione e lo sconforto.
Non riusciamo più ad essere custodi di noi stessi, in un'intricata vicenda umana che sa più di involuzione che di progresso.
L'Italia continua a dimostrarsi incapace di autodeterminarsi sull'onda di una crisi economica dura, una situazione che rischia di aprire scenari infelici frutto di una gestione nefasta del popolo italiano.
Viviamo sotto l'ombra di un'Europa che pretende da noi di stare alle regole, quelle stesse regole la cui ottemperanza era stata solennemente promessa mediante la sottoscrizione di trattati e accordi, nel contempo il dover  ottemperare ai dettami europei in termini di economia ci è costato molto e, purtroppo, non è bastato.
Il risultato delle operazioni di risanamento effettuate in quest'ultimo anno si è manifestato nell'aumento della disoccupazione, dal calo dei consumi, dovuto all'aumento delle imposte indirette e del generale sistema impositivo, la chiusura di migliaia di imprese.
Continua ad esserci una sostanziale incapacità nel fronteggiare le economie asiatiche e nell'attrarre le economie estere nel mercato interno.
Non c'è stata volontà a frenare la delocalizzazione all'estero delle imprese italiane.
Sul piano culturale abbiamo assistito ad una condizione sempre più precaria della scuola e dell'università, tagli netti alle spese per l'istruzione hanno provocato questo.
Pur sbandierando sempre e comunque i tristi dati dell'evasione fiscale (130 miliardi annui n.d.r.) tecnici e politici hanno fatto ben poco, non sono stati emanati provvedimenti efficaci per gli organi di controllo, l'evasione fiscale continua ad essere un cancro italiano che deprime la società civile e rende l'Italia agli occhi del mondo una nazione inaffidabile.
Anche su temi quali la corruzione  poco continua ad essere fatto nel quadro di un ordinamento giuridico troppo garantista e ferruginoso che non riesce a rendere giustizia  nel contrasto a questo grave fenomeno.
Troppe parole continuano a rimbombare nello scenario politico italiano, le promesse elettorali continuano a rimanere tali, mentre l'economia reale continua a recedere, la disoccupazione aumenta e il potere d'acquisto delle famiglie continua a diminuire.
Le ultime elezioni hanno consegnato un quadro di incertezza delle scelte politiche degli italiani, che hanno votato con una legge elettorale che nessuno ha voluto cambiare nonostante ne avesse la possibilità.
Dalle elezioni è cresciuto il voto di protesta verso forze nuove che però, finora, hanno solo creato muri con la forze politiche tradizionali senza dare risposte concrete su quello che vorrebbero fare per il paese e la difficoltà oggettiva di dare un governo stabile e credibile al paese è uno stato di fatto.
Temi quali i costi della politica sono stati sfruttati per far leva sul popolo, ma non si è pensato che per risolvere i problemi urgenti di questi paese, sono necessarie persone capaci che, con la necessaria professionalità, siano in grado di legiferare provvedimenti che diano risposte alla risposta di concretezza che provengono dalla società civile.
Non è solo dimezzando la paga dei parlamentari che si risolvono i problemi, è necessario che i parlamentari siano di  una tale di eccellenza che con trasparenza e senso del dovere verso al nazione, eseguano con onestà di intenti il loro delicato e gravoso compito.
Certo, è apprezzabile l'intento di voler cambiare e ringiovanire il Parlamento con forze nuove ma, purtroppo, non è sufficiente, la ventata di nuovo deve concretizzarsi in effetti concreti e nella composizione di forze che possano avere, altresì, una potente voce in capitolo in ambito europeo e riescano a contribuire trasversalmente per fare quelle riforme istituzionali quanto mai necessarie che vengono decantate da tempo immemorabile e che non mai state fatte.
Comunque il cambiamento dev'essere bipartisan, tutte le forze politiche devono avere volti nuovi, perché i vecchi e soliti argomenti di questi ultimi vent'anni la maggior parte degli italiani non li vogliono più sentire.





sabato 16 marzo 2013

Papa Francesco.

Si, ho aspettato, volevo che mi passasse l'emotività per scrivere un articolo su Papa Francesco, perchè solo stemprando l'eccitazione del momento si riafferma la razionalità e veramente si riesce a scrivere qualcosa di originale.
Certo, questo mese di marzo del 2013 ce lo ricorderemo, almeno noi italiani, per le novità che stiamo vivendo di giorno in giorno.
Tanti articoli fa scrissi di Papa Wojtyla, della sua ombra che soggiace su di noi attraverso il suo ricordo indelebile, della sua personalità che ha colpito tutti: credenti e non credenti, promuovendo il dialogo con le altre religioni in quanto tutti figli di unico Dio.
La figura di Giovanni Paolo II è stata caratterizzata dalla sua essenzialità, dal suo riavvicinamento a noi tutti, alla sua umiltà.
Dopo le dimissioni di Ratzinger, col suo voler nascondersi al mondo in nome di Dio, il mondo è rimasto attonito e si è chiesto cosa stesse succedendo alla Chiesa; ma abdicare è stato un gesto straordinario e di grande umiltà che ha consentito poi l'elezione di un Papa che potesse ridare slancio alla Chiesa, una missione difficile e delicata.
Finito il conclave, ancora una volta i sondaggi hanno fallito clamorosamente da quando il Protodiacono ha pronunciato il nome del Card. Bergoglio, li si è scritta la storia.
Lo stupore e la commozione è però aumentata quando il mondo veniva portato a conoscenza del nome che il nuovo Papa si era dato: Francesco.
Il conclave è stato veramente frutto di uno straordinario lavoro dei suoi cardinali, cercando un Papa che potesse essere segno di rinnovamento e di pace.
Francesco il Santo dell'umiltà e della povertà, perseguitato dalla potente chiesa terrena come un eretico, che voleva essere l'ultimo degli ultimi, servo dell'umanità come era stato Gesù Cristo morto sulla croce.
Le prime immagini di questo Papa difficilmente potranno dimenticarsi, perché il primo, grande messaggio che ha voluto darci chiedendo la benedizione ai fedeli su di sè è stato quello di dirci "voglio stare con voi, unirmi a voi in questo cammino" nel nome di una chiesa povera per i poveri, nel segno dell'umiltà in mondo gravemente predominato dagli egoismi e dalla prepotenza, dove la materialità ha sopraffatto anche i più essenziali valori umani e dove i giovani vagano disorientati verso un futuro sempre più incerto e cupo.
Osservando anche i piccoli gesti di questo Papa in questi pochi giorni del suo pontificato, mi sono reso conto che ci troviamo di fronte all'assoluta novità che serberà tante sorprese positive, in tanti aspetti sovviene il ricordo di Papa Luciani, tra quelli di Papa Giovanni e Giovanni Paolo II.
Papa Francesco ama parlare a braccia, i promemoria scritti sono sempre intermezzati da interventi improvvisati e rivolti alla platea, come fa un buon parroco ai suoi fedeli nella sua semplicità.
A simili manifestazioni d'affetto chi ascolta non può che sentirsi a suo agio.
Ma questa personalità è frutto di una vita dura, perchè Bergoglio arriva dalla trincea, chi sta in prima linea, seppur in posizione più privilegiata, soffre come gli altri.
L'Argentina è stata terra dura, governata da dittature con crisi economiche e  povertà diffusa, laggiù Bergoglio visse con i più poveri, disdegnando e combattendo le ostentazioni di una Chiesa ricca. 
Con Bergoglio cambia un asse secolare della Chiesa Cattolica, il mondo sudamericano, cattolico è ora più vicino all'Europa sempre più laica.
Papa Francesco sono sicuro che ci sorprenderà, anzi, continuerà a sorprenderci, probabilmente con lui assisteremo ad un vero riavvicinamento della Chiesa ai suoi fedeli, in un'epoca dove scarseggiano le vocazioni e le chiese sono mezze vuote.
Nella sua prima Messa celebrata con i cardinali, Papa Francesco ha detto che la Chiesa deve camminare, edificare e confessare; camminare assieme ai suoi fedeli senza tralasciare nessuno come il buon pastore, edificare perchè l'uomo deve essere costruttivo per dare un senso alla sua vita e quindi la Chiesa deve costruire sempre quel percorso spirituale di pace per tutta  l'umanità, confessare perchè solo rendendosi conti dei propri peccati l'uomo può vivere in un mondo migliore.
La missione di Papa Francesco è dura e su questo non vi è dubbio, il mondo ha bisogno di persone come lui, che in  questo periodo storico particolare illuminino il cammino di un'umanità che vaga nel buio.

sabato 9 marzo 2013

Dopo il voto...

Riassumendo,  dopo le elezioni è cambiata la geografia politica dell'Italia, il popolo ha scelto e la sua scelta va rispettata.
C'è stato l'avvento di una forza nuova, mentre all'estero purtroppo i nostri partner continuano a guardarci con diffidenza nonostante le rassicurazioni del Presidente della Repubblica.
Forse sta cambiando qualcosa e questo gli Italiani lo sperano, ma non sperano soltanto che finisca l'austerità, che ci sia lavoro, che l'economia si rimetta in moto, vogliono che la politica sia pulita e che svolga una mission  esclusivamente a favore del popolo.
Siamo tutti angustiati dai continui scandali dove persone elette hanno approfittato della propria posizione per arricchirsi e fare i propri comodi.
Hanno munto tutto quello che potevano, hanno ingannato i propri elettori, hanno infangato l'Italia, la sua reputazione: siamo stati danneggiati tutti.
Adesso si chiede la svolta e le elezioni ne sono state la prova.
Questa situazione ha scosso la classe politica mettendola alla gogna, adesso bisognerà trovare la soluzione, la più coerente per dare un governo al paese e anche in fretta.
Di certo, la soluzione meno appropriata è quella di tornare alle urne perchè:
il voto è stata espressione libera e democratica del popolo sovrano;
non è accettabile che venga chiesto ai cittadini di tornare a votare, chi ha la responsabilità di sciogliere i nodi deve prendere atto delle scelte dei cittadini e fare!
tornare al voto con l'attuale legge elettorale probabilmente non cambierebbe di molto i risultati ottenuti.
Una cosa è certa: che adesso il popolo vuole risposte e non solo parole, la situazione dell'Italia è degradata ma non irrecuperabile, in parlamento si insedieranno persone nuove, magari inesperte, ma piene di entusiasmo e volontà, tutti gli schieramenti sono ringiovaniti e l'ora della buona e sana politica.
La gente non ne vuole più sapere di scandali, corruzione, orge, di gente indegna, è stufa.
Lo so, sono cose dette e ridette, ma penso che ripeterle non faccia mai male.
Bisogna sfatare l'idea che l'Italia sarà sempre cosi: non è vero.
L'Italia è un paese pieno di risorse, la  creatività italiana è invidiata nel mondo, la nostra forza sono le giovani generazioni, coloro i quali stanno vivendo in prima persona il contatto con la società civile.
Al sud i giovani hanno avuto il coraggio di protestare contro la mafia e con lo stesso coraggio contrasteranno il malaffare e la politica sporca, tutto è destinato inevitabilmente a cambiare, tutto.
Il segnale che ha dato il popolo in queste elezioni va considerato attentamente, il popolo ha fatto il suo dovere, ora spetta agli attori della politica democraticamente eletti a  fare il resto.