martedì 29 maggio 2012

La terra trema

29.05.2012
In questa convulsa giornata si è riproposto nella stessa zona, con tutta la sua violenza il terremoto, questo fenomeno naturale che ci ricorda, ogni volta, quanto siamo fragili e quanto sia dominante la forza della natura sull'uomo. L'Emilia, regione esemplare nel quadro italiano per l'operosità dei suoi abitanti, è stata lacerata per la seconda volta e con violenza dal sisma, la notizia è rimbalzata immediatamente nella rete dove internauti e massa media hanno fatto capire a tutti e in tempo reale la gravità dell'accaduto, la paura e l'angoscia per coloro  hanno oggi perso la vita.
Come ho scritto tempo fa, ci si sente impotenti e pervasi dalla paura rispetto a questo fenomeno naturale che si scatena dalle viscere della terra, quella madre terra che diventa matrigna infingarda, fonte di sventura, che sbriciola comunità colpendo nell'intimo, che si appropria della stessa esistenza delle persone.
Le notizie che continuano ad arrivare in questa giornata tramite le radio, le televisioni e internet alimentano un quadro devastante di sofferenza e fanno accrescere il bisogno di risposte da parte di tutti, per riuscire a capire perché questa nostra Italia, storicamente sismica, non riesca a difendersi efficacemente da questo tipo di calamità.
Le evoluzioni di questi eventi sono pressoché sempre le stesse: le scosse, il terrore, i soccorsi e le ricostruzioni, lo Stato che dopo la calamità proclama la sua solidarietà nel momento dove l'emotività è ai massimi livelli, i centri colpiti sotto i riflettori dei media, la macchina dei soccorsi, le polemiche, la solidarietà ai terremotati.
L'evento sismico è soprattutto un grande trauma psicologico, dove la paura si appropria della nostra mente e terrorizza.
Vedere il proprio paese crollare, la propria comunità sbriciolarsi, le chiese violentate porta ad un senso di smarrimento terribile perché il sisma sorprende e coglie sempre impreparati, perché è un fenomeno che la scienza interpreta sui dati di fatto, sulla storicità degli eventi, che l'uomo non riesce a prevedere: questa è la vera impotenza.
L'Emilia di pianura, costellata di centri laboriosi ornati da inestimabili tesori artistici, è stata violentata a sorpresa perché non era considerata zona ad alto rischio sismico, come invece è da sempre considerata quella appenninica, gli emiliani si sono sentiti traditi da quella terra che loro avevano curato nei secoli e che aveva dato loro prosperità e benessere.
L'Italia, purtroppo, è costellata nella sua storia dai terremoti, paese prevalentemente montagnoso e vulcanico, stretto tra la placca africana, quella europea e quella asiatica, appunto.
Mentre in Italia, per l'ennesima volta, si contano morti e feriti, si stimano i danni, si affronta l'emergenza, come accennavo prima, ci si chiede il perché non si possa difendersi efficacemente da questo fenomeno.
La risposta è insita in due parole: cultura sismica.
E' quella che hanno i californiani e i giapponesi, ma che noi non abbiamo.
L'Italia deve investire obbligatoriamente nell'antisismico, a livello locale devono essere poste in essere politiche che favoriscano la messa in sicurezza di tutti gli edifici e che venga sancita l'obbligatorietà di costruire con criteri antisismici ovunque, questa dev'essere la risposta alla richiesta di sicurezza da parte dei cittadini, delle comunità, dei lavoratori.
Il problema della sismicità italiana non deve naufragare nella burocrazia né, tantomeno, deve essere accantonato una volta spenti i riflettori mediatici e passata la suggestione collettiva, è essenziale investire nella prevenzione e farlo subito, perché la storia sismica italiana continuerà ancora e la gente continuerà a terrorizzarsi e a morire.


domenica 20 maggio 2012

Dedicato a Melissa

Ieri l'orrendo, infame, assurdo attentato di Brindisi di matrice alle fine che non si sa: mafia, terroristi, un folle? Sta di fatto che colpire una scuola, anche al di là del simbolo di luogo educativo che nella Grecia antica sarebbe stato protetto dagli dei, vuol dire abbattersi con violenza, crudeltà verso i nostri figli, verso coloro che vivono nel loro mondo cosi ancora bello e di sogno rispetto al crudo e oscuro mondo degli adulti; la storia italiana è costellata di attentati, di stragi, terribile, tutto assolutamente terribile e ancora più terribile è non sapere ancora, dopo decenni,  chi  ha  commesso la strage della stazione di Bologna del 1980. Tutti ci chiediamo perchè: perchè non è possibile che la nostra società che riteniamo civile, non abbia il potere di assicurare sicurezza ai suoi appartenenti, che tutto sia all'ombra di forze oscure e criminali e che esista gente che, pur non appartenendo ad un sistema, sia posseduta dall'assurda follia criminale di uccidere persone innocenti, chi potrà mai restituire l'anima di una persona barbaramente uccisa ai suoi cari, che vita potrà più condurre un genitore con il figlio ammazzato? E' tutto terribile, perchè il dolore non si ripaga e i cimiteri si riempiono di vittime innocenti di feroci assassini.
Melissa è un martire del nostro tempo, per rispetto e in segno di lutto da qui l'articolo continua con il SILENZIO                              (................................................................................................................................)

martedì 15 maggio 2012

Ciao Grecia!

Nel silenzio del Monte Athos, in Calcidica, è possibile fermarsi, perchè il tempo li è fermo pregno di spirito che permea l'aria, tra gli ulivi e le cicale che non disturbano quel silenzio quasi lo festeggiassero.
Il tramonto di Oia, spettacolo eterno, dove gli innamorati si baciano guardando un sole che si tuffa oltre l'orizzonte e il cielo tinto di rosso fa sfondo ai gabbiani che felici volteggiano tra le cupole blu.
L'oracolo di Delfi che nel ramo d'ulivo trovava il buon auspicio ha lasciato che il suo spirito vaghi ancora benevolo in quel luogo unico anche nella calura del mezzogiorno, mentre, sotto un albero di ulivo, siedi dove filosofi antichi plasmavano idee che avrebbero segnato l'umanità intera per l'eternità.
E Epidauro dove la tragedia e la commedia di alternavano sotto la luce delle stelle assistiti dagli Dei.
Guardo le distese di ulivi di Olimpia, immaginando quello stadio gremito di pubblico che applaudiva di quel discobolo immortalato da Mirone.
E ancora silenzio mistico in un monastero delle Meteore, sorto su quei sassi alti lanciati dagli dei, dove migliaia di monaci hanno abitato in silenzio e nella preghiera.
Il cielo terso e blu che c'è su tutta la Grecia si confonde col suo mare dal quale nacque Afrodite, ti immergi in quelle acque limpide costellate di isole e protette da Poseidone.
In una sera d'estate senti in lontananza un bouzouki che intona una musica e ti viene voglia di ballare in allegria e in compagnia come usa fare in Grecia.
Ovunque ti trovi ti senti a casa, in mezzo a gente gentile e dignitosa anche al centro di Atene, dove i ritmi sono più vorticosi che a Nafplio con il suo mercato multicolore.
La gentilezza che trovi anche nella più modesta taberna ti rende felice.
Per questo che ogni volta che lasciavo la Grecia per tornare a casa dicevo sempre: Arrivederci o Grecia!

Dedicato agli amici Greci, un grande Popolo.





giovedì 10 maggio 2012

Che fine sta facendo l'Europa?

Oggi Barroso ha fatto una dichiarazione terribile che deve far riflettere sul nostro futuro europeo: la sostanziale indifferenza, da parte dell'Eurogruppo, il club, per un abbandono della Grecia dall'Euro.
Questa affermazione, proveniente da un Commissario europeo istituzionalmente eletto da nessuno, a capo di un'entità sovranazionale che ha un solo un parlamento eletto dai cittadini europei con sola funzione consultiva, è aberrante.
Ci troviamo di fronte al vero fallimento dell' Unione Europea, nata con l'ideale di unire gli stati del vecchio continente trainando quelli meno virtuosi e ricchi al fine di aiutarli nella crescita e nello sviluppo, invece diventata una sorta di club manovrata dalla Germania, che dopo quasi settant'anni ha colto l'occasione di ritornare a pieno in un preoccupante quadro imperialista, pronto a decidere, ad influenzare le decisioni di un debole organismo europeo, ingerendo su altri stati sovrani.
Quale diritto hanno determinati soggetti quali Barroso e la Merkel  nel ingerire negli affari interni di uno stato in nome di un'unità europea che di fatto non potrà mai esistere?
Perchè mettere alla gogna adesso la Grecia e il suo popolo e permettersi di fare affermazioni improbe, quando l'annessione all'Unione Europea è stata ratificata con accordi  internazionalmente riconosciuti nonchè continuare a considerare i popoli mediterranei stati di serie B indegni di appartenere ad un distinto club di membri filo-teutonici?
Perchè in certi casi l'Europa si fa sentire, mentre in altri casi sta in un silenzio assordante come è successo quando l'Italia ha vissuto poco tempo fa il tragico fenomeno dell'immigrazione clandestina una tragedia umana che è stata interamente gestita ed affrontata dallo Stato Italiano e dove l'Unione Europea ha considerato il problema "solo italiano"?
Tutto questo per ribadire che le parole di Barroso di oggi sono assolutamente riprovevoli e che se l'Europa invece di aiutare e favorire la cooperazione dei suoi membri sarà sempre di più uno strumento di predominio e oppressione di stati sovrani più deboli rispetto ad altri, avrà sempre meno ragion d'essere. Forse il tempo dell'ottimismo europeo è finito.

mercoledì 9 maggio 2012

Rinascere

Scrivere... scrivere è l'unico modo per destare gli animi; tramite i giornali si fece il risorgimento, anche quella volta la comunicazione fu essenziale in un mondo senza radio o altri mezzi di comunicazione di massa.
Oggi c'è il web che seppur ormai strasfruttato per ogni cosa è un grande e prezioso veicolo di informazione immediata, bisogna sfruttarlo ancora di più per questo, perchè con esso si possono diffondere idee nuove che muovino le coscienze e facciano capire a tutti che ancora si può cambiare la nostra società, non è passato il tempo.
Nessuno intende fare rivoluzioni ma è possibile concretamente voltare pagina, se lo si vuole sarà possibile; il volere è potere, stagnare in una situazione come quella che stiamo vivendo oggi è inaccettabile, dobbiamo tornare a vivere, produrre, lavorare; siamo o non siamo una repubblica fondata sul lavoro?
L'Italia si sollevò da una guerra rovinosa, gli italiani si rimboccarono le maniche, tutti, crebbero le fabbriche e si arrivò al boom economico; adesso dobbiamo ricostruire l'Italia non dalle macerie di una guerra, ma dagli effetti devastanti di anni di una guerra basata sulla speculazione e il malaffare. C'è del buono in Italia, sono i cittadini onesti e laboriosi, gli agricoltori, gli imprenditori capaci, tutti strozzati da assurdi vincoli tesi a globalizzare in modo fallimentare un'economia che sarebbe fiorente e competitiva, basti pensare al nostro patrimonio artistico e naturale, invidiato dal mondo e non sfruttato intelligentemente dal punto di vista turistico.
Per far ripartire l'Italia e farla rinascere bisogna spazzar via tutti coloro che hanno fatto politica  amando solo sè stessi e i propri interessi, dimenticandosi di noi cittadini e dell'intero paese.
Se i corsi storici si ripetono e se tutto sarà condito d'entusiasmo forse potremmo tornare ad essere veramente orgogliosi di essere italiani sovrani a casa nostra!


martedì 8 maggio 2012

L'asse Parigi-Berlino

La sconfitta di Sarkozy in Francia è un segnale di cambiamento per l'Unione Europea, dovrebbe indebolire l'asse Parigi-Berlino viste le diverse vedute del neoeletto presidente francese, c'è bisogno di cambiamenti per uscire dal pantano nel quale siamo e deve finire la predominanza di certi stati membri su altri, considerato che l'Europa Unita dovrebbe essere cooperativistica e non egemonica.
In quest'ultimo anno la Germania ha veramente ingerito troppo nelle faccende europee, dando dettami che sono stati seguiti dai burocrati di Bruxelles, portando i P.I.G., nonchè Irlanda e Spagna sull'orlo del fallimento; in questa operazione la Francia di Sarkozy ha serie responsabilità, in quanto ha sostenuto Angela Merkel, peraltro sempre più sola nel suo ambito nazionale, nel suo intento di imporre all'Europa e in particolare modo ai paesi dell'area Euro, rigide regole economiche e di mercato, ingerendo sui governi nazionali mettendoli in crisi.
Una potenza economica come la Germania non può e non deve permettersi di dettare regole ad altre economie cosi diverse ma che potrebbero essere, se lasciate in autonomia, virtuose; ogni stato ha le sue peculiarità e in nome di un'Europa che non potrà mai essere unita, non può esservi alcuna pretesa di uniformare gli Stati Europei ad un'unica economia standardizzata.
Il risultato di queste operazioni, attuate con le scuse del debito pubblico, che nessun stato europeo non ha, sono state manovre economiche durissime che infieriscono sullo stato sociale e direttamente sui cittadini, mortificando il vivere civile portando ad una inevitabile recessione.
Se si indebolirà l'asse Parigi-Berlino, forse cambierà il vento in Europa, rimettendo in discussione le scelte scellerate precedenti.

Antipolitica o politica?

Siamo di fronte ad una situazione politica che assomiglia molto a quella di vent'anni or sono, puntualmente in l'Italia si ripropone il grave problema della capacità di autodeterminazione.
La politica, quella creatura cosi importante per l'autodeterminazione di un popolo, giace in Italia come un pachiderma in agonia, dilaniato da mali incurabili, privo di idee e propositi per il futuro; tanto agonizzante che ha chiesto aiuto a non politici (o presunti tali) per amministrare questa nostra nazione, culla di civiltà al centro del mediterraneo.
Siamo tutti veramente attoniti per l'incapacità dimostrata dalla politica, dal suo sistema partitocratico, di governare degnamente questo nostro paese, di non essere in grado di risolvere o perlomeno tentare di risolvere almeno qualcuno dei tanti problemi italiani.
L'esito delle amministrative è stato un segnale forte per i politici, dove, a parte l'astensionismo, chi è andato a votare ha fatto capire di essere stanco delle parole e delle promesse, l'affondamento dei partiti è inesorabile, tutti vogliono un cambiamento e tutti si chiedono cosa faranno i politici per affrontare le elezioni del 2013, per tornare ad avere un governo vero e credibile, composto di persone elette dal popolo e un parlamento che veramente legiferi in favore di un popolo che non venga considerato solo un fatto economico come adesso accade.
I partiti tradizionali ai difendono, leccandosi le ferite, invocano all'anti-politica, ma perchè anti-politica?
Politica vuol  dire adoperarsi per il bene collettivo, senza interessi personali, facendo gli interessi del popolo in aderenza ai principi costituzionali di libertà ed eguaglianza, valorizzando il lavoro, combattendo le discriminazioni; la politica, i politici che hanno governato finora hanno illuso il loro elettorato, hanno approfittato, accaparrandosi denari pubblici facendo omissioni e mettendo i cittadini in pericolo; gli effetti di tutto questo sono stati elegantemente addossati con un governo tecnocratico ai cittadini stessi, inermi vessati.
Se la politica è vessatoria allora ben venga l'anti-politica che poi sarebbe la vera politica di uno stato democratico. Ridare la voce al popolo, vero sovrano in una democrazia, questo è quello che deve succedere in Italia, con un popolo giovane, intraprendente, solo il popolo con le sue risorse ci farà uscire dalla crisi e non tecnocrati asserviti a poteri extranazionali.