martedì 8 maggio 2012

Antipolitica o politica?

Siamo di fronte ad una situazione politica che assomiglia molto a quella di vent'anni or sono, puntualmente in l'Italia si ripropone il grave problema della capacità di autodeterminazione.
La politica, quella creatura cosi importante per l'autodeterminazione di un popolo, giace in Italia come un pachiderma in agonia, dilaniato da mali incurabili, privo di idee e propositi per il futuro; tanto agonizzante che ha chiesto aiuto a non politici (o presunti tali) per amministrare questa nostra nazione, culla di civiltà al centro del mediterraneo.
Siamo tutti veramente attoniti per l'incapacità dimostrata dalla politica, dal suo sistema partitocratico, di governare degnamente questo nostro paese, di non essere in grado di risolvere o perlomeno tentare di risolvere almeno qualcuno dei tanti problemi italiani.
L'esito delle amministrative è stato un segnale forte per i politici, dove, a parte l'astensionismo, chi è andato a votare ha fatto capire di essere stanco delle parole e delle promesse, l'affondamento dei partiti è inesorabile, tutti vogliono un cambiamento e tutti si chiedono cosa faranno i politici per affrontare le elezioni del 2013, per tornare ad avere un governo vero e credibile, composto di persone elette dal popolo e un parlamento che veramente legiferi in favore di un popolo che non venga considerato solo un fatto economico come adesso accade.
I partiti tradizionali ai difendono, leccandosi le ferite, invocano all'anti-politica, ma perchè anti-politica?
Politica vuol  dire adoperarsi per il bene collettivo, senza interessi personali, facendo gli interessi del popolo in aderenza ai principi costituzionali di libertà ed eguaglianza, valorizzando il lavoro, combattendo le discriminazioni; la politica, i politici che hanno governato finora hanno illuso il loro elettorato, hanno approfittato, accaparrandosi denari pubblici facendo omissioni e mettendo i cittadini in pericolo; gli effetti di tutto questo sono stati elegantemente addossati con un governo tecnocratico ai cittadini stessi, inermi vessati.
Se la politica è vessatoria allora ben venga l'anti-politica che poi sarebbe la vera politica di uno stato democratico. Ridare la voce al popolo, vero sovrano in una democrazia, questo è quello che deve succedere in Italia, con un popolo giovane, intraprendente, solo il popolo con le sue risorse ci farà uscire dalla crisi e non tecnocrati asserviti a poteri extranazionali.



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