giovedì 10 maggio 2012

Che fine sta facendo l'Europa?

Oggi Barroso ha fatto una dichiarazione terribile che deve far riflettere sul nostro futuro europeo: la sostanziale indifferenza, da parte dell'Eurogruppo, il club, per un abbandono della Grecia dall'Euro.
Questa affermazione, proveniente da un Commissario europeo istituzionalmente eletto da nessuno, a capo di un'entità sovranazionale che ha un solo un parlamento eletto dai cittadini europei con sola funzione consultiva, è aberrante.
Ci troviamo di fronte al vero fallimento dell' Unione Europea, nata con l'ideale di unire gli stati del vecchio continente trainando quelli meno virtuosi e ricchi al fine di aiutarli nella crescita e nello sviluppo, invece diventata una sorta di club manovrata dalla Germania, che dopo quasi settant'anni ha colto l'occasione di ritornare a pieno in un preoccupante quadro imperialista, pronto a decidere, ad influenzare le decisioni di un debole organismo europeo, ingerendo su altri stati sovrani.
Quale diritto hanno determinati soggetti quali Barroso e la Merkel  nel ingerire negli affari interni di uno stato in nome di un'unità europea che di fatto non potrà mai esistere?
Perchè mettere alla gogna adesso la Grecia e il suo popolo e permettersi di fare affermazioni improbe, quando l'annessione all'Unione Europea è stata ratificata con accordi  internazionalmente riconosciuti nonchè continuare a considerare i popoli mediterranei stati di serie B indegni di appartenere ad un distinto club di membri filo-teutonici?
Perchè in certi casi l'Europa si fa sentire, mentre in altri casi sta in un silenzio assordante come è successo quando l'Italia ha vissuto poco tempo fa il tragico fenomeno dell'immigrazione clandestina una tragedia umana che è stata interamente gestita ed affrontata dallo Stato Italiano e dove l'Unione Europea ha considerato il problema "solo italiano"?
Tutto questo per ribadire che le parole di Barroso di oggi sono assolutamente riprovevoli e che se l'Europa invece di aiutare e favorire la cooperazione dei suoi membri sarà sempre di più uno strumento di predominio e oppressione di stati sovrani più deboli rispetto ad altri, avrà sempre meno ragion d'essere. Forse il tempo dell'ottimismo europeo è finito.

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