domenica 29 gennaio 2012

Idea pragmatica

Guarderemo con nostalgia il nostro passato, un giorno, quando ci saremo resi conto che l'uomo si è divorato da solo, catastrofismo? Forse, meglio definirlo pragmatismo teso alla verifica obiettiva di ciò che l'umanità vuol fare di se stessa, tenuto conto della scarsa propensione per l'essere umano di cogliere le opportunità disponibili al momento, di prevenire con azioni efficaci deleterie conseguenze e di evitare gli errori del passato, ricorrendo sempre al tempo ciclico dei corsi e ricorsi storici.
L'uomo ha in sé l'istinto di conservazione della specie, diventato un dogma in tutte le religioni; la specie, il mondo, devono andare avanti nell'alternanza delle generazioni; ma c'è un lato opposto di quest'istinto e per farlo comprendere ricorro alla chimica, in modo semplicistico naturalmente, non sono del campo.
Tutto ciò che ci circonda, la materia, è composta da molecole a loro volta composte da atomi fatti di neutroni, protoni ed elettroni, a loro volta composti di quark, bosoni, mesoni....un mondo ancora in parte da scoprire; dall'osservazione dell'universo, dall'analisi della sua struttura, effettuata essenzialmente per capire da dove tutto è cominciato, da che cosa è cominciato e verso dove sta andando, è stato teorizzata l'esistenza non solo di altri universi, ma di universi opposti: qui la scienza si confronta con la filosofia e la religione nel bisogno pregnante di capire che cosa siamo, che senso ha tutto ciò, che cos'è la vita e cosa c'è oltre la vita, è la ricerca della quarta dimensione, è la teoria dell'antimateria, fantascienza? Può darsi.
Tale riferimento era per far meglio comprendere l'antitesi dell'uomo, essere concreto, che si distingue dagli altri esseri viventi grazie alla sua intelligenza, uno strumento sorprendente che gli ha dato la consapevolezza dell'esistere e di scoprire il suo io nella lunga via dell'evoluzione; tuttavia tutto ciò non è stato sufficiente, l'uomo non è stato in grado di dominare e guidare i propri istinti, conservando quelli positivi e indispensabili come quello, già accennato, della conservazione della specie, sia quelli negativi, talvolta esaltandoli.
La propensione al peccato è eminentemente posta in risalto dalla Bibbia, dove di narra che l'uomo e la donna, spinti dalla tentazione vengono cacciati dall'Eden e condannati a condurre una vita di lavoro e sacrifici che verrà poi trasmessa alle generazioni successive; il peccato inteso come comportamento negativo fatto in danno di altri e anche di sé stessi, anche questo è un tema comune in tutte le religioni, nel Corano viene timorato chi commette peccato e gli viene negato il  paradiso.
Tra gli istinti negativi, per riagganciarmi al pensiero iniziale, quello dell'autodistruzione è equivalente alla negazione alla vita, dono di ogni uomo che l'uomo stesso non può negare, neppure a se stesso.
E' inconsapevole l'istinto di autodistruzione, lento e inesorabile, ma presente, da sempre; nell'etica il concetto autodistruttivo, nel senso più generale, trova posizioni controverse legate alla morale ma, tuttavia, sempre o quasi, è stata espressamente condannata dagli osservatori ma giustificata dagli artefici sulla base di ideologie di diversa natura.
L'istinto di autodistruzione è stato tragicamente presente nel XX secolo, caratterizzato da due sanguinose guerre mondiali, delle quali la seconda macchiata dai crimini più infami verso l'umanità intera, la corsa alla guerra nucleare, poi, è stata, finora, la massima espressione palese, di quell'istinto.
Ma la moderna e sofisticata società di oggi è ricca di insidie invisibili che non sono necessariamente armamenti o blocchi di potere contrapposti negli equilibri mondiali, oggi facciamo i conti con  fenomeni se vogliamo silenziosi, ma che penetrano profondamente nei nostri microcosmi personali, sconvolgendoli.
La vera guerra autodistruttiva che stiamo vivendo nel mondo attuale non è territoriale nè violenta perchè attuata con l'economia; un'economia evolutasi troppo in fretta allargatasi a livello globale in modo disordinato, un macrosistema che, di fatto, non è un sistema, ma un ribollente processo economico-finanziario non basato  sui fatti generatori di base dell'economia reale: il lavoro e la produzione.
Questo sistema finanziario sta facendo destabilizzare realtà come l'Euro, che doveva essere uno dei capisaldi dell'Unione Europea, gli orgogli e le pretese nazionali sono rimasti a dominare in Europa, gli Stati sono influenzati dalle potenti lobby finanziarie, per questi motivi si stanno innescando guerre non dichiarate di predominio economico a scapito di partners più deboli.
Come detto all'inizio, tutto ciò è stato causato dalla completa assenza di volontà da parte dell'uomo di controllare i fatti finanziari e i mercati, è stata la deregulation generale a creare, da subito, forme di oligopolio, ristrette a poche e potenti figure capaci di influenzare a contrapporre fra loro gli stessi Stati.
Tutto questo per affermare che la grande finanza in questa guerra senza quartiere, attuata senza tener conto dei bisogni e della stessa esistenza della società civile, non basandosi sul lavoro e quindi sulla vita, ma solo ed esclusivamente alla produzione di ingenti quantità di ricchezza sotto riprovevoli forme speculative, invero non indirizzate per investire nella crescita della collettività, divorerà l'uomo, perché non sarà stato in grado di usare le proprie ricchezze per il bene dell'umanità ma solo e soltanto per l'egoismo e gli interessi di un ristretto numero di pochi ma potenti gruppi, erodendo, tra l'altro tutte le risorse a disposizione, un realtà questa che ci tocca molto da vicino, perché sono i cittadini che ne subiscono gli effetti subendo un graduale impoverimento causa pesanti manovre finanziarie, perdita di potere d'acquisto e disoccupazione, un esempio? La Grecia, culla del mondo antico, madre della democrazia, oggi a rischio default, Socrate si sta sicuramente rivoltando nella tomba.

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