domenica 22 gennaio 2012

Speculazione mediatica

Riguardo alla sciagura del Giglio, come per altre disgrazie, i media si sono scatenati, per l'ennesima volta il diritto di cronaca si è mischiato con l'avida speculazione mediatica, un guazzabuglio incontrollato di notizie sparate in tempo reale su internet e televisione, partito da quella gelida notte mentre quella grande, immensa nave, orgoglio e vanto della marineria nostrana, si accasciava con il ventre ferito a pochi metri dall'isola.
Non voglio raccontare quello che è successo, io intendo analizzare in che modo l'opinione pubblica è stata informata sulla tragedia, rilevando con tristezza come sia stato selvaggio e frettoloso il modo in cui i mass media abbiano portato subito alla gogna mediatica il capitano della nave, come ci sia stata poca ponderatezza nel diffondere le notizie senza rispetto per nessuno, a partire dalle vittime e dai dispersi.
Dalla disgrazia i media hanno colto l'immancabile occasione per alzare i profitti di networks e testate giornalistiche; mentre la gente moriva, tutte le televisioni modificavano i loro palinsesti, introducendo talk-shows pullulanti di esperti, burocrati e politici, portando alle stelle i loro shares e le tirature dei giornali, che alla faccia della crisi, aumentavano a vista d'occhio, uno sciacallaggio veramente disgustoso e indegno per una società civile.
Partendo dalla vicenda professionale e personale del comandante, che è stato annullato subito come uomo,  a differenza dei cauti inquirenti che lo considerano quale "persona sottoposta ad indagini con gravi indizi di reità a suo carico", i giornalisti hanno preso e sbattuto in pasto dell'opinione pubblica qualsiasi indiscrezione, qualsiasi dichiarazione, qualunque cosa, insomma, che potesse essere appetibile per lo stato di emotività collettivo del momento, quando non è necessario approfondire e analizzare i fatti ma è importante e fondamentale tenere alta l'attenzione e lo stato di suggestione generale.
L'immenso potere mediatico dell'informazione sposta sempre il polo d'attrazione del pubblico, portandolo a giudicare condannare con immediatezza ogni fatto di cronaca e i suoi presunti responsabili, dico presunti, perchè nel nostro ordinamento democratico esiste un'Autorità Giudiziaria la cui prerogativa più importante è quella di "non fare processi sommari" ma di eseguire indagini accurate che portino all'acquisizione di fonti di prova certe atte ad accertare le responsabilità e la verità.
Con questo non voglio assolutamente assolvere o giustificare i comportamenti irresponsabili che avrebbe posto in essere il comandante di quella nave, ma cercare di far capire che non sono gli spot giornalistici a portare le prove, ma il paziente lavoro degli inquirenti, ed in casi tragici come questo, la precisione nell'accertamento dei fatti è indispensabile; aggiungo, inoltre, che ci sono sicuramente altri corresponsabili e tanti interrogativi ancora senza risposta.
La vicenda è stata per ora ricondotta ad una sorta di telenovela da somministrare all'opinione pubblica, provocando pericolose reazioni a catena deleterie per l'immagine dell'intera marineria italiana che è, non dimentichiamolo, una parte importante dell'economia nazionale.
La ragione nella eccessiva solerzia da parte dei mass media di assurgere le tragedie comunque denominate quasi come a fatti necessari che devono prima o poi accadere, è tutta dietro quella facciata giornalistica che noi vediamo o leggiamo, ossia un immenso potere corporativo strutturato in diverse lobby, nel quale sono inseriti a sua volta altri poteri che condizionano il libero diritto di cronaca, censurando tutto quanto sia  "poco appropriato" divulgare perché non conveniente ai medesimi, soprattutto se intaccano interessi economici, politici e personali.
Il messaggio di quando detto finora è riuscire ad analizzare e ponderare le notizie che ascoltiamo e cercare di vedere le cose da più punti di vista tralasciando, per quanto possibile, le emozioni; la suggestione copre la ragione e non fa cogliere la realtà.
Il giudizio dell'opinione pubblica è estremamente importante ma non va in nessun modo condizionato, dovrebbe essere libero come libera dovrebbe essere l'informazione in un paese democratico ma, forse, non è cosi.

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