domenica 24 marzo 2013

SITUAZIONE DI STALLO

Le analogie con periodi oscuri del passato in relazione all'attuale situazione politica e sociale italiana sono evidenti, siamo in un periodo dove non si riesce a vedere al futuro, scavando in un presente sempre più impantanato dove vince la rassegnazione e lo sconforto.
Non riusciamo più ad essere custodi di noi stessi, in un'intricata vicenda umana che sa più di involuzione che di progresso.
L'Italia continua a dimostrarsi incapace di autodeterminarsi sull'onda di una crisi economica dura, una situazione che rischia di aprire scenari infelici frutto di una gestione nefasta del popolo italiano.
Viviamo sotto l'ombra di un'Europa che pretende da noi di stare alle regole, quelle stesse regole la cui ottemperanza era stata solennemente promessa mediante la sottoscrizione di trattati e accordi, nel contempo il dover  ottemperare ai dettami europei in termini di economia ci è costato molto e, purtroppo, non è bastato.
Il risultato delle operazioni di risanamento effettuate in quest'ultimo anno si è manifestato nell'aumento della disoccupazione, dal calo dei consumi, dovuto all'aumento delle imposte indirette e del generale sistema impositivo, la chiusura di migliaia di imprese.
Continua ad esserci una sostanziale incapacità nel fronteggiare le economie asiatiche e nell'attrarre le economie estere nel mercato interno.
Non c'è stata volontà a frenare la delocalizzazione all'estero delle imprese italiane.
Sul piano culturale abbiamo assistito ad una condizione sempre più precaria della scuola e dell'università, tagli netti alle spese per l'istruzione hanno provocato questo.
Pur sbandierando sempre e comunque i tristi dati dell'evasione fiscale (130 miliardi annui n.d.r.) tecnici e politici hanno fatto ben poco, non sono stati emanati provvedimenti efficaci per gli organi di controllo, l'evasione fiscale continua ad essere un cancro italiano che deprime la società civile e rende l'Italia agli occhi del mondo una nazione inaffidabile.
Anche su temi quali la corruzione  poco continua ad essere fatto nel quadro di un ordinamento giuridico troppo garantista e ferruginoso che non riesce a rendere giustizia  nel contrasto a questo grave fenomeno.
Troppe parole continuano a rimbombare nello scenario politico italiano, le promesse elettorali continuano a rimanere tali, mentre l'economia reale continua a recedere, la disoccupazione aumenta e il potere d'acquisto delle famiglie continua a diminuire.
Le ultime elezioni hanno consegnato un quadro di incertezza delle scelte politiche degli italiani, che hanno votato con una legge elettorale che nessuno ha voluto cambiare nonostante ne avesse la possibilità.
Dalle elezioni è cresciuto il voto di protesta verso forze nuove che però, finora, hanno solo creato muri con la forze politiche tradizionali senza dare risposte concrete su quello che vorrebbero fare per il paese e la difficoltà oggettiva di dare un governo stabile e credibile al paese è uno stato di fatto.
Temi quali i costi della politica sono stati sfruttati per far leva sul popolo, ma non si è pensato che per risolvere i problemi urgenti di questi paese, sono necessarie persone capaci che, con la necessaria professionalità, siano in grado di legiferare provvedimenti che diano risposte alla risposta di concretezza che provengono dalla società civile.
Non è solo dimezzando la paga dei parlamentari che si risolvono i problemi, è necessario che i parlamentari siano di  una tale di eccellenza che con trasparenza e senso del dovere verso al nazione, eseguano con onestà di intenti il loro delicato e gravoso compito.
Certo, è apprezzabile l'intento di voler cambiare e ringiovanire il Parlamento con forze nuove ma, purtroppo, non è sufficiente, la ventata di nuovo deve concretizzarsi in effetti concreti e nella composizione di forze che possano avere, altresì, una potente voce in capitolo in ambito europeo e riescano a contribuire trasversalmente per fare quelle riforme istituzionali quanto mai necessarie che vengono decantate da tempo immemorabile e che non mai state fatte.
Comunque il cambiamento dev'essere bipartisan, tutte le forze politiche devono avere volti nuovi, perché i vecchi e soliti argomenti di questi ultimi vent'anni la maggior parte degli italiani non li vogliono più sentire.





sabato 16 marzo 2013

Papa Francesco.

Si, ho aspettato, volevo che mi passasse l'emotività per scrivere un articolo su Papa Francesco, perchè solo stemprando l'eccitazione del momento si riafferma la razionalità e veramente si riesce a scrivere qualcosa di originale.
Certo, questo mese di marzo del 2013 ce lo ricorderemo, almeno noi italiani, per le novità che stiamo vivendo di giorno in giorno.
Tanti articoli fa scrissi di Papa Wojtyla, della sua ombra che soggiace su di noi attraverso il suo ricordo indelebile, della sua personalità che ha colpito tutti: credenti e non credenti, promuovendo il dialogo con le altre religioni in quanto tutti figli di unico Dio.
La figura di Giovanni Paolo II è stata caratterizzata dalla sua essenzialità, dal suo riavvicinamento a noi tutti, alla sua umiltà.
Dopo le dimissioni di Ratzinger, col suo voler nascondersi al mondo in nome di Dio, il mondo è rimasto attonito e si è chiesto cosa stesse succedendo alla Chiesa; ma abdicare è stato un gesto straordinario e di grande umiltà che ha consentito poi l'elezione di un Papa che potesse ridare slancio alla Chiesa, una missione difficile e delicata.
Finito il conclave, ancora una volta i sondaggi hanno fallito clamorosamente da quando il Protodiacono ha pronunciato il nome del Card. Bergoglio, li si è scritta la storia.
Lo stupore e la commozione è però aumentata quando il mondo veniva portato a conoscenza del nome che il nuovo Papa si era dato: Francesco.
Il conclave è stato veramente frutto di uno straordinario lavoro dei suoi cardinali, cercando un Papa che potesse essere segno di rinnovamento e di pace.
Francesco il Santo dell'umiltà e della povertà, perseguitato dalla potente chiesa terrena come un eretico, che voleva essere l'ultimo degli ultimi, servo dell'umanità come era stato Gesù Cristo morto sulla croce.
Le prime immagini di questo Papa difficilmente potranno dimenticarsi, perché il primo, grande messaggio che ha voluto darci chiedendo la benedizione ai fedeli su di sè è stato quello di dirci "voglio stare con voi, unirmi a voi in questo cammino" nel nome di una chiesa povera per i poveri, nel segno dell'umiltà in mondo gravemente predominato dagli egoismi e dalla prepotenza, dove la materialità ha sopraffatto anche i più essenziali valori umani e dove i giovani vagano disorientati verso un futuro sempre più incerto e cupo.
Osservando anche i piccoli gesti di questo Papa in questi pochi giorni del suo pontificato, mi sono reso conto che ci troviamo di fronte all'assoluta novità che serberà tante sorprese positive, in tanti aspetti sovviene il ricordo di Papa Luciani, tra quelli di Papa Giovanni e Giovanni Paolo II.
Papa Francesco ama parlare a braccia, i promemoria scritti sono sempre intermezzati da interventi improvvisati e rivolti alla platea, come fa un buon parroco ai suoi fedeli nella sua semplicità.
A simili manifestazioni d'affetto chi ascolta non può che sentirsi a suo agio.
Ma questa personalità è frutto di una vita dura, perchè Bergoglio arriva dalla trincea, chi sta in prima linea, seppur in posizione più privilegiata, soffre come gli altri.
L'Argentina è stata terra dura, governata da dittature con crisi economiche e  povertà diffusa, laggiù Bergoglio visse con i più poveri, disdegnando e combattendo le ostentazioni di una Chiesa ricca. 
Con Bergoglio cambia un asse secolare della Chiesa Cattolica, il mondo sudamericano, cattolico è ora più vicino all'Europa sempre più laica.
Papa Francesco sono sicuro che ci sorprenderà, anzi, continuerà a sorprenderci, probabilmente con lui assisteremo ad un vero riavvicinamento della Chiesa ai suoi fedeli, in un'epoca dove scarseggiano le vocazioni e le chiese sono mezze vuote.
Nella sua prima Messa celebrata con i cardinali, Papa Francesco ha detto che la Chiesa deve camminare, edificare e confessare; camminare assieme ai suoi fedeli senza tralasciare nessuno come il buon pastore, edificare perchè l'uomo deve essere costruttivo per dare un senso alla sua vita e quindi la Chiesa deve costruire sempre quel percorso spirituale di pace per tutta  l'umanità, confessare perchè solo rendendosi conti dei propri peccati l'uomo può vivere in un mondo migliore.
La missione di Papa Francesco è dura e su questo non vi è dubbio, il mondo ha bisogno di persone come lui, che in  questo periodo storico particolare illuminino il cammino di un'umanità che vaga nel buio.

sabato 9 marzo 2013

Dopo il voto...

Riassumendo,  dopo le elezioni è cambiata la geografia politica dell'Italia, il popolo ha scelto e la sua scelta va rispettata.
C'è stato l'avvento di una forza nuova, mentre all'estero purtroppo i nostri partner continuano a guardarci con diffidenza nonostante le rassicurazioni del Presidente della Repubblica.
Forse sta cambiando qualcosa e questo gli Italiani lo sperano, ma non sperano soltanto che finisca l'austerità, che ci sia lavoro, che l'economia si rimetta in moto, vogliono che la politica sia pulita e che svolga una mission  esclusivamente a favore del popolo.
Siamo tutti angustiati dai continui scandali dove persone elette hanno approfittato della propria posizione per arricchirsi e fare i propri comodi.
Hanno munto tutto quello che potevano, hanno ingannato i propri elettori, hanno infangato l'Italia, la sua reputazione: siamo stati danneggiati tutti.
Adesso si chiede la svolta e le elezioni ne sono state la prova.
Questa situazione ha scosso la classe politica mettendola alla gogna, adesso bisognerà trovare la soluzione, la più coerente per dare un governo al paese e anche in fretta.
Di certo, la soluzione meno appropriata è quella di tornare alle urne perchè:
il voto è stata espressione libera e democratica del popolo sovrano;
non è accettabile che venga chiesto ai cittadini di tornare a votare, chi ha la responsabilità di sciogliere i nodi deve prendere atto delle scelte dei cittadini e fare!
tornare al voto con l'attuale legge elettorale probabilmente non cambierebbe di molto i risultati ottenuti.
Una cosa è certa: che adesso il popolo vuole risposte e non solo parole, la situazione dell'Italia è degradata ma non irrecuperabile, in parlamento si insedieranno persone nuove, magari inesperte, ma piene di entusiasmo e volontà, tutti gli schieramenti sono ringiovaniti e l'ora della buona e sana politica.
La gente non ne vuole più sapere di scandali, corruzione, orge, di gente indegna, è stufa.
Lo so, sono cose dette e ridette, ma penso che ripeterle non faccia mai male.
Bisogna sfatare l'idea che l'Italia sarà sempre cosi: non è vero.
L'Italia è un paese pieno di risorse, la  creatività italiana è invidiata nel mondo, la nostra forza sono le giovani generazioni, coloro i quali stanno vivendo in prima persona il contatto con la società civile.
Al sud i giovani hanno avuto il coraggio di protestare contro la mafia e con lo stesso coraggio contrasteranno il malaffare e la politica sporca, tutto è destinato inevitabilmente a cambiare, tutto.
Il segnale che ha dato il popolo in queste elezioni va considerato attentamente, il popolo ha fatto il suo dovere, ora spetta agli attori della politica democraticamente eletti a  fare il resto.






mercoledì 27 febbraio 2013

Non abbandono la croce

Non c'è dubbio: stiamo vivendo un momento storico che non coinvolge solo i cristiani e i cattolici, alle 20 del del 28 febbraio 2013, su sua libera scelta, Papa Benedetto XVI, dopo un pontificato durato quasi otto anni, sarà Papa dimissionario.
Oggi, nella sua ultima udienza pubblica seguita del mondo intero davanti ad una piazza gremita di fedeli, il Papa ha voluto parlare di sè stesso, delle ragioni delle sue dimissioni, rassicurando tutti sul fatto che "non si ritirerà a vita privata, ma continuerà a vivere per Gesù Cristo e per la Chiesa".
Il fatto storico nasce dalla novità di questa scelta sofferta da parte di un uomo che aveva accettato l'investitura petrina dimostrandosi sin da subito perseverante nella tradizione.
Con la sue dimissioni ha voluto dare un segnale forte, ha voluto dire al mondo che la figura papale deve essere in grado di colloquiare col mondo e che anche il Papa deve essere consapevole se le sue forze siano sufficienti o meno per continuare il suo uffizio.
Da quando è giunta la notizia delle dimissioni del Papa, molte sono state le opinioni al riguardo e la ricerca delle vere motivazioni hanno pervaso.
Essenzialmente i contrari hanno asserito che un Papa non può eticamente dimettersi perchè Gesù non scese dalla croce; le dimissioni sono tuttavia previste dal Diritto Canonico, semplicemente  la norma non era stata ovviamente applicata da secoli.
I favorevoli hanno invece affermato sostanzialmente che sia giusto che un uomo di età avanzata, l'unica motivazione peraltro menzionata dal Pontefice, si metta a riposo anche se Papa.
Ratzinger ha parlato di forze sempre più deboli e il Papa invece queste forze le deve avere per affrontare e farsi carico dei problemi dell'umanità e del rapporto ecumenico con le altre religioni in nome di quell'apertura cosi introdotta dal Concilio Vaticano II.
Senz'altro stupisce il fatto di un conclave in atto con il precedente Papa vivo, di avere nel prossimo futuro un Papa emerito e un Papa in carica, stupisce tutto perchè è stata infranta una convinzione, quella di ritenere che un Papa debba regnare fino alla fine dei suoi giorni.
Come dicevo anche la santità dell'incarico petrino è stato soggetto ad un balzo nel futuro della Chiesa e l'attuale Papa, con il suo gesto, ha esattamente fatto questo.
Il significato di questo fatto nuovo della Chiesa Romana può essere un preludio ad un riavvicinamento al mondo iniziato con Papa Giovanni XXIII, una chiesa vicina alla società che continui a diffondere il verbo evangelico, che continui il dialogo con tutte le altre religioni, che perseveri nella lotta alle diseguaglianze sociali   a favore dei più deboli.
Il successore di Papa Ratzinger avrà il compito di rilanciare la chiesa nella società e di tenere uniti i suoi ministri affinchè possano compiere con serenità il proprio ministero.




venerdì 22 febbraio 2013

Verso il voto

Mai come questa volta il popolo italiano si  troverà in imbarazzo nella scelta di chi dovrà rappresentarlo nel corso della prossima legislatura.
La campagna elettorale che sta per concludersi è stata affannosa e confusionaria, è stata una corsa alle promesse che difficilmente verranno mantenute sin dal giorno dopo le elezioni, nel corso del periodo elettorale sono apparsi diciamo i "soliti scandali" volutamente messi in risalto dai media al fine di influenzare l'opinione pubblica.
Certo, il caso grave di MPS fa riflettere e sconcerta, la vicenda giudiziaria della banca più antica del mondo, se letta nel giusto verso è un po' il riassunto del malaffare finanziario italiano che, purtroppo, non fa che rendere sempre più inaffidabile la nostra immagine nazionale.
Anche qui a  pagarne le conseguenze non saranno, paradossalmente, gli autori dell'oscura  faccenda ma i cittadini, i risparmiatori, coloro che avevo affidato i loro patrimoni costruiti a fatica, frutto del loro onesto lavoro.
I responsabili saranno sottoposti ad una giustizia lenta e ferruginosa non al passo con i tempi, procedimenti annosi che si concluderanno solo al terzo grado di giudizio quando la gente se ne sarà quasi dimenticata e cosi gli artefici l'avranno fatta franca grazie alle prescrizioni, alle attenuanti ed ai mille rivoli delle arringhe giudiziarie.
Ma, tornando alle elezioni, la sensazione percepita riguardo agli scandali che toccano questa o quella fazione politica è che tutto sia finalizzato come sempre alla strumentalizzazione potenziata dai giornali e dalle tv sempre condizionati dalle correnti politiche.
Nel corso della campagna elettorale, tutto è stato detto contro tutto da parte di molteplici correnti politiche personali che hanno frammentato il quadro dei partiti portando solo una grande confusione. 
Annunci clamorosi tali creare suggestione, povertà di contenuti, programmi approssimativi per la maggior parte irrealizzabili a causa della grave situazione finanziaria del paese e delle sue contraddizioni ma, soprattutto, la presenza di una politica non più credibile, ingessata nei suoi preconcetti e nelle sue ideologie, che continua a lanciare quel messaggio di immobilismo di un'Italia che non  riesce a cambiare.
E' intanto il popolo, vessato dall'ultimo governo tecnico, osserva sconsolato senza alcun ottimismo e vede un futuro sempre più incerto e difficile.
Da qui la tendenza a disertare le urne certo: il voto è un diritto non un dovere ma non andare significa, purtroppo, non concorrere a fare del voto larga espressione nel sillogismo di elezioni che non porteranno a rappresentare il vero consenso popolare.
Mai come adesso, rispetto al passato, c'è certezza sui risultati, i sondaggi hanno dato indicazioni ma non  possono fornire le reali intenzioni di voto, una cosa è certa: o continuerà il discorso politico che c'è stato finora che ha portato inevitabilmente l'Italia al declino,  oppure ci sarà un svolta epocale, comunque nulla è dato per scontato.
Purtroppo, attualmente,  in Italia manca una figura, e non c'è nelle attuali offerte politiche, che possa fermamente dare risposte concrete alle richieste dei cittadini e cominciare veramente una nuova era politica, almeno cosi credo.
La politica della protesta, tuttavia, otterrà sicuramente risultati apprezzabili a quanto pare.
Staremo a vedere. 

domenica 30 dicembre 2012

Addio Professoressa..

E' difficile scrivere qualcosa su Rita Levi Montalcini che qualcun altro non abbia già pensato, ma mi sembrava doveroso e quantomai significativo lasciare una traccia in questo blog a ricordo di una persona straordinaria.
Personalmente la Professoressa è una di quelle persone che io ho sempre sentito "eterne", forse perchè la sua vita ha abbracciato diverse generazioni, la mia compresa, perchè ciò che lascia è immortale in quanto la scienza è immortale.
In questo blog scrissi un articolo riferito a persone che hanno cambiato il mondo, bene: Rita Levi Montalcini è una di queste e come tutti i grandi se n'è andata in punta di piedi, in silenzio, nella sua modestia.
Una lunga vita dedicata alla scienza nel corso di due secoli nei quali altre persone straordinarie hanno lasciato il loro segno indelebile diventando immortali.
In questo tempo cosi segnato dall'oscuro, spesso non pensiamo ai sacrifici e alla genialità di certe persone che per contribuire nel loro campo al progresso dell'umanità hanno dedicato la loro stessa vita alla scienza.
Grazie a persone come la Montalcini oggi siamo in grado di combattere nemici dell'uomo che prima neanche conoscevamo.
La genialità di queste persone cosi grandi spesso non la percepiamo, perchè il loro lavoro è silenzioso e spesso, nella storia, sono stati persino perseguitati come successe con Galileo.
Oggi rendiamo omaggio a questa grande donna che ha creduto in quello che faceva fino alla fine e che ha lasciato un'eredità scientifica enorme di immenso valore e l'umanità intera deve esserle grata anche per ciò che la scienza sarà in futuro.

mercoledì 19 dicembre 2012

L'homme de Noel

Un jour en hiver
l'homme passe pour une rue de verglas
Il fait froid, très froid
le temps c'est passè
le pensèe de l'homme tombent sur la neige
qu'est-ce-que vous faites? Dit une madame qui passait just à coute
je suis pouvre madame, dit l'homme
la vie ne m'a pas donnè rien!
maintenant c'est Noel
les enfant e tout le monde attend les cadeaux
... et pour moi? Que-est-ce qu'il ya?
Noel n'est pas  pour moi
je n'ai pas un sou
pour le pauvres Noel est toujours le meme jour!
si le monde à Noel ne pense pas aux pauvres, qu'est-ce-que ce Noel?
La neige tombe sur l'homme, il fait froid, pour lui-meme  n'est pas Noel.


21.12.2012

Siamo ormai al count-down, i Maya dopodomani hanno fatto finire il calendario, sul web in questi giorni stanno impazzando le tesi più assurde, le fantasie più variopinte.
Il termine "fine del mondo" lo si associa al meccanico terminare di tutto ciò che esiste, umanità compresa, uno scenario apocalittico associato al giudizio universale quando Dio, nel senso più assoluto del termine, chiede all'uomo di redimersi dai peccati e viene giudicato definitivamente su cosa è stato.
La storia dell'uomo è costellata di eventi, di segni incisi nel tempo.
L'uomo ha voluto cadenzare il suo tempo  per memorizzare la storia e dare un senso al suo io.
La data del 21.12.2012 non è del tutto priva di senso, tralasciando i catastrofismi ingiustificati, a mio avviso, è comunque ormai tanto tempo che l'umanità si chiede dove stia andando e forse è giunto il momento, magari  coincidente con questa data, ma comunque coincidente con questa epoca, di interrogarsi profondamente e meditare su ciò che siamo e come saremo.
E' un momento di  forte crisi esistenziale e di smarrimento questa epoca, l'umanità vive nella paura, manca la sicurezza, si stanno incrinando ciò che dovevano essere assiomi assoluti, principi incrollabili.
L'instabilità sta minando l'uomo dalle fondamenta, per questo, se volete, scegliamo pure una data, il 21 dicembre prossimo, da dedicare alla riflessione e trovare la soluzione per dare una svolta in senso positivo a questo nostro mondo.
Nel secolo scorso ci sono stati cambiamenti radicali, milioni di persone sono morte per consegnare a noi posteri un mondo migliore, si è affermata la libertà, è stata sottoscritta la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, di ogni uomo e donna; è stato tutto straordinario dopo secoli in cui l'uomo era suddito, spoglio della sua dignità.
Questa dignità, oggi, la stiamo perdendo, altre forze, altri poteri, stanno prevaricando l'uomo facendogli perdere quella centralità fondamentale per la sua stessa esistenza, ma  l'uomo non può perdere!
Per questo, ora più che mai, in quest'epoca traviata da crisi e oscurata dall'insicurezza, l'uomo deve interrogarsi affinchè non arrivi una nuova "restaurazione" ossia la recessione, la regressione.
Preservare la pace, portarla dove ancora non c'è, preservare la democrazia, il lavoro, mettere al bando scellerate ideologie imperialiste, gli egoismi, le violenze, contrastare i predomini economici, tornare alla solidarietà sociale partendo dagli ultimi, dare voce a tutti; tutto ciò contribuirà a far risorgere la nostra civiltà e a dare quella spallata per riaffermare la dignità umana.

lunedì 3 dicembre 2012

Costi o risorse?

E' da tanto tempo, in Italia e non solo, che si sente parlare nelle più fantasiose sfumature di tagli ai costi.
Io vorrei innanzitutto chiarire cos'è un costo.
Chi ha studiato economia sa bene che un costo può essere un verosimile danno per chi fa impresa come può essere un impegno di investimento, un costo dannoso è quello che incide negativamente nell'andamento dell'impresa che la impoverisce che ne crea nocumento.
Il costo buono, invece, genera profitto e quindi è un investimento che produce nel breve, medio o lungo termine ricchezza: è un bene.
Da queste argomentazioni, che di per sè possono sembrare un po' difficili da comprendere specialmente per chi non ha rudimenti di ragioneria o logica aziendale, si può partire agevolmente, effettuando i dovuti rapporti, per arrivare a quello che succede nell'amministrazione di uno stato.
Se ne sente parlare tutti i giorni, in questo ultimo anno il dibattito si è accresciuto, spesso non si capisce il perchè di certi discorsi, ma, comunque il cittadino medio ha afferrato bene certi concetti fornendo approcci critici che non possono essere ignorati da chi ha incarichi di governo ai vari livelli.
Tagliare, ossia, diminuire i costi è di per sè semplice, la logica dei tagli o dell'eliminazione delle spese rientra in un'ottica di risparmio di per sè giusta: il buon padre di famiglia eliminando le spese futili in tempi di ristrettezze tutela il bilancio familiare evitando l'indebitamento e il fallimento.
Ma la diligenza del buon padre di famiglia, un principio cardine nell'ordinamento giuridico, dev'essere saggiamente dosata in ogni questione economica.
Tornando all'azienda, alla quale sempre più si ispira l'amministratore pubblico per salvaguardare le finanze, si rileva che l'impresa tutela i suoi interessi evitando gli sprechi e migliorando i propri investimenti, un investimento sbagliato danneggia l'impresa mettendo in serio pericolo il risultato economico voluto.
In campo pubblico le cose sono ben diverse: nella logica di bilancio, non essendovi lo scopo del lucro, ovviamente, ed essendovi fattori influenzanti di svariata natura a partire dalla tipologia di politiche perseguite, ecco che viene messo da parte troppo spesso il concetto della buona amministrazione, entrando in gioco logiche svianti derivate da politiche fallimentari attuate contro l'interesse dei cittadini.
In uno stato in difficoltà economiche come l'Italia si continua a perseverare una politica dei tagli dei costi pubblici: giusto, ma verso quali?
Qui mi rifaccio ai concetti iniziali: costi o risorse?
Sanità, istruzione e sicurezza sono tre comparti che hanno subito tagli vertiginosi, sono costi dannosi quelli da sostenere per dare un servizio sanitario ai cittadini, istruirli e renderli sicuri? Non penso proprio che lo sia, eppure nell'ottica dell'economia di bilancio lo sono diventati; è stata tolta la dignità a chi opera in quei settori, gli sono stati ridotti gli strumenti, tutto accrescendo lo stato di disagio sociale a scapito delle fasce più deboli; è triste per un poliziotto, un medico e un insegnante sentirsi qualificato come un costo da ridurre il più possibile: loro sono un investimento per il paese! I costi per la ricerca sono investimento, i costi per la giustizia sono un investimento! E' stata persa l'individualità umana, i cittadini sono diventati una posta di bilancio!
Risultati di queste operazioni devastanti?  Il disastro: non si possono chiudere caserme dei carabinieri, uffici, tribunali, scuole, ospedali per una logica di riduzione di costi, tutto da la percezione dell'assenza dello Stato che serve i propri cittadini in funzione del pubblico interesse, il tutto quando altri costi non vengono nemmeno presi in considerazione: superpensioni, superstipendi, spese militari, sanzioni dell'UE per mancati adempimenti legislativi, penali per grandi opere bloccate, eccetera, eccetera, eccetera.
E' un costo anche il pensionato che ha lavorato una vita con sacrificio, pazzesco; concludo che tutti i cittadini sono un costo ormai, ma lo stato non era formato da un popolo che con sovranità doveva amministrarsi per esistere?
Chiudiamo allora lo Stato perchè è un costo.
Spero che questa logica economica deleteria per tutti finisca, fino a quando le risorse non verranno valorizzate come fa il buon imprenditore e gli sprechi, quelli veri, saranno eliminati, l'Italia, quella di chi lavora e produce, quella di con sacrificio serve lo Stato, non crescerà mai più e sempre più verrà a mancare quello stato sociale indispensabile per tutelare le categorie più deboli.



lunedì 19 novembre 2012

Le temps perdu.


Marcher sur les cendres du passé pour regarder vers l'avenir ou démolir le passé pour construire l'avenir?
C'est un dilemme qui détruit, en particulier dans les jeunes générations, qu'ils ne sont pas disposés à considérer le passé.
Souvent, un certaine passé ne peut pas être répétée ou mise à jour, analyser le passé pour en tirer une essence bon pour la société est quelque chose qui est très difficile: tout porte à croire que le temps derrière nous est seulement perdu et l'expérience du passé vain.
Qu'est-ce que c'est le passé désormais?
Beaucoup monde l'identifie avec le temps perdu, l'oubli, la fin: l'archaïque ne correspond pas à le monde actuel, tout doit être moderne, et quelques-uns pense plutôt le contraire: le passé est vivant en nous, faire notre  l'action provenant de nos ancêtres, notre pensée est l'évolution de la pensée de nos ancêtres, il ya du bon dans tout, il suffit de trouver, de l'isoler et de le promouvoir.
Le passage du temps est énorme, il est facile d'oublier à quel point de ne pas penser à lendemain  mais l'homme oublie ce que lui n'aime pas et ce que lui ne veux plus, et comme dans notre monde personnel, la société moderne doit également prendre le bon du passé sans que ça soit le seule façon de donner un sens au monde d'aujourd'hui, ce serait terrible, cela signifierait l'absence totale d'idées, la sécheresse de l'initiative: un monde voué à la mort.
Il faut faire vivre le présent  le nourrir tout le temps, que maintenant fournir un terrain fertile pour agir comme une force motrice pour obtenir une société entreprenante, étonnant, libre.
Le passé n'est pas du temps perdu, tout ce qui a été à créé l'homme d'aujourd'hui,  sa sagesse doit faire-lui comprendre que ne doit pas se- répéter l'histoire mauvaise qui à toujours condamné l'humanité.