domenica 11 dicembre 2011

Meritocrazia

La meritocrazia dovrebbe essere un qualcosa di ovvio, figlia della trasparenza e della coscienza civile globale; dovrebbe insidiarsi per ogni dove in Italia come nel mondo, appartenerci, restituendoci quel senso di fiducia, di sicurezza che purtroppo non abbiamo.
Il problema del considerare la meritocrazia un aspetto secondario è il male più deleterio, che ha avvolto come un cancro la società civile, rendendola instabile, debole.
Premetto che la meritocrazia è venuta meno non solo in Italia, ma anche all'estero; ovviamente la percezione diretta l'abbiamo  nello stato in cui viviamo: l'Italia.
Il problema riguarda, purtroppo e soprattutto, la pubblica amministrazione all'interno della quale è stata da sempre attuata la politica clientelare e delle raccomandazioni per incarichi di ogni livello, inserendo nell'apparato pubblico personale inadeguato e incompetente.
E' un malcostume, quello delle raccomandazioni, che ha contribuito ad una costante e graduale perdita di efficienza dell'apparato pubblico diretto esclusivamente a servizio dei cittadini.
Un concorso pubblico vinto da meritevoli, non sarebbe solo un sicuro investimento per la pubblica amministrazione,  ma la risposta in tema di efficienza e professionalità che il cittadino attende,  infondendogli  fiducia e sicurezza nei confronti dello Stato.
La meritocrazia si associa spesso al nepotismo, in quanto determinate categorie professionali rimangono di esclusivo appannaggio in nome di distorte tradizioni che ricordano l'epoca feudale.
Nel tessuto sociale moderno e occidentale, purtroppo, si riconosce ancora l'esistenza, seppur non canonizzata, di caste ben definite che prevaricano le regole meritocratiche.
La soluzione per smantellare un sistema cosi radicato non deve essere considerata utopistica ma certo non ha effetti immediati, se si vorrà avere in futuro una società più giusta bisogna aver fiducia nei giovani, i quali devono comprendere e frenare i comportamenti anti etici, capire che il futuro si costruisce con l'impegno e la serietà d'intenti senza dover ricorrere ad abietti stratagemmi e comprendendo che ognuno, qualunque sia l'estrazione sociale, ha diritto di elevarsi ai massimi ranghi.
Se avvieremo sin d'ora iniziative atte a disfare un sistema viziato e pericoloso ai fini della costruzione di una società che sia capace di dare il giusto alle persone meritevoli e degne, consegneremo ai nostri successori un mondo sicuramente migliore e più libero.


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