sabato 21 settembre 2013

Decadentismo culturale

Sono rimasto sbalordito quando, per caso, ho scoperto che la neo senatrice a vita Elena Cattaneo, ricercatrice e scienziata  di fama internazionale al servizio di una università italiana, viene retribuita con uno stipendio di 3.300 Euro al mese: questa è la dimostrazione, inequivocabile, di quanto investa lo Stato Italiano per la ricerca scientifica e, in generale, per la cultura e tutto ciò che è attinente ad essa.
E' stato calcolato che in Italia, per l'istruzione a tutti i livelli, la cultura e la ricerca, viene investito appena l'1% del PIL, tale stima ci porta a fanalino di coda rispetto ai partners europei: un triste primato per un paese che è stato, sin dalla notte dei tempi, culla della cultura, con le città e i paesi ricchi di beni culturali, una letteratura senza pari al mondo e che dire della poi musica!
Tristezza, soltanto tristezza è il sentimento che percepiamo, considerate invece le consistenze in termini di investimenti in altri settori di minore portata e valenza.
Un paese che non investe nella cultura è destinato inesorabilmente a diventare povero, non solo economicamente.
Se visitiamo una scuola pubblica ci imbattiamo in docenti esasperati che devono sfruttare i pochi strumenti messi loro a disposizione per insegnare, percependo uno stipendio mensile che non può ritenersi degno di una nazione europea occidentale.
Il 70% degli edifici scolastici non sono a norma in termini di sicurezza e i tagli nel settore sono stati lineari e profondi, mancanza di fondi: questa è stata la parola d'ordine.
La scuola forma gli italiani del futuro, dovrebbe essere l'eccellenza del settore pubblico, il fiore all'occhiello.
E che dire dell'istruzione superiore e universitaria?
Anche qui carenze di fondi e professori mal pagati, ricercatori insufficientemente retribuiti, risultato? Fuga incessante di cervelli, le migliori menti nate e cresciute nella nostra bella Italia emigrano laddove possono trovare un impiego degno, gratificante e ben remunerato.
Certo: alcuni come la Prof.ssa Cattaneo è rimasta nel suo paese, ma a quali condizioni e con quali sacrifici?
Per non parlare dei ricercatori associati ai dipartimenti: contratti di collaborazione a termine con retribuzioni inique, senza diritti sindacali e senza la possibilità di formare una carriera contributiva: dei veri schiavi moderni con menti brillanti che grazie al loro impegno (spesso nell'ombra) contribuiscono allo sviluppo della ricerca nei più svariati settori che portano a risultati scientifici di livello mondiale a vantaggio dell'umanità intera.
Questo è un periodo di vero decandentismo, in un mondo che gira grazie alla scienza, il nostro paese arretra, inesorabilmente.
Bisogna investire nella cultura e nella ricerca almeno al pari di altri partners europei, fronteggiare la fuga dei cervelli, riattrarli nel nostro paese per creare sviluppo, riformare scuole e università, gratificare docenti e ricercatori, insomma, portarsi a una "normalità" al passo con questi tempi, dove il lavoro intellettuale ha ormai preso il sopravvento su quello manuale.
Investire nella cultura e nella ricerca porterà lavoro e potrà essere un vero volano se associato a politiche economiche adeguate.
E' inutile vantarsi di avere treni ad alta velocità e nel contempo assistere ad un inesorabile decadentismo culturale: è un paradosso. La cultura è un bene prezioso, è il vero bene italiano e non dobbiamo, non possiamo farcelo sfuggire.


 

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