lunedì 30 gennaio 2012

Desiderio

Leggere, informarsi, criticare, discutere: in questi modo si può capire ciò che abbiamo intorno a noi, l'esercizio mentale è sale della vita, elemento indispensabile per acquisire consapevolezza del mondo e comprenderne l'essenza.
La conoscenza deve essere un desiderio per noi stessi, una spinta a rinnovarci, ma cosa si intende per desiderio?
Il desiderio è l'aspettativa di godimento di qualcosa, se il qualcosa è il sapere saremo sempre e comunque spinti da una pulsione interna che ci porti al soddisfacimento del bisogno di conoscenza, anzi si considera che il soddisfacimento del desiderio sia già passato quando inizia e, nel mentre, si riaccenda il desiderio per ciò che vogliamo dopo, se succede questo, noi avremo sempre sete di sapere che ci terrà sempre pronta la mente a nuove conoscenze.
Nella società contemporanea si sta notando un calo generale del desiderio, l'uomo sembra assuefatto dagli ormai infiniti stimoli esterni che lo raggiungono: ogni cosa sembra virtualmente disponibile, pertanto l'assenza di aspettativa fa venire meno il desiderio, ingrigendo la vita nella monotonia.
La condizione per evitare questo è insita nella capacità di selezionare gli infiniti stimoli esterni ascoltandone solo poche voci: quelle che meglio soddisfano le nostre aspettative, tra queste è indispensabile cogliere quelle che ci possono migliorare culturalmente, che siano in grado di aumentare il nostro sapere al fine di affinare la capacità di giudizio critico su vari punti di vista e questo significa, sostanzialmente, apertura mentale, uscita dal microcosmo personale, capacità di analisi e buon senso.
Per queste ragioni è importante nutrire il nostro intelletto, sempre, con il desiderio costante di sapere, magari indotto dalla semplice curiosità, il nostro cervello è un qualcosa di perfetto, capiente e sfruttabile, la media umana di sfruttamento del nostro cervello è pari a solo ad una piccola porzione, un vero peccato!
Un importante strumento intellettuale è la lettura, da sempre.
Da quando l'uomo fu in grado di codificare la propria lingua in grafia, sentì il bisogno di trascrivere il proprio pensiero, di registrare ciò che diceva: era la fine della tradizione verbale, ogni scibile era per sempre memorizzato e poteva quindi essere diffuso ad altri uomini con la lettura.
La scrittura è l'unico e intramontabile mass media dalla notte dei tempi fino ai giorni nostri dove invece c'è un mondo che legge poco: oggi c'è un pregnante bisogno di rieducare alla lettura, in questo mondo digitalizzato e veloce è ancora estremamente importante avere in mano un libro, immergersi in esso e assorbire ciò che contiene al fine di appagare quel desiderio di sapere che favorisca l'esercizio mentale, unico e reale sale della nostra vita.




domenica 29 gennaio 2012

Idea pragmatica

Guarderemo con nostalgia il nostro passato, un giorno, quando ci saremo resi conto che l'uomo si è divorato da solo, catastrofismo? Forse, meglio definirlo pragmatismo teso alla verifica obiettiva di ciò che l'umanità vuol fare di se stessa, tenuto conto della scarsa propensione per l'essere umano di cogliere le opportunità disponibili al momento, di prevenire con azioni efficaci deleterie conseguenze e di evitare gli errori del passato, ricorrendo sempre al tempo ciclico dei corsi e ricorsi storici.
L'uomo ha in sé l'istinto di conservazione della specie, diventato un dogma in tutte le religioni; la specie, il mondo, devono andare avanti nell'alternanza delle generazioni; ma c'è un lato opposto di quest'istinto e per farlo comprendere ricorro alla chimica, in modo semplicistico naturalmente, non sono del campo.
Tutto ciò che ci circonda, la materia, è composta da molecole a loro volta composte da atomi fatti di neutroni, protoni ed elettroni, a loro volta composti di quark, bosoni, mesoni....un mondo ancora in parte da scoprire; dall'osservazione dell'universo, dall'analisi della sua struttura, effettuata essenzialmente per capire da dove tutto è cominciato, da che cosa è cominciato e verso dove sta andando, è stato teorizzata l'esistenza non solo di altri universi, ma di universi opposti: qui la scienza si confronta con la filosofia e la religione nel bisogno pregnante di capire che cosa siamo, che senso ha tutto ciò, che cos'è la vita e cosa c'è oltre la vita, è la ricerca della quarta dimensione, è la teoria dell'antimateria, fantascienza? Può darsi.
Tale riferimento era per far meglio comprendere l'antitesi dell'uomo, essere concreto, che si distingue dagli altri esseri viventi grazie alla sua intelligenza, uno strumento sorprendente che gli ha dato la consapevolezza dell'esistere e di scoprire il suo io nella lunga via dell'evoluzione; tuttavia tutto ciò non è stato sufficiente, l'uomo non è stato in grado di dominare e guidare i propri istinti, conservando quelli positivi e indispensabili come quello, già accennato, della conservazione della specie, sia quelli negativi, talvolta esaltandoli.
La propensione al peccato è eminentemente posta in risalto dalla Bibbia, dove di narra che l'uomo e la donna, spinti dalla tentazione vengono cacciati dall'Eden e condannati a condurre una vita di lavoro e sacrifici che verrà poi trasmessa alle generazioni successive; il peccato inteso come comportamento negativo fatto in danno di altri e anche di sé stessi, anche questo è un tema comune in tutte le religioni, nel Corano viene timorato chi commette peccato e gli viene negato il  paradiso.
Tra gli istinti negativi, per riagganciarmi al pensiero iniziale, quello dell'autodistruzione è equivalente alla negazione alla vita, dono di ogni uomo che l'uomo stesso non può negare, neppure a se stesso.
E' inconsapevole l'istinto di autodistruzione, lento e inesorabile, ma presente, da sempre; nell'etica il concetto autodistruttivo, nel senso più generale, trova posizioni controverse legate alla morale ma, tuttavia, sempre o quasi, è stata espressamente condannata dagli osservatori ma giustificata dagli artefici sulla base di ideologie di diversa natura.
L'istinto di autodistruzione è stato tragicamente presente nel XX secolo, caratterizzato da due sanguinose guerre mondiali, delle quali la seconda macchiata dai crimini più infami verso l'umanità intera, la corsa alla guerra nucleare, poi, è stata, finora, la massima espressione palese, di quell'istinto.
Ma la moderna e sofisticata società di oggi è ricca di insidie invisibili che non sono necessariamente armamenti o blocchi di potere contrapposti negli equilibri mondiali, oggi facciamo i conti con  fenomeni se vogliamo silenziosi, ma che penetrano profondamente nei nostri microcosmi personali, sconvolgendoli.
La vera guerra autodistruttiva che stiamo vivendo nel mondo attuale non è territoriale nè violenta perchè attuata con l'economia; un'economia evolutasi troppo in fretta allargatasi a livello globale in modo disordinato, un macrosistema che, di fatto, non è un sistema, ma un ribollente processo economico-finanziario non basato  sui fatti generatori di base dell'economia reale: il lavoro e la produzione.
Questo sistema finanziario sta facendo destabilizzare realtà come l'Euro, che doveva essere uno dei capisaldi dell'Unione Europea, gli orgogli e le pretese nazionali sono rimasti a dominare in Europa, gli Stati sono influenzati dalle potenti lobby finanziarie, per questi motivi si stanno innescando guerre non dichiarate di predominio economico a scapito di partners più deboli.
Come detto all'inizio, tutto ciò è stato causato dalla completa assenza di volontà da parte dell'uomo di controllare i fatti finanziari e i mercati, è stata la deregulation generale a creare, da subito, forme di oligopolio, ristrette a poche e potenti figure capaci di influenzare a contrapporre fra loro gli stessi Stati.
Tutto questo per affermare che la grande finanza in questa guerra senza quartiere, attuata senza tener conto dei bisogni e della stessa esistenza della società civile, non basandosi sul lavoro e quindi sulla vita, ma solo ed esclusivamente alla produzione di ingenti quantità di ricchezza sotto riprovevoli forme speculative, invero non indirizzate per investire nella crescita della collettività, divorerà l'uomo, perché non sarà stato in grado di usare le proprie ricchezze per il bene dell'umanità ma solo e soltanto per l'egoismo e gli interessi di un ristretto numero di pochi ma potenti gruppi, erodendo, tra l'altro tutte le risorse a disposizione, un realtà questa che ci tocca molto da vicino, perché sono i cittadini che ne subiscono gli effetti subendo un graduale impoverimento causa pesanti manovre finanziarie, perdita di potere d'acquisto e disoccupazione, un esempio? La Grecia, culla del mondo antico, madre della democrazia, oggi a rischio default, Socrate si sta sicuramente rivoltando nella tomba.

domenica 22 gennaio 2012

Speculazione mediatica

Riguardo alla sciagura del Giglio, come per altre disgrazie, i media si sono scatenati, per l'ennesima volta il diritto di cronaca si è mischiato con l'avida speculazione mediatica, un guazzabuglio incontrollato di notizie sparate in tempo reale su internet e televisione, partito da quella gelida notte mentre quella grande, immensa nave, orgoglio e vanto della marineria nostrana, si accasciava con il ventre ferito a pochi metri dall'isola.
Non voglio raccontare quello che è successo, io intendo analizzare in che modo l'opinione pubblica è stata informata sulla tragedia, rilevando con tristezza come sia stato selvaggio e frettoloso il modo in cui i mass media abbiano portato subito alla gogna mediatica il capitano della nave, come ci sia stata poca ponderatezza nel diffondere le notizie senza rispetto per nessuno, a partire dalle vittime e dai dispersi.
Dalla disgrazia i media hanno colto l'immancabile occasione per alzare i profitti di networks e testate giornalistiche; mentre la gente moriva, tutte le televisioni modificavano i loro palinsesti, introducendo talk-shows pullulanti di esperti, burocrati e politici, portando alle stelle i loro shares e le tirature dei giornali, che alla faccia della crisi, aumentavano a vista d'occhio, uno sciacallaggio veramente disgustoso e indegno per una società civile.
Partendo dalla vicenda professionale e personale del comandante, che è stato annullato subito come uomo,  a differenza dei cauti inquirenti che lo considerano quale "persona sottoposta ad indagini con gravi indizi di reità a suo carico", i giornalisti hanno preso e sbattuto in pasto dell'opinione pubblica qualsiasi indiscrezione, qualsiasi dichiarazione, qualunque cosa, insomma, che potesse essere appetibile per lo stato di emotività collettivo del momento, quando non è necessario approfondire e analizzare i fatti ma è importante e fondamentale tenere alta l'attenzione e lo stato di suggestione generale.
L'immenso potere mediatico dell'informazione sposta sempre il polo d'attrazione del pubblico, portandolo a giudicare condannare con immediatezza ogni fatto di cronaca e i suoi presunti responsabili, dico presunti, perchè nel nostro ordinamento democratico esiste un'Autorità Giudiziaria la cui prerogativa più importante è quella di "non fare processi sommari" ma di eseguire indagini accurate che portino all'acquisizione di fonti di prova certe atte ad accertare le responsabilità e la verità.
Con questo non voglio assolutamente assolvere o giustificare i comportamenti irresponsabili che avrebbe posto in essere il comandante di quella nave, ma cercare di far capire che non sono gli spot giornalistici a portare le prove, ma il paziente lavoro degli inquirenti, ed in casi tragici come questo, la precisione nell'accertamento dei fatti è indispensabile; aggiungo, inoltre, che ci sono sicuramente altri corresponsabili e tanti interrogativi ancora senza risposta.
La vicenda è stata per ora ricondotta ad una sorta di telenovela da somministrare all'opinione pubblica, provocando pericolose reazioni a catena deleterie per l'immagine dell'intera marineria italiana che è, non dimentichiamolo, una parte importante dell'economia nazionale.
La ragione nella eccessiva solerzia da parte dei mass media di assurgere le tragedie comunque denominate quasi come a fatti necessari che devono prima o poi accadere, è tutta dietro quella facciata giornalistica che noi vediamo o leggiamo, ossia un immenso potere corporativo strutturato in diverse lobby, nel quale sono inseriti a sua volta altri poteri che condizionano il libero diritto di cronaca, censurando tutto quanto sia  "poco appropriato" divulgare perché non conveniente ai medesimi, soprattutto se intaccano interessi economici, politici e personali.
Il messaggio di quando detto finora è riuscire ad analizzare e ponderare le notizie che ascoltiamo e cercare di vedere le cose da più punti di vista tralasciando, per quanto possibile, le emozioni; la suggestione copre la ragione e non fa cogliere la realtà.
Il giudizio dell'opinione pubblica è estremamente importante ma non va in nessun modo condizionato, dovrebbe essere libero come libera dovrebbe essere l'informazione in un paese democratico ma, forse, non è cosi.

domenica 15 gennaio 2012

Verso la libertà

Spesso si ricerca un aspetto precipuo di una determinata epoca per giudicarla nel bene e nel male; così è stato per tutti momenti storici.
La storia narra le vicende del nostro mondo, sin dal suo inizio lontano, è stata raccontata dalla geologia attraverso la quale si è cercato comprendere l'inizio di tutto, poi arrivò l'uomo, un essere dotato di caratteristiche così speciali rispetto a quelle degli altri esseri viventi che gli hanno permesso di elevarsi nel contesto naturale e di progredire avvalendosi della ragione.
Con il suo progresso l'uomo ha lasciato tracce, testimonianze del suo passato, plasmando l'ambiente che lo circondava in una logica di necessaria sopravvivenza e di bisogno.
Ma cosa ha caratterizzato veramente il XX secolo?
E' stato il secolo di importanti conquiste scientifiche di cambiamenti radicali, di contraddizioni, di lotte sociali, nel '900 c'è stata sicuramente una presa di coscienza determinante che ha dato la voce anche a chi in passato non aveva diritti, è finita, almeno in occidente, una società composta di rigidi schemi, di autoritarismi repressivi, c'è stato il trionfo della libertà e della democrazia; anche se travagliato da periodi nefasti, come le dittature ante seconda guerra mondiale nelle quali sono stati commessi crimini di assoluta gravità nel nome di ideologie perverse e incontrollate, il '900 è sicuramente il secolo che ha creato l'uomo moderno, è stato un passaggio che comunque ci consente, oggi,  di respirare la libertà e di godere di diritti, è certamente un processo ancora in corso,  solo una parte di mondo  è oggi libera e democratica, ma la direzione ormai dell'umanità intera porta  a sancire che l'uomo dev'essere libero, solo con la libertà si può arrestare il processo di degrado di certe zone del mondo; milioni di persone sono ancora oggi private della libertà e dei più elementari diritti, è compito dei paesi abbienti e democratici e delle organizzazioni sovranazionali intervenire per consegnare la libertà a chi ce l'ha negata, ma questo si deve fare assolutamente senza la spinta degli interessi economici, deve essere un comune sentimento di libertà e giustizia a portare il mondo intero verso il completamento del processo in corso, questo è l'unico ed universale indirizzo.

Buon 2012

Gli auguri per un anno nuovo doverso e migliore di quello che si è appena concluso, non tengono conto che le vicende umane non conoscono la rigida misura del tempo al quale l'uomo cerca invano di dare un inizio e una fine, in realtà il tempo cronometrico scandito dai calendari non esiste, è un'invenzione.
Si vorrebbe chiudere una porta a San Silvestro ed aprirne un'altra, ma il contenuto della stanza dell'anno finito filtra come un gas inquinando il tempo futuro, perchè noi siamo gli stessi e non è certo lo scoccare della mezzanotte di capodanno a mutare come per magia la nostra condizione.
Il tempo è circolare, come se l'umanità, con le sue vicende, non cambiasse mai.
Se si ascolta un telegiornale di trent'anni fa si capisce che poco, in sostanza è cambiato: le crisi che vanno e vengono, la politica che si trasforma ma non cambia, il malaffare, il denaro, gli interessi; si, è cambiata la tecnologia, la comunicazione, ma questi sono mezzi, progrediti sempre più senza dubbio, che però non hanno cambiato di fatto l'uomo con le sue fragilità, le sue paure, i suoi problemi; in sostanza nulla è radicalmente mutato rispetto al passato.
L'umanità continua, nel passare degli anni, dei decenni, a vivere allo stesso modo, questo tempo ridondante è deleterio per la vita di ognuno, per questo siamo portati ad una continua ricerca di qualcosa di nuovo: è un'illusione, certo, ma sicuramente è il vero sale della nostra vita essere spinti a credere in qualcosa che dia un senso all'esistenza.
Per questo ogni nuovo anno si è portati a festeggiarne l'arrivo, perchè vi è sempre la speranza che un nuovo capitolo contribuisca a migliorare la nostra vita perchè il futuro, seppur incerto, è un qualcosa che deve ancora realizzarsi e può avere un corso diverso rispetto che un altro grazie anche al nostro agire e alle nostre decisioni.

mercoledì 14 dicembre 2011

Clima natalizio?

In un pomeriggio di questi giorni, camminavo, a fatica, tra le gente nel cuore di una città italiana in una fiera natalizia. Era una folla schiacciante, rumorosa, che senza nessun pudore assaliva le bancarelle, travolgendo tutto; si, è un quadro esagerato, sicuramente, ma volevo dare un'idea come quando si osserva la Guernica: il colpo d'occhio è pervaso da un movimento caotico dove Picasso voleva far comprendere le atroci sofferenze dalla guerra civile spagnola.
La folla dove ero immerso non era una guerra, ma la gente era violenta come in una guerra, dove uno è contro l'altro avvolto nel suo microcosmo personale, sordo, ceco, stretto nel suo egoismo.
Ad un certo punto, dentro questa folla, scorgevo un'anziana donna, era storpia, con una tazza in mano chiedeva l'elemosina dicendo "buon natale"; in quel mentre un'altra donna con le mani piene di regali, alla richiesta di carità le si rivolgeva bruscamente dicendo "ma vada via e si vergogni!", io le mettevo un euro nella tazza e la povera donna mi ricambiava con un sofferente sorriso.
In quel preciso istante, assistendo a quell'episodio così incivile volevo urlare a tutti i presenti nella via dicendo "ma che Natale volete festeggiare? Che significa per voi clima natalizio? Vi ricordate cosa si ricorda con il Natale e cosa dovrebbe essere?
Perchè quella donna si sarebbe dovuta vergognare? Perchè era povera e sfortunata, ridotta all'elemosina, motivi ritenuti validi per spogliarla della sua dignità?
In questa società dove l'indifferenza e l'egoismo hanno esautorato l'amore verso il prossimo, rendendoci partecipi ad episodi come come quello che ho narrato, come possiamo essere degni di parlare del Natale?
Questa società ha costruito un Natale basato sul consumismo, l'egoismo e l'ingordigia, dove l'uomo ha dimenticato i propri valori e il senso dell'amore; ognuno si è arroccato nel proprio individualismo, errando senza meta nella più assoluta cecità.
Dire a Natale siamo tutti più buoni è pura demagogia, è il trionfo dell'ipocrisia, tutto l'anno dovrebbe essere Natale perchè l'amore e al solidarietà non hanno tempo, dovrebbero essere presenza costante in noi stessi  ogni giorno, ogni ora.
La magia del Natale non dovrebbe essere insita nel regalo materiale, nel sorriso di circostanza, negli auguri obbligatori, ma nella solidarietà, nel conforto morale e materiale, rivolgendosi a chi è più sfortunato di noi, conferendogli dignità e rispetto, perchè siamo tutti uguali su questa terra.


domenica 11 dicembre 2011

Meritocrazia

La meritocrazia dovrebbe essere un qualcosa di ovvio, figlia della trasparenza e della coscienza civile globale; dovrebbe insidiarsi per ogni dove in Italia come nel mondo, appartenerci, restituendoci quel senso di fiducia, di sicurezza che purtroppo non abbiamo.
Il problema del considerare la meritocrazia un aspetto secondario è il male più deleterio, che ha avvolto come un cancro la società civile, rendendola instabile, debole.
Premetto che la meritocrazia è venuta meno non solo in Italia, ma anche all'estero; ovviamente la percezione diretta l'abbiamo  nello stato in cui viviamo: l'Italia.
Il problema riguarda, purtroppo e soprattutto, la pubblica amministrazione all'interno della quale è stata da sempre attuata la politica clientelare e delle raccomandazioni per incarichi di ogni livello, inserendo nell'apparato pubblico personale inadeguato e incompetente.
E' un malcostume, quello delle raccomandazioni, che ha contribuito ad una costante e graduale perdita di efficienza dell'apparato pubblico diretto esclusivamente a servizio dei cittadini.
Un concorso pubblico vinto da meritevoli, non sarebbe solo un sicuro investimento per la pubblica amministrazione,  ma la risposta in tema di efficienza e professionalità che il cittadino attende,  infondendogli  fiducia e sicurezza nei confronti dello Stato.
La meritocrazia si associa spesso al nepotismo, in quanto determinate categorie professionali rimangono di esclusivo appannaggio in nome di distorte tradizioni che ricordano l'epoca feudale.
Nel tessuto sociale moderno e occidentale, purtroppo, si riconosce ancora l'esistenza, seppur non canonizzata, di caste ben definite che prevaricano le regole meritocratiche.
La soluzione per smantellare un sistema cosi radicato non deve essere considerata utopistica ma certo non ha effetti immediati, se si vorrà avere in futuro una società più giusta bisogna aver fiducia nei giovani, i quali devono comprendere e frenare i comportamenti anti etici, capire che il futuro si costruisce con l'impegno e la serietà d'intenti senza dover ricorrere ad abietti stratagemmi e comprendendo che ognuno, qualunque sia l'estrazione sociale, ha diritto di elevarsi ai massimi ranghi.
Se avvieremo sin d'ora iniziative atte a disfare un sistema viziato e pericoloso ai fini della costruzione di una società che sia capace di dare il giusto alle persone meritevoli e degne, consegneremo ai nostri successori un mondo sicuramente migliore e più libero.


lunedì 5 dicembre 2011

Solitudine

In questo nostro mondo, una piccola sfera vagante nell'universo infinito, ci rapportiamo spesso ad esso nella solitudine del cosmo; non sappiamo se in quello spazio immenso, del quale difficilmente comprendiamo la vastità, non riuscendo a validare nella nostra mente il concetto di infinito, siamo veramente soli e se vi siano altri mondi con altre vite ed altre dimensioni.
E' una solitudine, la nostra, che entra nel nostro io ed abbraccia la nostra esistenza; per questo nell'arco della vita siamo continuamente portati a cercare relazioni sociali causa la paura, inconscia, di restare soli; quindi: solitudine del genere umano nella vastità dell'universo e solitudine individuale dentro il nostro mondo, da qui la costruzione di un nostro personale microcosmo che parte dalla famiglia d'origine e, se questa non c'è, da noi stessi, a volte questo processo non nasce o si interrompe nella sofferenza della solitudine, sofferenza perchè l'uomo, essere sociale come la gran parte degli esseri viventi è spinto per sua natura ad intrecciare relazioni sociali ai fini della sopravvivenza.
La solitudine è stato tema costante trattato da tutti: filosofi, letterati, musicisti, pittori; è stata studiata dagli scienziati, il Leopardi ne fece il baluardo della sua esistenza e della sua produzione letteraria, per Beethoven fu una compagna costante nelle sue struggenti vicende amorose trasfusa nelle sue opere musicali.
Solitudine è sinonimo di sofferenza, abbandono, oblìo, dove l'uomo non trova più sè stesso; raramente l'uomo si ritrova nella solitudine.
Non essere soli equivale a dare senso alla propria vita, a dare quello stimolo che rende viva l'esistenza.
La persona sola va aiutata, considerata, al fine di consentirle di riacquistare la propria autostima e per questo bastano piccoli gesti che per il destinatario hanno però grande valenza per ricostruire quel microcosmo che riteneva perduto per sempre.

sabato 26 novembre 2011

Guardarsi intorno

Guardiamo ciò che esiste intorno a noi, alle volte. E'un qualcosa di faticoso, fastidioso perchè noi siamo abituati ad osservare quello che c'è all'interno dei nostri microcosmi composti dalla quotidianità, dai nostri egoismi, dalle nostre indifferenze.
Sfugge ai nostri occhi spesso la realtà, non percepiamo quell'universo esterno del quale facciamo indissolubilmente parte, come se respirassimo un'aria diversa: non è così.
Saper confrontare la nostra esistenza con altre è un gesto di grande umiltà, un qualcosa di nobile.
L'insoddisfazione personale, il non apprezzare quelle cose che noi abbiamo la fortuna di avere, non saper dare il giusto valore a cose ritenute scontate, non sapersi accontentare di ciò che ci offre la vita, crearsi problemi futili ed inesistenti è ignobile.
La durezza di questo discorso è, ovviamente, rivolta a tutti coloro che non riescono più a dare un senso alla vita, pur possedendo tesori preziosi.
Guardarsi intorno vuol dire gradire la qualità della nostra vita, gioire di aver un posto al mondo.
Ma non potremo mai essere consapevoli delle ricchezze che abbiamo se non usciamo dal nostro microcosmo.
Questo è un discorso che coinvolge tutti a prescindere la credo religioso e dalla condizione sociale.
Per uscire dal microcosmo è sufficiente intrecciare rapporti umani ed ascoltare i problemi altrui.
In questo percorso, che certo non è sufficiente illustrare in queste poche righe, mi vorrei soffermare su uno dei diritti umani più importanti e preziosi: la salute.
Nel nostro microcosmo la salute la diamo spesso per scontata è un qualcosa che ci appartiene e che non pensiamo si possa perdere e, peggio ancora, pensiamo che sia un bene fruito da tutti perchè non vogliamo conoscere le sofferenze altrui causa il nostro egoismo.
Io ho avuto occasione di guardare negli occhi un malato terminale, nel breve incontro visivo è stato possibile percepire tutta la sua sofferenza e tutta la sua rassegnazione per quella vita che gli sfuggiva dalle mani a causa di quel male che, giorno dopo giorno, lo divorava, ho percepito la disperazione della sua compagna di vita che aveva consumato tutte le sue forze affinchè si potesse cambiare quel destino cosi crudele.
Quando entriamo in contatto, seppur per poco, con simili situazioni umane, non possiamo che renderci conto di quanto siamo fortunati di possedere beni che altri hanno perduto per sempre e non per loro volontà, ci aggrappiamo spesso e troppo ai beni materiali, trascurando di possedere altri beni, come la salute, preziosi ed insostituibili.

giovedì 17 novembre 2011

Pensiamoci

E' ormai chiaro che il mondo contemporaneo è basato su sistemi plutocratici dove le potenti lobby, le multinazionali, gli speculatori, le associazioni segrete nell'ombra ingeriscono nei sistemi politici determinandone le decisioni governando, di fatto, il mondo.
E' la prevaricazione dell'economia reale, basata sul lavoro umano, la produzione e i commerci, è la prevaricazione di quella democrazia liberale che con il sangue ci eravamo conquistati; i governi sono in balia di un sistema finanziario globale che con prepotenza influenza le decisioni dei governi dei popoli, dov'è finita la volontà popolare, dov'è finito il concetto di libertà, dov'è finito il diritto di un popolo di governare ed adottare le scelte ritenute più giuste per lui stesso? E' possibile che siano i banchieri e le lobby a decidere come dobbiamo vivere?
Di questo sistema plutocratico e ipocrita un' infinità di cose noi non sappiamo nulla, nè ne dobbiamo sapere nulla, ci vengono raccontate altre cose da parte dei mass media asserviti al potere economico, politico e oscuro, che devono suscitare in noi reazioni emotive che ci distraggano dai problemi reali, che contribuiscano a creare in noi una confusione mentale tale da non comprendere quale sia il bene e quale sia il male, che cosa stia realmente succedendo.
Noi, piccoli, inermi, ascoltiamo e leggiamo tutto quello Loro vogliono che noi sappiamo, noi che il potere non l'abbiamo.
Siamo definitivamente passati da un sistema politico-sociale ad un sistema politico-economico, come dire "si vive per mangiare" invece di "si mangia per vivere".
E' molto pericoloso cambiare i punti di vista quando coinvolgono le sorti di milioni di persone, è assurdo che operazioni finanziarie che di facciata vengono motivate per sostenere imprese e promuovere sviluppo, siamo in realtà il frutto di accordi oscuri finalizzati ad arricchire chi è già ricco, decisi da lobby e società segrete.
I mostri finanziari stanno distruggendo tutti noi, le nostre economie, noi che alla mattina ci alziamo per andare a lavorare e guadagnarci il necessario per vivere, che stiamo cercando un lavoro e non lo troviamo, che stiamo studiando con fatica per avere un posto nella società, che chiediamo soltanto di vivere in pace e in salute, che non ci interessa essere ricchi se questa ricchezza è frutto di disonestà.
I popoli devono riprendere la propria sovranità, preservare la propria economia, bisogna arginare la plutocrazia che selvaggiamente si sta impossessando di tutti noi, l'uomo deve riappropriarsi di sè stesso a partire dal concetto che "il denaro è una sua invenzione".
Pensiamoci.