domenica 8 maggio 2011

E' stato eliminato

C'è gente che si chiede se sia stato giusto freddare e far scomparire lo sceicco del terrore, ci sono invece altri che si chiedono perchè ci si pone ancora questo problema.
L'11 settembre 2001, ormai dieci anni fa, il mondo viveva uno dei momenti più tristi e drammatici del dopoguerra, una forza oscura colpiva al cuore gli Stati Uniti d'America, lasciandoci sbigottitti, increduli; le Torri Gemelle del World Trade Center di New York implodevano su se stesse e con esse implodeva il senso di sicurezza che era dentro ognuno di noi, la strategia del terrore aveva prevalso,  rendendoci consapevoli che era stato imposto, con crudeltà,  un nuovo terribile equilibrio che avrebbe segnato la nostra epoca.
Un nemico invisibile, ma organizzato, capillare, armato e tecnologico, gli elementi inseriti nei tessuti sociali disposti a tutto per un unico scopo: la guerra contro l'Occidente, contro i sistemi democratici, contro quella parte di mondo che, tutto sommato, lo ha fatto evolvere e che ha ricosciuto all'umanità i suoi fondamentali diritti.
Un nemico da combattere con nuovo tipo di guerra al di fuori dalle strategie tradizionali, al di fuori degli schemi, un nemico che non colpisce obiettivi militari ma gente inerme, noi che abbiamo come solo colpa di essere "occidentali".
La strategia del terrore entra dentro le coscienze, il nemico può colpire ovunque e in qualsiasi momento, minaccia e lancia messaggi attraverso i moderni mezzi di comunicazione di massa, mettendo gli Stati nelle condizioni di non poter garantire ai cittadini il diritto alla sicurezza.
Non si può giustificare chi semina terrore e morte, chi rappresenta un lato oscuro, il male.
Per capire questo, per chi avesse ancora dubbi in proposito, basterebbe calarsi nei panni dei familiari delle vittime del terrorismo, di qualsiasi forma di terrorismo, come quello vissuto in Italia negli anni 70: come si può vivere dopo la morte di un figlio, consapevoli che nessun risarcimento potrà mai restituirlo? Come può una sposa accettare l'idea che il proprio marito sia stato rapito, con violenza, dalla sua esistenza, senza una ragione coerente con la sua vita? Domande senza risposta, domande che devono però far riflettere chi ancora ha dubbi, chi sostiene che tutto sia causato dell'imperialismo del mondo occidentale sugli altri sistemi mondiali, ma i grandi problemi non possono e non devono essere risolti con la violenza, le contrapposizioni non vanno affrontate aggredendo la società civile composta da uomini e donne che combattono con i problemi della vita di tutti i giorni e che sono lontani dai coinvolgimenti socio-politici-culturali.
Gandhi diceva: "Ci sono cose per cui sono disposto a morire, ma non ce ne è nessuna per cui sarei disposto ad uccidere", questo è un monito per chi ritiene che il terrorismo sia il sostentamento di un ideale.
Per questi motivi è lecito sostenere che l'operazione di eliminazione dello sceicco del terrore, capo carismatico della più organizzata e capillare compagine terroristica mondiale, sia stata obbligatoria e giusta, la risposta alla domanda di giustizia invocata dai familiari delle vittime degli attentati,  perchè certi mostri della storia mettono in pericolo non l'esistenza ma anche il futuro dell'umanità stessa.
La speranza è che questo determinante passo avvenuto dopo dieci anni dall'11 settembre contribuisca ad un definitivo annientamento di queste forze oscure.

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